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Mercoledì 20 NOVEMBRE 2019
Patto per la salute vicino al traguardo. Da sciogliere il nodo sui commissariamenti. Ecco tutte le misure previste nella nuova bozza

L’intesa sembra ormai vicina e il tavolo tecnico dovrebbe chiudere a breve il lavoro lasciando ai Ministri Gualtieri e Speranza il compito insieme al presidente delle Regioni Bonaccini di trovare la sintesi su alcuni nodi, il primo fra tutti quello sulle nuove norme per i piani di rientro/commissariamento. Appaiono in via di risoluzione invece i nodi su tetti di spesa per personale e acquisto di prestazioni da privato. Nell’attesa dell’ultimo miglio ecco cosa prevede il patto: dalla riforma delle cure primarie alla revisione dei ticket passando per la Ricerca, il personale, gli investimenti e la riforma di Aifa, Agenas e Iss. LA NUOVA BOZZA DI PATTO PER LA SALUTE

Il Patto per la salute va verso la stretta finale e oggi pomeriggio è fissato un incontro tecnico al Ministero della Salute per esaminare una nuova bozza e lasciare le ultime questioni alla politica. Sul tavolo rimane infatti ancora da sciogliere il nodo sul nuovo sistema dei piani di rientro e commissariamenti delle Regioni, su cui non c’è intesa con i tecnici del Mef. In ogni caso il clima è positivo. E a tentare di sbrogliare la matassa, forse già la prossima settimana, vi sarà un confronto a livello politico tra i Ministri di Salute (Speranza) e Mef (Gualtieri) e il presidente delle Regioni (Bonaccini). Certo è che alcune Regioni hanno minacciato il veto all'intesa qualora non sia modificato l'impianto delle misure su Piani di rientro e commissariamenti, così come scritto nella bozza di Patto.
 
Sembrano invece diradarsi le nubi sulla flessibilità del tetto di spesa per il personale. Fermo restando il no dei tecnici di Via XX Settembre, l’innalzamento del tetto dal 5% al 10% rispetto alla spesa del 2018 dovrebbe andare in porto già nel Dl Fiscale con un emendamento (ammesso) già presentato del Pd.
 
Altro nodo che dovrebbe sciogliersi riguarda i tetti di spesa per l’acquisto di prestazioni da privato dove il Ministero della Salute si è fatto garante per trovare una soluzione anche per risolvere la questione del rinnovo del contratto della sanità privata.
 
 
In attesa quindi che si faccia luce sugli ultimi nodi ecco cosa prevede l’ultima bozza di Patto per la Salute.
 
Confermati alla scheda 1 i finanziamenti del Fsn che per il 2020 saranno di 116.474.000.000 euro e 117.974.000.000 euro per l'anno 2021.
 
In attesa che la politica dirima la questione dei nuovi Piani di rientro nell’ultima bozza alla scheda 2 viene definito il nuovo percorso. Ecco come dovrebbe funzionare:
 
Dall’anno 2020, per il monitoraggio dell’erogazione dei livelli di assistenza a livello regionale e sub-regionale, il Comitato Lea effettuerà una valutazione annuale basata sul Nuovo sistema di garanzia, inerente la qualità, appropriatezza ed efficienza dei servizi sanitari regionali dando evidenza delle criticità eventualmente presenti con riferimento all’erogazione dei Lea. Sulla base di tale monitoraggio, da effettuarsi perentoriamente entro il 31 maggio dell’anno successivo a quello di riferimento:
a) anche in situazioni di sufficienza nei 3 macro-livelli, il Comitato Lea, nell’ambito del sistema adempimenti, segnala le eventuali carenze rilevanti da qualificare come impegni;
b) ove si rilevino gravi criticità in uno o due macro-livello di assistenza, il Comitato LEA invita la regione a presentare, entro un termine congruo in relazione alla criticità, un piano di risoluzione delle predette criticità che riporti gli interventi da porre in essere in un arco temporale coerente con la complessità dei problemi da risolvere. Tale piano, denominato “Intervento di potenziamento dei Lea”, è valutato nei successivi 30 giorni dal Comitato Lea in ordine alla coerenza degli interventi proposti, ai modi e ai tempi previsti. In caso di mancata presentazione del piano da parte della regione o di non adeguatezza dello stesso sulla base delle valutazioni del Comitato Lea, il Ministro della salute, anche avvalendosi degli Enti vigilati, previa diffida ad adempiere alla regione entro i successivi 15 giorni e ove persista l’inadempimento, provvede entro i successivi 30 giorni a predisporre un piano e a sottoporlo all’approvazione del Comitato Lea.
 
A questo punto la Regione è tenuta alla realizzazione degli interventi nei tempi e nei modi previsti dal piano approvato dal Comitato LEA, attraverso le aziende e gli enti del SSR e con il necessario affiancamento e supporto tecnico-operativo messo a disposizione da Agenas. L’attuazione del piano è obiettivo prioritario del Direttore regionale e dei Direttori generali delle aziende sanitarie e/o ospedaliere comportando, nei casi previsti, la sostituzione degli organi di gestione.
 
Gli obiettivi di miglioramento dei livelli assistenziali individuati dal piano si intendono ottenuti con il raggiungimento, alle scadenze previste, degli intervalli di garanzia previsti dal NSG negli ambiti di criticità. La valutazione è effettuata dal Comitato Lea.
 
La valutazione positiva, da parte del Comitato LEA, del piano di potenziamento comporta il riconoscimento di adempimento con impegno a realizzare le attività previste dal piano. La mancata realizzazione nei tempi e nelle modalità previste delle attività del piano comporterà una valutazione di inadempienza.
 
Qualora si registri nel medesimo anno una valutazione insufficiente in tutti e tre i macro-livelli la regione è tenuta alla elaborazione di un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale e operano tutte le norme vigenti in materia di piani di rientro. In tale caso le premialità, restano bloccate e l’erogazione delle stesse segue le regole vigenti in materia di piani di rientro.
 
Fissate anche le regole per l’uscita dal Commissariamento:
- nelle more dell’entrata in vigore del NSG (Nuovo Sistema di Garanzia) e fino al 2020, punteggio maggiore di 160 nell’anno precedente all’anno di verifica;
- a seguito dell’entrata in vigore del NSG (prevista il 1/1/2020), a partire dall’anno 2021, il rispetto della soglia minima di sufficienza (60%) stabilita per gli indicatori “core” del NSG per i tre livelli di assistenza (prevenzione, ospedaliera e distrettuale) nell’anno precedente alla verifica ovvero il rispetto della soglia minima di sufficienza (60%) per gli indicatori “core” del NSG in due livelli di assistenza nel biennio precedente all’anno di verifica.
 
Il tutto come dicevamo è però sub judice e saranno Gualtieri, Speranza e Bonaccini a dover trovare la quadra.
 
Ricco anche il menù per il personale alla scheda 3. In attesa che si sbrogli la matassa sul tetto di spesa c’è la formazione-lavoro per gli specializzandi, lo sblocco delle graduatorie per gli idonei, la revisione del corso di formazione in medicina generale, la valorizzazione delle professioni sanitarie e la proposta (su cui pende anche qui il parere negativo del Mef) di consentire alle Regioni con i conti in ordine di mettere ulteriori risorse per la remunerazione del personale.
 
Alla scheda 4 si affronta invece il tema della mobilità sanitaria. Nella bozza si prevede l’elaborazione di un programma che metta ordine tra i vari accordi regionali. Prevista anche una valutazione per dei piani di sviluppo sulle strutture pubbliche e private accreditate al fine di potenziare i servizi.
 
Nella scheda 5 viene proposta la riorganizzazione degli Enti vigilati Aifa, Iss e Agenas allo scopo di “superare la frammentazione operativa che si è stratificata nel corso degli anni e la potenziale duplicazione di funzioni e compiti tra soggetti in numerose aree di attività”. Proposto anche di “accorpare tutte le funzioni oggi frammentate tra più soggetti in un unico soggetto che opera in rete con i centri regionali, a cui affidare la governance complessiva dell’intero processo di HTA”.
 
