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Martedì 24 SETTEMBRE 2019
Ipertensione. Il rischio aumenta nei donatori di rene

I donatori di rene corrono un rischio di sviluppare ipertensione maggiore rispetto ai non donatori. Uno studio condotto negli Usa ha valutato questo rischio complessivo intorno al 19%. Lo studio, pur facendo luce su un fattore di rischio specifico, la velocità di filtrazione glomerulare, non è riuscito a individuare la causa.

(Reuters Health) – Secondo i risultati dello studio in corso WHOLE-Donor, i donatori di rene presentano un maggior rischio di sviluppare ipertensione. La donazione di rene da vivente è da tempo legata a un rischio aumentato di malattia renale allo stadio terminale (ESKD), che nella maggior parte dei casi deriva dall’ipertensione. Non è ancora chiaro come l’ipertensione si sviluppi e progredisca nei donatori di rene viventi rispetto ai non donatori.
 
Lo studio. 
Dorry Segev e colleghi, della Johns Hopkins University School of Medicine di Baltimora, Maryland, ha valutato il rischio a lungo termine di ipertensione e l’associazione tra ipertensione incidente e la velocità del tasso stimato di filtrazione glomerulare (eGFR) in 1.295 donatori di rene viventi e in 8.233 non donatori sani. I dati sono stati estrapolati dalle coorti dell’Atherosclerosis Risk in Communities (ARIC) e del Coronary Artery Risk Development in Young Adults (CARDIA).

Al follow-up del quindicesimo anno, l’8% dei non donatori caucasici e il 9% di quelli afroamericani aveva sviluppato ipertensione, rispetto al 23% dei donatori di rene caucasici e al 42% dei donatori afroamericani. A prescindere dall’etnia, la donazione di rene è stata associata a un aumento del 19% del rischio di ipertensione (P=0,04).

Nel corso del tempo, l’eGFR è calato nei non donatori, a prescindere dall’etnia, e questa diminuzione è stata più forte nelle persone che hanno sviluppato ipertensione. Nei donatori, invece, l’eGFR è aumentato indipendentemente dall’etnia di appartenenza.

“Abbiamo individuato l’ipertensione incidente come un fattore di rischio nell’eGFR post-donazione che merita misure preventive aggressive e un’attenta gestione, poiché si associa all’arresto dell’aumento dell’eGFR in seguito alla donazione”, concludono i ricercatori.

“Anche se intuitivo, questo risultato rafforza la nostra comprensione della fisiologia dei reni dopo una donazione di rene da vivente. Serve un ulteriore lavoro per individuare le opportunità e le pratiche migliori per prevenire, riconoscere e gestire l’ipertensione nei donatori di rene viventi”.

Fonte: Clinical Journal of the American Society of Nephrology
 

Reuters Staff
 

(Versione Italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 

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