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Giovedì 17 OTTOBRE 2019
Inquinamento aria: è strage. Nel 2016 quasi 500.000 morti premature in Europa. E l’Italia è uno dei Paesi dove si muore di più. I nuovi dati dell’Agenzia europea per l’ambiente

In tutto 498.100 le morti premature dovute all'esposizione a poveri sottili, biossido di azoto e ozono nei 41 Paesi europei compresi nello studio dell'Agenzia. In Italia, in termini assoluti, si sono registrate 58.600 morti premature per polveri sottili, 14.600 per biossido di azoto e 3.000 a causa dell'ozono. Poco incoraggianti anche i dati riguardanti gli anni di vita persi per 100.000 abitanti. In particolare per il biossido di azoto nel nostro Paese gli anni di vita persi sono oltre il doppio rispetto alla media UE. IL RAPPORTO

Nei 41 paesi del continente europeo si sono registrati, nel 2016, 412.000 decessi prematuri attribuiti all'esposizione a PM2,5 (polveri sottili), 71.000 a causa del NO² (biossido di azoto) e 15.100 per l'O³ (ozono). Prendendo invece in considerazione l'Unione Europea a 28 Paesi, i decessi prematuri attribuiti all'esposizione alle polveri sottili, biossido di azoto e ozono sono, rispettivamente, di 374.000, 68.000 e 14.000.  Questi alcuni dei dati raccolti e analizzati dall'Agenzia europea per l'ambiente (Aea) nel rapporto annuale sulla qualità dell'aria.
 
Nei 41 Paesi del continente europeo sono 4.223.000 gli anni di vita persi attribuibili all'esposizione alle polveri sottili, 707.000 quelli causati dal biossido di azoto e 147.000 quelli per l'ozono. Passado poi ad analizzare l'Europa a 28 Paesi, gli anni di vita persi causati dall'esposizione alle polveri sottili, al biossido di azoto e all'ozono sono, rispettivamente, 3.848.000, 682.000 e 137.000.
 
I maggiori impatti sulla salute in termini di decessi prematuri e anni di vita persi attribuibili alle polveri sottili sono stimati per i paesi con le più grandi popolazioni, come Germania, Italia, Polonia, Francia e Regno Unito. Tuttavia, in termini relativi, quando si considera gli anni di vita persi per 100.000 abitanti, si osservano gli impatti maggiori nei paesi dell'Europa centrale e orientale dove si hanno anche le concentrazioni più elevate, vale a dire Kosovo, Serbia, Bulgaria, Albania e Macedonia settentrionale. Gli impatti più bassi si registrano invece nei paesi situati nel nord e nel nord-ovest dell'Europa, vale a dire Islanda, Norvegia, Svezia, Irlanda e la Finlandia.
 
Per quanto riguarda l'esposizione al biossido di azoto, le peggiori conseguenze si sono registrate in Italia, Germania, Regno Unito, Spagna e Francia. Se si considera gli anni di vita persi per 100.000 abitanti, i tassi più alti si trovano a Monaco, in Grecia, in Italia, in Serbia, a Cipro e nel Regno Unito.
 
Infine, per l'ozono, i paesi con i maggiori impatti sono Italia, Germania, Spagna, Francia e Polonia; mentre i paesi con i più alti tassi di anni di vita persi per 100.000 abitanti sono Grecia, Albania, Monaco, Kosovo, Italia e Montenegro. Gli impatti più bassi si hanno in Andorra, Islanda e Irlanda.
 
Analizzando più nel dettaglio i risultati dell'Italia si può notare come, in termini assoluti si siano registrate 58.600 morti premature per polveri sottili, 14.600 per biossido di azoto e 3.000 a causa dell'ozono. Dati poco incoraggianti che vengono confermati anche dai numeri registrati sugli anni di vita persi per 100.000 abitanti. In questo caso l'Italia conta 908 anni di vita persi a causa delle polveri sottili, rispetto ad una media di 800 anni per l'Europa a 28 Paesi e di 900 anni prendendo in considerazione l'Europa a 41 Paesi. Anche per quanto riguarda il biossido di azoto, il nostro Paese si attesta a 227 anni di vita persi per 100.000 abitanti. Un numero più che doppio rispetto al dato medio di 100 anni di vita persi registrato sia nell'Europa a 28 Paesi che in quella a 41 Paesi. Infine, a causa dell'ozono, si registrano in Italia 48 anni di vita persi rispetto ad una media di 30 anni ell'Europa a 28 Paesi che in quella a 41 Paesi.
 

 

 
Giovanni Rodriquez

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