Molto striminzita la scheda 6 sulla governance farmaceutica e dei dispositivi medici dove l’obiettivo sarà “sviluppare i due documenti di governance già elaborati dai gruppi di lavoro Ministero-Regioni”.
 
Per quanto riguarda gli investimenti in sanità la scheda 7 prevede sostanzialmente di velocizzare l’iter di ammissione al finanziamento che oggi sono molto farragginosi.
 
Nel Patto poi si prevede alla scheda 8 la riforma delle cure primarie. Dovranno essere individuate “le modalità e gli strumenti per favorire l’effettiva continuità assistenziale e la presa in carico unitaria della persona nelle diverse fasi della vita e in relazione alle diverse tipologie di bisogno;
il completamento del processo di riordino della medicina generale e della pediatria di libera scelta, favorendo l’integrazione con tutte le figure professionali, compresa l’assistenza infermieristica di famiglia e di comunità, per garantire la completa presa in carico integrata delle persone;
specifiche politiche attive di promozione e tutela della salute con particolare attenzione all’infanzia e all’adolescenza, alle persone con disturbo mentale, al sostegno dell’autonomia delle persone con disabilità e non autosufficienza”.
 
Alla scheda 9 si parla di Fondi integrativi dove si prevede la creazione di un Gruppo di lavoro per la revisione della normativa. Riserve però del Mef sul procedere ad un’analisi degli oneri a carico della finanza pubblica.
 
Nella scheda 10 si affronta il tema dei modelli previsionali. L’obiettivo è quello di realizzare strumenti informativi e modelli previsionali, anche attraverso l’uso delle nuove tecnologie ICT, e l’infrastruttura tecnologica di analisi dei dati del Sistema Tessera Sanitaria.
 
Sempre sul tema si vorrebbe definire una normativa che abiliti il Ministero della salute, le Regioni, le Aziende Sanitarie pubbliche e gli enti del servizio sanitario nazionale alla raccolta, interconnessione ed elaborazione dei dati, su base individuale, relativi alla salute degli assistiti dal Servizio sanitario nazionale, per finalità previsionali, di programmazione, per la gestione condivisa dell’assistenza sanitaria all’interno di reti di professionisti e strutture sanitarie e per lo sviluppo della medicina di iniziativa.
 
Nella scheda 11 si dettano le priorità per la Ricerca tra cui la promozione di una governance condivisa della ricerca rafforzando il ruolo congiunto del coordinamento interregionale e del Ministero della salute con l’obiettivo di armonizzare le reti assistenziali e le reti scentifiche. E la definizione delle priorità della Ricerca sanitaria per snellire le procedure per una più rapida attribuzione delle risorse, con particolare riferimento ai fondi della ricerca finalizzata. Previsto anche di valutare congiuntamente la vigente normativa sugli IRCCS, al fine di delineare azioni di “manutenzione” del sistema, che tenga conto dell’evoluzione scientifica e tecnologica intervenuta nell’ultimo decennio.
 
Di prevenzione si parla invece alla scheda 12 dove si vuole dare piena attuazione al Piano nazionale di contrasto dell’antimicrobico- resistenza (PNCAR) 2017-2020 e a procedere al suo aggiornamento sulla base dei risultati conseguiti nel 2020. Previsto anche il rafforzamento del contrasto alle malattie croniche e la definizione di un Piano nazionale anti morbillo e rosolia. Tra gli obiettivi anche il rafforzamento delle attività di vigilanza sui luoghi di lavoro prevedendo uno standard di dotazione del personale: medici, tecnici della prevenzione, chimici, ingegneri, ecc.
 
Alla scheda 13 si parla invece della revisione dei ticket che come già annunciato dal Ministro Speranza preveda la graduazione dell’importo dovuto in funzione del costo delle prestazioni e del “reddito familiare equivalente” al fine di ridurre le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari garantendo l’inclusività del servizio sanitario nazionale. Un ddl collegato alla manovra potrebbe accelerare il processo.
 
Alla scheda 14 infine si affronta il tema degli strumenti di accesso partecipato e personalizzato del cittadino ai servizi sanitari.
 
 
Luciano Fassari

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