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Venerdì 02 MARZO 2012
Lazio. Chiude rianimazione a Subiaco. Comune diffida la Asl

“E' paradossale che in un momento in cui si discute della scarsa capacita del sistema sanitario regionale di far fronte all'emergenza, si cessi l'attività del reparto di rianimazione". Ad affermarlo il sindaco di Subiaco, che contro la decisione ha presentato una diffida all'Asl Rm/G.

Il Comune di Subiaco si oppone e diffida la Asl Roma G contro la cessazione dell'attività di terapia intensiva dell’ospedale di Subiaco. “    Con nota n. 92/DG del 29.2.2012 – spiega il sindaco Francesco Pelliccia nella lettera inviata al direttore generale della Asl RM/G, Nazareno Brizioli -  è stata disposta con effetto immediato la disattivazione dei posti letto di terapia intensiva dell’ospedale di Subiaco, in asserito ossequio all’ordinanza del Consiglio di Stato dello scorso 14.1.2012, n. 122/2012. Poiché detta ordinanza non ha sospeso l’efficacia esecutiva della deliberazione n. 896/2011 con la quale era stata disposta la chiusura della terapia intensiva dell’ospedale di Subiaco sul presupposto della attivazione della medesima unità operativa presso il presidio ospedaliero di Colleferro (come, per altro, previsto dalle disposizioni commissariali) e poiché, allo stato, i posti letto di terapia intensiva non sono attivi presso l’ospedale di Colleferro, la disposizione in oggetto non solo non è conforme all’ordinanza del Consiglio di Stato, ma è, anzi, violativa della stessa”.

Per questo il Comune “diffida la Asl RM/G dal voler procedere oltre nella chiusura del reparto di terapia intensiva di Subiaco poiché disposta in violazione del provvedimento giudiziario. In difetto, ci si vedrà costretti a ricorrere alla competente Autorità Giudiziaria per tutelare la legalità e il diritto alla salute delle comunità rappresentate”.

“E' paradossale – afferma ancora il sindaco commentando la vicenda - che in un momento in cui si discute della scarsa capacita del sistema sanitario regionale di far fronte all'emergenza, si cessi l'attività del reparto di rianimazione, diminuendo ulteriormente la capacità operativa del sanità laziale nell'ambito più delicato, quello essenziale a salvaguardare la vita dei cittadini. E' molto grave che la Valle dell'Aniene rimanga senza un presidio emergenziale di questo tipo”. Secondo Pelliccia “si stanno assumendo delle gravi responsabilità: non si può giocare con la vita dei cittadini.”
 

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