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Lunedì 02 DICEMBRE 2019
Cessione S. Antonio di Padova. Sindacati medici non firmano l’accordo per il trasferimento. Anaao annuncia ricorso al Tar

L'Anaao fa sapere che a rifiutare l’accordo c'erano anche Aaroi, Cimo, Fvm, Uil, Fesmed, cioè circa “l’83,5%” della rappresentanza sindacale medici della 'Ulss 6. Per Schipilliti sarebbe stato come firmare “una cambiale in bianco”. Annunciato ricorso al Tar contro le delibere aziendali per il trasferimento

“La maggioranza dei sindacati medici della Aulss 6 Euganea - almeno l'83,5% (Anaao, Aaroi, Cimo, Fvm, Uil, Fesmed) - non ha firmato l'accordo per il trasferimento dell’Ospedale Sant’Antonio all’Azienda Ospedaliera Universitaria".
Lo evidenzia in una nota l’Anaao Assomed, che da mesi porta avanti la battaglia contro il trasferimento dell’Ospedale dall’Ulss all’Aou.

Il punto è che, spiega l’Anaao, “fino ad ora nessuna risposta” è stata data “a tutte le critiche e richieste mosse da cittadini, politici e sindacati, a confermare così un'insufficiente informativa priva di reali motivazioni, mostrando solo la natura opaca, illogica ed illegittima del trasferimento, condotto in via unilaterale contro tutti, al di fuori di ogni ragionevole confronto calpestando le relazioni sindacali”. “Con questo bel regalo di Natale e Felice Anno Nuovo per i lavoratori del Sant’Antonio - afferma il segretario aziendale Anaao Mirko Schipilliti - dopo un preludio di annunci avvolti nell'indifferenza, nell'arroganza, nella banalizzazione e due insoddisfacenti ed inadeguate  consultazioni con i sindacati, è emersa una gestione precaria e farsesca, con la frettolosa speranza che si firmi un accordo di fatto insostenibile e irricevibile, tre  paginette presentate il 28 novembre con contenuti inaccettabili poiché non veri, bilanci e risorse secretati, garanzie inadeguate e concessioni come briciole, discriminazioni. Praticamente una cambiale in bianco”.

A meno di un mese dalla data indicata per il passaggio al 1° gennaio in piene Festività, prosegue dunque la polemica tra medici e aziende. E in queste situazione, evidenzia l’Anaao, “spunta la "necessità" dei Direttori generali di entrambe le aziende coinvolte di avvalersi last minute di ben due consulenze esterne, giuridica e fiscale, per garantirsi una tardiva “assistenza”, fra carenza di competenze e di tempo. Un aggravio di spesa pubblica di almeno 13595 Euro, di cui i tre quarti a carico dell'Euganea, che riconosce "la complessità tecnico-giuridica-fiscale" e “dei molteplici adempimenti”, le “problematiche di natura contabile per la corretta rappresentazione economico-patrimoniale”, che è “necessario un approfondito esame sull’argomento” per una “materia che si presenta complessa ed articolata, coinvolgendo interessi pubblici e privati di rilevante importanza”, con un ufficio legale che “non è in grado di garantire il necessario supporto all’Azienda”.

Il sindacato intanto si chiede “dove sono i pareri/visti di congruità della Regione e il documento per il trasferimento dell’immobile? Manca il parere della Conferenza dei Sindaci, con opposizione dei comitati e delle associazioni cittadine, dei sindacati dei medici mentre in Azienda Ospedaliera Universitaria è grottesco che sia stato proposto prima ancora di appropriarsene un nuovo atto aziendale che include il Sant’Antonio. Non esistono giustificazioni e motivazioni, neppure formali, al trasferimento, ma solo rischi sotto ogni profilo e senza il futuro reale assetto organizzativo in assenza di ben 8 primariati su 13, un'opaca operazione finanziaria e patrimoniale che gioverà solo all'Azienda Ospedaliera per gli introiti che riceverà dalle prestazioni erogate e all’Università che allargherà ulteriormente il proprio controllo”.

L’Anaao annuncia, quindi, che presenterà quindi ricorso al Tar contro le delibere aziendali della AULSS 6 Euganea e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria sul trasferimento dell’Ospedale Sant’Antonio con richiesta di sospensione. “Se politici e Direttori Generali non faranno retromarcia – commenta infine il segretario aziendale Anaao dell'Euganea Mirko Schipilliti – a Capodanno stapperemo le bottiglie di spumante nei tribunali”.
 


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