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Lunedì 04 NOVEMBRE 2019
“No al triage del Pronto soccorso solo in mano agli infermieri”. L’appello del Coas Medici

Per il segretario Garau: “Già a luglio avevamo denunciato il fatto che le linee guida inviate dal Ministero della Salute alle Regioni sono a dir poco preoccupanti. Quando chiedevamo una soluzione per i problemi che si vivono ogni giorno nei Pronto Soccorso, non avremmo mai pensato che il problema della carenza di medici sarebbe stato risolto delegando le responsabilità al personale infermieristico”.

"Dopo le sentenze della Corte di Cassazione su due infermieri che hanno dato una valutazione errata sul codice da attribuire ai pazienti (che sono morti) vogliamo ribadire con fermezza che - pur rispettando il ruolo dell'infermiere, - quello del medico rimane centrale soprattutto in un Pronto Soccorso e nel triage di quel Pronto Soccorso. Queste arrivate alla stampa, sembrano proprio due morti evitabili senza l'errata valutazione iniziale". È quanto dichiara Alessandro Garau, segretario nazionale del sindacato CoAS Medici Dirigenti.
 
"E tutto questo – aggiunge GARAU -  soprattutto perché dalla parte del medico c'è una specifica preparazione medico scientifica orientata alla diagnosi differenziale, prevista dal percorso di studi e dal successivo percorso esperienziale, radicalmente differente da quelli previsti per gli infermieri".
 
“Già a luglio – specifica GARAU - avevamo denunciato il fatto che le linee guida inviate dal Ministero della Salute alle Regioni sono a dir poco preoccupanti. Quando chiedevamo una soluzione per i problemi che si vivono ogni giorno nei Pronto Soccorso, non avremmo mai pensato che il problema della carenza di medici sarebbe stato risolto delegando le responsabilità al personale infermieristico”.
 
“Troviamo particolarmente allarmante che l'infermiere del Triage abbia la possibilità di somministrare in autonomia farmaci. Si sconfina in una sorta di esercizio abusivo della professione medica: con queste linee guida vanno a ricadere sulle spalle degli infermieri responsabilità importanti, per le quali è necessaria una formazione medica, derivante solo da anni di studi”.
 
"L'Osservazione breve intensiva (OBI) a completa gestione infermieristica, con il medico presente per soli 60 minuti al giorno, e l'assegnazione delle priorità del Triage sotto la responsabilità infermieristica - continua - sono una ricetta pericolosa per tutti: per i medici, per gli infermieri, ma soprattutto per i pazienti, che possono pagare con la vita un errore clinico”.
 
“Il sistema sanitario funziona se ognuno ha la possibilità di svolgere al meglio il ruolo per cui è preparato – conclude Garau – Gli infermieri rivestono ruoli e funzioni fondamentali all'interno del S.S.N., ma devono essere messi in condizione di lavorare in una stratta collaborazione con il medico, senza il peso di decisioni che sono stati preparati ad assumere in un corso tecnico, ma non lungo quanto una specializzazione di cinque anni. Solo così il Pronto Soccorso può essere una macchina perfettamente funzionante e assicurare il miglior servizio possibile ai pazienti”.

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