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Mercoledì 29 FEBBRAIO 2012
Liberalizzazioni. Conasfa: “Dalla speranza alla beffa”

La federazione dei non titolari di farmacia commenta il nuovo testo dell’art. 11 del decreto liberalizzazioni con “rabbia e delusione”. “Non si capisce quali siano i meriti aggiuntivi di titolari rurali o proprietari di esercizi di vicinato rispetto ai dipendenti”. Pronti ad azioni di protesta.

“Delusione, sconforto e rabbia nell'apprendere che vi è il rischio che la politica si presti a giochi di potere e non rispetti le aspettative della maggioranza dei farmacisti italiani che speravano si potesse finalmente andare nella direzione di una vera apertura del settore farmacia”. Così il Conasfa, Federazione delle associazioni dei farmacisti non titolari, commenta i contenuti del testo dell’emendamento, interamente sostitutivo dell’articolo 11 del ddl liberalizzazioni.

“Con il concorso per soli titoli e lo sbarramento ai 40 anni – spiega il Conasfa - si preclude, di fatto, la possibilità per migliaia di farmacisti collaboratori di poter realizzare un miglioramento lavorativo. Non si capisce quali siano i meriti aggiuntivi di titolari rurali o proprietari di esercizi di vicinato rispetto ai dipendenti che svolgono da sempre la loro professione senza un adeguato tornaconto economico”.

La Federazione passa dunque ad analizzare la questione della maggiorazione dei punteggi per i rurali sussidiati e le farmacie soprannumerarie e prende ad esempio il caso di un farmacista rurale che ha due farmacie rurali in società. “Entrambi i soci possono partecipare, e con la maggiorazione sorpassano tutti i collaboratori urbani e rurali. Risultato hanno raddoppiato il loro reddito. Risultato per gli attuali collaboratori: saranno rarissimi quelli che riusciranno a sorpassare un rurale o un titolare di esercizio di vicinato e dovranno restare collaboratori a vita o al limite licenziati. I più fortunati riusciranno a diventare direttori nelle società e così avranno il privilegio di avere, senza reali miglioramenti economici, più responsabilità di prima e di pagare l’Enpaf intera”.

Secondo Conasfa, “in un momento così difficile per il nostro paese, con lo stravolgimento del decreto, che lascia di fatto tutto nuovamente in mano ai pochi si gettano le basi per il crollo di un sistema che da sempre ha distinto il nostro paese”. L’auspicio della Federazione dei farmacisti non titolari è che “alla fine il buon senso prevalga sulle logiche di potere restiamo disponibili ad un confronto, pur valutando azioni di protesta da intraprendere su tutto il territorio nazionale a tutela della pari dignità e a garanzia di un sistema di qualità”.

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