quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 01 OTTOBRE 2019
L’esposizione professionale ai pesticidi aumenta rischio cardiaco

Uno studio condotto alle Hawaii – con un follow up massimo di 40 anni - ha dimostrato che gli uomini con elevata esposizione professionale ai pesticidi avevano il 42% di probabilità in più rispetto a quelli non esposti di sviluppare malattie cardiovascolari durante i primi 10 anni

(Reuters Health) – L’esposizione sul posto di lavoro a livelli elevati di pesticidi  può aumentare il rischio di sviluppare malattie cardiache o di avere un ictus. I lavoratori agricoli dovrebbero sempre indossare dispositivi di protezione individuale e anche dopo la pensione dovrebbero continuare a monitorare la loro salute per quanto riguarda le complicazioni cardiovascolari.
 
“I pesticidi hanno una lunga emivita e rimangono nel corpo da molto tempo, quindi gli effetti collaterali possono comparire anche 10-20 anni dopo”, sottolinea l’autrice principale dello studio, Zara Berg del Fort Peck Community College di Peck, nel Montana.

Lo studio

Il team di Berg ha utilizzato i dati del Kuakini Honolulu Heart Program, istituito nel 1965 per studiare le malattie cardiache negli uomini di mezza età nippo-americani che vivono sull’isola di Oahu. I partecipanti sono nati tra il 1900 e il 1919 in Giappone o alle Hawaii e avevano tra i 45 e i 68 anni all’inizio dello studio. I dati sono stati aggiornati fino al 1999, il che ha consentito fino a 34 anni di follow-up con chi è sopravvissuto.
Berg e colleghi si sono concentrati su 7.557 uomini che avevano fornito informazioni sulla loro storia lavorativa e non avevano malattie cardiache all’inizio del periodo di studio.

Per valutare le esposizioni ai pesticidi, il team ha utilizzato la scala di esposizione Occupational Safety Health Administration, che stima le quantità tipiche di pesticidi riscontrate durante una giornata lavorativa di otto ore e una settimana lavorativa di 40 ore in base al lavoro di un partecipante, all’età e agli anni di lavoro in quel settore, in particolare per lavoratori industriali, industriali e agricoli.
 
I ricercatori hanno quindi esaminato le cartelle cliniche per individuare chi aveva sviluppato malattie cardiovascolari. Complessivamente, solo 451 uomini avevano avuto un’esposizione elevata ai pesticidi e 410 avevano avuto un’esposizione a bassa intensità.
 
Dopo l’adattamento ad altri fattori di rischio cardiovascolare come età, peso, attività fisica, alcol e fumo, i ricercatori hanno scoperto che gli uomini con elevata esposizione ai pesticidi avevano avuto il 42% di probabilità in più rispetto a quelli senza nessuna esposizione di sviluppare malattie cardiovascolari durante i primi 10 anni di follow-up.

“Un’alta esposizione durante la mezza età ha portato precocemente alle malattie cardiovascolari – ha osservato Berg – I pesticidi possono anche influenzare il colesterolo e la concentrazione di metalli pesanti nel corpo”.

Le malattie cardiache non sono state associate a livelli bassi o moderati di esposizione ai pesticidi e il legame con un’esposizione elevata non è stato osservato a lungo termine fino a 34 anni. Una limitazione dello studio è che solo una piccola parte degli uomini aveva avuto un’esposizione ai pesticidi, alta o bassa che fosse. Il fatto che gli uomini provenissero tutti da un singolo gruppo etnico è un punto di forza dell’analisi perché rimuove alcune potenziali fattori confondenti, ma significa anche che i risultati potrebbero non essere generalizzabili ad altre popolazioni.

“Soprattutto, i lavoratori dovrebbero tenere sotto controllo le propri cartelle cliniche e documentare la potenziale esposizione, specialmente se i datori di lavoro non lo fanno – ha affermato Berg – Indossare equipaggiamento e indumenti protettivi adeguati e richiederne alcuni se non forniti”.

Fonte: Journal of American Heart Association

Carolyn Crist

 
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA