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Lunedì 05 MARZO 2012
Parti pretermine. Bambini a maggior rischio di patologie nell’infanzia

Non importa che il parto avvenga solo un paio di settimane prima del dovuto, i bambini nati dalla 37a settimana di gestazione hanno un rischio maggiore di essere ricoverati nei primi 9 mesi di vita, o di sviluppare patologie respiratorie o gastrointestinali nei primi 5 anni. Lo studio dall’Inghilterra.

I bambini nati prematuri di appena poche settimane sono maggiormente a rischio rispetto a problemi di salute e patologie nell’infanzia. A dirlo uno studio pubblicato sul British Medical Journal, nel quale vengono messi in discussione precedenti risultati secondo i quali i neonati partoriti alla 37esima settimana di gestazione avessero sul lungo termine una salute simile a quella dei bimbi nati a termine. Lo studio è stato condotto da ricercatori inglesi dell’Università di Leicester e dell’Università di Oxford.
 
Circa un quinto dei bambini nascono prematuri ma ancora all’interno dell’ultimo mese di gravidanza, che parte dalla 37esima settimana. Per dimostrare la loro teoria gli scienziati hanno considerato un campione di 14000 bambini, nati negli anni 2000 in Gran Bretagna, e li hanno seguiti fino all’età di 5 anni. I ricercatori hanno controllato la loro salute generale, prestando attenzione a quante volte i bambini venissero ricoverati in ospedale, ma anche – ad esempio – a quanti di questi soffrissero di asma. Scoprendo così che i bambini nati tra la terzultima e l’ultima settimana di gestazione presentavano percentuali di rischio maggiori, più alte per i bambini nati alla 37esima settimana, che non in quelli nati alla 39esima.
In particolare, i bambini nati alla 37-38esima settimana avevano il 10% di possibilità in più di soffrire di asma, difficoltà respiratorie o altre malattie, rispetto a quelli nati nelle settimane tra la 39esima e la 41esima. All’età di 5 anni le percentuali risultavano ancor più alte: i primi avevano il 40% di probabilità in più di aver ricevuto prescrizioni per inalatori per l’asma. “Abbiamo così dimostrato che esiste un gradiente di rischio che aumenta con la prematurità, ma che persiste per tutti i bambini che nascono anche solo leggermente prematuri”, ha spiegato Elaine Boyle, ricercatrice dell’Università di Leicester che ha lavorato allo studio. “Non solo per condizioni come l’asma, ma anche perché per questi c’è una maggiore percentuale di ricoveri nei primi nove mesi di vita, soprattutto per problemi respiratori e gastrointestinali. I genitori non devono comunque preoccuparsi, perché il rischio può comunque essere mantenuto sotto controllo, ma questo dovrebbe comunque porre l’accento sul sostegno che il sistema sanitario dà alle famiglie”.
 
A rassicurare le famiglie c’è anche Asthma Uk,l’organizzazione di beneficienza che si occupa delle persone affette da asma in Gran Bretagna. “Non è la prima ricerca che ci dice come ogni settimana di gestazione risulti importante per i feti. Per fortuna ci sono molte cose che una donna incinta può fare per ridurre il rischio di mettere al mondo un bimbo prematuro”, ha commentato Leanne Metcalf, vicedirettore dell’organizzazione di volontariato inglese. “Ad esempio può cercare di mantenere il peso giusto, continuare a fare attività fisica lieve, evitare stress, fumo e possibilmente tenersi alla larga da agenti infettivi”.
 
Laura Berardi

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