quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Sabato 14 DICEMBRE 2019
È ora di dire basta ai viaggi “salva vita” dalla Sardegna al Continente. Possiamo e dobbiamo fare da soli



Gentile Direttore,
non sono infrequenti trasporti urgenti dalla Sardegna al Continente per trattare neonati in pericolo di vita, e sulle pagine dei nostri quotidiani e sul web si dà giustamente risalto e contezza di gesta che sembrerebbero epiche, e di fatto lo sono, ma che mal celano la triste realtà della mancanza di una Rianimazione Pediatrica nella nostra terra.
 
Prendo quindi spunto dal trasporto effettuato l’11 dicembre da Cagliari a Roma su un C27J della 46esima Brigata Aerea dell'Aeronautica militare partito da Cagliari e diretto a Ciampino con un bimbo in imminente pericolo di vita e poi accolto all'ospedale Bambino Gesù di Roma, per condividere con i suoi lettori che, nel solco delle sollecitazioni della Consulta Pediatrica Regionale Sardegna (territoriale e di base), non possiamo più permetterci che il Servizio Sanitario Regionale non garantisca Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva in ambito neonatale e pediatrico.
 
Sarebbe da porre una volta per tutte fine alla lotteria di questi voli d’urgenza di “routine”, e non sembri un paradosso. Abbiamo Medici Pediatri, Anestesisti Rianimatori, Infermiere Pediatriche, Tecnici Sanitari competenti, sui quali scommettere che sarà una sfida vinta quella di prevedere la presa in carico degli utenti pediatrici in condizioni critiche e da sottoporre a monitoraggio, trattamento intensivo, sorveglianza e supporto delle funzioni vitali.
 
Ricordando, sinteticamente, che:
 
• I tassi di mortalità da arresto cardiaco extraospedaliero variano dall'80 al 97% nei lattanti e nei bambini;
 
• Il tasso di mortalità per l'arresto cardiaco in ospedale per neonati e bambini oscilla tra il 40% e il 65%;
 
• Il tasso di mortalità è dal 20 al 25% in caso di arresto respiratorio isolato, con  esiti neurologici sono spesso gravemente invalidanti;
 
• I protocolli di rianimazione pediatrica si applicano ai bambini di età inferiore ad un anno e ai bambini fino all'età della pubertà (definita come comparsa di seno nelle femmine e di peli ascellari nei maschi) o ai bambini di peso minore di 55 kg;
 
• Circa il 50-65% dei bambini che richiedono una rianimazione cardiopolmonare è minore di 1 anno; di questi, la maggior parte ha meno di 6 mesi;
 
• Circa il 6% dei neonati richiede la rianimazione al momento del parto; l'incidenza aumenta significativamente se il peso alla nascita è minore di 1500 g.
 
• Circa il 10% nei neonati richiede assistenza respiratoria al momento della nascita. Meno dell'1% ha bisogno di una rianimazione prolungata. Le cause sono numerose, ma la via comune comporta asfissia o depressione respiratoria.
 
È del tutto evidente che occorre una soluzione strutturata ed indifferibile nella nostra Sardegna. Per la nostra parte e nella logica più collaborativa e autorevole possibile, auspichiamo, quindi, che all’attenzione dell’Assessorato Regionale alla Sanità,  tra le prospettive della Riforma del SSR nella XVI Legislatura, possano trovarsi tempi e spazi per ragionare tutti insieme sull’istituzione della Rianimazione Pediatrica anche  convocando gli Stati Generali della Pediatria per rafforzare il diritto degli utenti in età pediatrica, e dei loro genitori, di fruire qui e non altrove di un servizio previsto dalla Carta Costituzionale e spesso compensato con voli militari dei quali speriamo si possa fare presto a meno.
 
Graziano Lebiu
Presidente OPI Carbonia Iglesias 

© RIPRODUZIONE RISERVATA