quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Martedì 05 NOVEMBRE 2019
Dermatologia. Al via in Etiopia il 7° Congresso internazionale “Skin on the Move”

Promosso dall’Istituto San Gallicano di Roma e dall’IISMAS. Morrone: “I recenti casi di Zika diagnosticati in Europa sono un segnale d’allarme. Bisogna saper riconoscere le patologie per contrastarne la diffusione e operare con diagnosi precoci”.

Riconoscere subito le malattie tropicali, attraverso le modificazioni della pelle. È questa una delle sfide che si propone di affrontare il 7° Congresso internazionale “Skin on the Move”, che si apre oggi in Etiopia e che si concluderà il 9 novembre, organizzato dall’Istituto dermatologico San Gallicano IRCCS di Roma e dall’Istituto Internazionale di Scienze Medico Antropologiche e Sociali (IISMAS) di Roma.
 
Il Congresso, che vede la partecipazione di numerosi scienziati e ricercatori africani, europei e statunitensi, è itinerante: i partecipanti si muoveranno dalle principali università di Addis Abeba, Mekelle e Aksum, per recarsi nelle aree rurali più remote ai confini con l’Eritrea. L’obiettivo è studiare in loco lo sviluppo di numerose malattie tropicali che ormai interessano anche il nostro Continente e l’Italia in particolare.
 
La mission di “Skin on The Move”. “Il caso autoctono di infezione da Zika, confermato insieme ad altri 2 casi probabili osservati in Francia nei giorni scorsi, è un segnale d’allarme, anche perché non era presente nei casi studiati. Sarebbero i primi casi di trasmissione dell’infezione in un’area metropolitana in Europa”, riferisce il professore Aldo Morrone, dermatologo ed esperto di malattie tropicali, Direttore Scientifico dell’Istituto San Gallicano. “Riconoscere le malattie e studiarle per contrastarne la diffusione e operare con diagnosi precoci e curare tempestivamente i malati: questo è uno degli obiettivi del Congresso – spiega ancora il promotore dell’iniziativa scientifica internazionale - che si avvale della partecipazione dell’Istituto Superiore di Sanità del Tigray, con cui è stato recentemente firmato un accordo di collaborazione clinico-scientifica con il San Gallicano. È necessario che i nostri medici imparino a diagnosticare le malattie tropicali e in particolare a riconoscerle su soggetti con cute scura. Per questo obiettivo si è mossa recentemente anche la SiDeMast, la società scientifica dei Dermatologi italiani che ha messo a disposizione alcune borse di studio per consentire anche a giovani colleghi di partecipare al Congresso”. (Info dettagliate su programma su www.skinonthemove.org).
 
I numeri. Oltre 1 miliardo di individui, in tutto il mondo, in gran parte nella popolazione più povera, è colpito dalle malattie tropicali neglette. Attraverso le punture di alcune specie di zanzare e di mosche vengono infettati più di 800 milioni di individui, causando oltre 1 milione di decessi ogni anno.
 
Le malattie. La Leishmaniasi, ad esempio, è una malattia causata dalla puntura di un insetto, colpisce oltre 150 milioni di persone, e i cambiamenti climatici, così come la deforestazione, ne favoriscono la diffusione, associata spesso all’HIV. La malattia colpisce le persone più povere ed è favorita dalla malnutrizione; inoltre, le terapie sono molto costose e la stragrande maggioranza della popolazione non può permettersele. Ogni anno viene diagnosticato almeno 1 milione di nuovi casi, oltre 70 mila gli individui che muoiono a causa della leishmaniosi. I dati dell’OMS indicano che la malattia è al momento endemica, cioè costantemente presente in un territorio, in 88 Paesi, e oltre 350 milioni le persone a rischio.
 
La Dengue è un’altra infezione virale, trasmessa dalla puntura di una zanzara (Aedes aegypti). Più di 50 milioni di casi ogni anno, con oltre 1 milione di persone ricoverate negli ospedali.
 
L’Oncocerchiasi, chiamata anche cecità dei fiumi, è una terribile malattia trasmessa da un verme, l’Onchocerca Volvulus, veicolata attraverso le ripetute punture di una mosca del genere Simulium, che può percorrere sino a 300 chilometri. Più del 99% delle persone infettate vive in 31 Paesi d’Africa. Oltre 25 milioni le persone infettate dal verme, perlopiù colpite dalla forma cutanea: 2 milioni coloro che hanno perso invece la vista e 125 milioni le persone che vivono in aree a rischio.
 
Nel 2017, l’OMS ha registrato oltre 219 milioni di casi di Malaria (oltre il 92% registrati nei Paesi dell’Africa), con una stima di 435 mila decessi. I bambini di età inferiore a 5 anni rappresentano il gruppo più vulnerabile: sempre nel 2017 hanno rappresentato il 61% (266 mila) di coloro che hanno perso la vita.
 
L’obiettivo finale. “Si spende poco contro la malaria e contro tutte le malattie neglette tropicali. Anzi, si spende sempre di meno. L’obiettivo di una riduzione di almeno il 40% della malaria e delle altre patologie ‘dimenticate’, entro il 2020, come previsto dagli Obiettivi di Sviluppo Sostenibili 2030, è ben lontano dall’essere raggiunto. Il Congresso vuol dimostrare che aumentare gli investimenti nella ricerca scientifica contro la diffusione delle ‘Neglected Tropical Diseases’ – conclude Morrone - è l’unica soluzione per garantire a tutto il mondo un futuro di salute e dignità, indipendentemente dal ceto sociale, dal colore della pelle, dalla religione e dal Paese in cui si nasce”.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA