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Lunedì 09 DICEMBRE 2019
PS di Adria. I medici scrivono a Direzione e sindacati: “L’esternalizzazione sta creando criticità”. Ma per la Ulss è tutto sotto controllo

Fa discutere la lettera di otto medici del polo ospedaliero di Adria che scendono in campo sulla grave gestione del PS. Mancanza di personale adeguato, mancanza passaggio delle consegne delle persone ammalate, aumento dei tempi di attesa ed il rischio clinico. Queste le maggiori criticità denunciate. Ma per la Ulss 5 Polesana l’appalto è sotto controllo nel pieno rispetto degli standard.   

Dopo la scelta di alcuni Direttori generali di affidare i Pronti Soccorso a personale esterno come, ad esempio, a cooperative di medici o a ditte che offrono la copertura del servizio tramite personale sanitario privato, in questi mesi si stanno verificando le prime criticità di un servizio fondamentale in quanto rappresenta il primo punto di accesso di un ospedale. A sollevare il caso, sono otto Dirigenti Medici dell’Unità Operativa di Accettazione Pronto Soccorso-Suem del presidio di Adria che hanno scritto una lettera di denuncia ai dirigenti dell’ospedale ed ai rappresentanti sindacali.

Queste, in particolare, le criticità denunciate:
1. Presenza di personale esterno non adeguato
2. Presenza in servizio di personale esterno stanco per eccesso di ore lavorate consecutivamente
3. Allungamento dei tempi di attesa
4. Aumento degli abbandoni in triage
5. Aumento di rischi clinico per i pazienti, in particolare per gli interventi sul territorio
6. Scadimento delle cure erogate all’utenza ed abuso delle richieste di consulenze specialistiche
7. Aumento del rischio lavorativo del medico strutturato in servizio
8. Percezione di smantellamento dell’unità operativa
9. Mancata certezza su chi prende servizio: vengono infatti continuamente disattesi i nominativi forniti all’inizio del mese.

La protesta dei medici continua anche sul fronte del Suem 118 che, ancora oggi, nonostante fosse stato chiesto espressamente dagli stessi dirigenti medici di non inviare in servizio medici gettonisti per inettitudine ad espletare alcuni compiti, viene affidato a questi ultimi. Le difficoltà non mancano nemmeno nel passaggio delle consegne fra medico smontante e quello montante. Secondo i medici del Pronto Soccorso di Adria, quelli delle Coop, dopo le uscite in codice rosso, non danno consegne circa le condizioni cliniche del paziente soccorso, lasciano incompleta la scheda di uscita 118 e non appongono timbro e firma in modo leggibile necessaria per identificare il medico che ha prestato soccorso.

“La notizia sul tracollo del Pronto Soccorso causato dall'esternalizzazione di una parte rilevante del servizio, è solo l'ultima tappa di una serie di scelte politiche scellerate che hanno permesso lo scempio e il saccheggio di quella che, fino a non molti anni fa, era una realtà solida”, commentano i consiglieri regionali Patrizia Bartelle, Piero Ruzzante e Cristina Guarda del coordinamento politico Veneto 2020. “I numeri sono chiarissimi - proseguono -: ad Adria abbiamo visto il taglio di 87 posti letto ospedalieri pari a -37%. Hanno fatto sparire più di un posto letto su tre. Quello che è successo ad Adria si sta verificando in tutto il Veneto.  Il destino del sistema socio-sanitario, se non interviene una totale inversione di rotta rispetto alle politiche leghiste, è segnato. Altro che classifiche, sanità modello e amministrazione virtuosa: sono slogan vuoti che si scontrano con la realtà delle liste d'attesa, dei costi sempre più insostenibili, dei tagli ai posti letto. In sostanza, una sanità sempre meno accessibile. Ora è inutile nascondersi dietro al proverbiale dito quando arrivi ad esternalizzare il Pronto Soccorso, significa che la Sanità Pubblica l'hai di fatto archiviata. Benvenuto privato, benvenuto business della Salute”.

Se lo chiedono in tanti e da tutti i fronti. Le scelte che sta facendo la Regione Veneto sono legate alla carenza dei medici (che indubbiamente c’è), oppure si tratta di un ri-disegnamento nuovo della sanità in Veneto? “Tutto questo ci impone pesanti interrogativi su quanto si intenda veramente fare per l’Ospedale di Adria e se un chiaro progetto di rilancio sia realmente presente, e se le difficoltà siano semplicemente ascrivibili alla carenza di medici, oppure se l’idea è quella del lento ridimensionamento attraverso un sempre minor investimento soprattutto sui professionisti”, afferma il Segretario Generale FP Cgil Rovigo Davide Benazzo.

Viceversa l’Ulss 5 Polesana fa sapere, attraverso una nota del proprio ufficio stampa, che l’esternalizzazione di una parte dei Dirigenti Medici operanti al 118 dell’Azienda ULSS 5 Polesana “è per sopperire alla carenza di personale; tale carenza è strutturale nel sistema sanitario (problema noto a livello nazionale e non di immediata soluzione). La decisione è stata presa dalla Direzione Strategica di AULSS 5 per liberare medici dipendenti, con esperienza pluriennale, dal servizio del 118 e impiegarli nei punti di Pronto Soccorso Aziendali (Rovigo, Adria, Trecenta) così da fornire alla popolazione un servizio di maggior qualità. È stato deciso, quindi, di dare il servizio in gestione ad una cooperativa, con regolare gara e capitolato. I medici della cooperativa devono essere, sempre da capitolato, in possesso della laurea in medicina d’urgenza o anestesia e rianimazione o devono avere l’abilitazione all’attività in urgenza ed emergenza in ambulanza che si ottiene tramite un percorso di formazione Regionale. Ad oggi, al Pronto Soccorso di Adria sono impiegati 8 medici, dipendenti dell’Azienda ULSS 5, più il Direttore della struttura. Tale dotazione organica è assolutamente adeguata a coprire tutti i turni del Pronto Soccorso, senza obbligare i professionisti a turni massacranti e offrendo alla popolazione un servizio di qualità".

"I dati degli accessi a settembre 2019 - prosegue la Ulss - sono perfettamente in linea con i dati dello stesso periodo del 2018 e i tempi di attesa sono all’interno degli standard Regionali. Venendo al servizio del 118 nel quale sono impiegati i medici delle cooperative, le piccole difficolta che ci sono state sono legate soprattutto all’inserimento di questi professionisti e alla loro formazione nella gestione di percorsi organizzativi e protocolli aziendali. Difficoltà che, probabilmente, si sarebbero avute anche se ad essere inseriti fossero stati medici dipendenti; detto ciò, la qualità del servizio del 118 è garantita, viene monitorata continuamente e, in caso di mancanze, vengono fatte formali segnalazioni alla cooperativa con relative sanzioni. Questo, quanto accaduto una quindicina di giorni fa al Pronto Soccorso di Adria Rovigo".  

Endrius Salvalaggio

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