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Venerdì 04 OTTOBRE 2019
Medicina penitenziaria. Smi: “Tutelati i medici ex SIAS ma scarsi i risultati sulla parte economica”

Il sindacato all’indomani dell’incontro con la Sisac sulla nuova convenzione fa il punto sui medici delle carceri. “Siamo riusciti, nell’ultima discussione svolta alla SISAC di Roma a far inserire nella bozza di Acn le tutele, a determinate condizioni, del posto di lavoro per i medici già titolari di incarico convenzionale presso gli istituti penitenziari. Ma Sisac non ha voluto sentire ragioni sugli aumenti”.

“Siamo riusciti, nell’ultima discussione svolta alla SISAC di Roma a far inserire nella bozza di Accordo Collettivo Nazionale di medicina generale le tutele, a determinate condizioni, del posto di lavoro per i medici già titolari di incarico convenzionale presso gli istituti penitenziari (ex SIAS)” così Catalano Nazareno, Responsabile Nazionale del Sindacato Medici Italiani per la Medicina Penitenziaria, commenta l’ultima riunione svolta sull’ACN di medicina generale e in particolare per quello che riguarda il proprio settore sindacale.
 
“La SISAC, invece, non ha voluto sentire ragione a riguardo di un miglioramento del trattamento economico ed ha negato qualsiasi aumento salariale ai medici impegnati nella cura e all’assistenza della popolazione detenuta nelle carceri italiane. La SISAC è stata inamovibile sulla quota oraria di 22,46 euro. Nella trattativa, per quanto riguarda la parte normativa, siamo riusciti ad ottenere ciò che chiedevamo e ossia il rispetto delle norme della legge 740 /70 (ordinamento delle categorie di personale sanitario addetto agli istituti di prevenzione)”, continua Catalano.
 
“Per i vecchi contratti con le amministrazioni penitenziarie si è stabilito che proseguono fino ad esaurimento con compatibilità con le altre convenzioni. Abbiamo ottenuto che venisse inserito nelle norme finali dell’ACN l'impegno ad applicare i contratti in vigore più favorevoli economicamente. Si demanda ad accordi regionali integrativi ulteriore risorse economiche per i contratti e per il lavoro dei medici penitenziari. Continua il nostro impegno per la tutela dei medici che operano nei penitenziari per assicurare il diritto alla salute alla popolazione detenuta”, conclude Catalano.

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