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Giovedì 19 DICEMBRE 2019
Il Patto per la Salute, il Dm 70 e i servizi territoriali. I nodi da sciogliere



Gentile Direttore,
l’approvazione del nuovo Patto per la Salute lancia due segnali che rischiano di essere almeno in parte contrastanti tra loro. Da una parte nella scheda 8 parla nel titolo di sviluppo delle reti territoriali e nel testo dichiara che “Nell’ambito dell’assistenza territoriale si intende concordare indirizzi e parametri di riferimento per promuovere una maggiore omogeneità e accessibilità dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria, garantendo l’integrazione con i servizi socio-assistenziali”, ma dall’altra nella scheda  15 parla di revisione del DM 70/15 e dichiara nel testo che “Come previsto dalla stessa norma, a quattro anni dalla sua adozione, si conviene sulla necessità di revisione del Decreto, aggiornandone i contenuti sulla base delle evidenze e delle criticità di implementazione individuate dalle diverse Regioni, nonché integrandolo con indirizzi specifici per alcune tipologie di ambiti assistenziali e prevedendo specifiche deroghe per le regioni più piccole”.
 
Questa seconda scheda, in parole povere, vuole offrire la possibilità per le Regioni di adattare il riordino della rete ospedaliera alle proprie specifiche esigenze. Esigenza più che legittima, che si tradurrà però nel rischio che l’auspicato potenziamento dei servizi territoriali venga rallentato dal mantenimento di una rete ospedaliera ancora troppo diffusa per esigenze di consenso, anche esse più che legittime.
 
Proprio per dare forza e riferimenti alle politiche di riordino regionali dei servizi territoriali diventa importante recuperare accelerandone  l’approvazione le Linee di indirizzo per la riorganizzazione delle reti territoriali a suo tempo predisposte dall’Agenase già “esposte” ad una consultazione pubblica scaduta il 5 aprile 2018.
 
Nel sito dell’Agenas compaiono le (peraltro poche) osservazioni ricevute, ma non compare il testo delle linee di indirizzo che nella loro dizione completa riguardano “La riorganizzazione delle Reti dei Servizi Territoriali (Re.Se.T.) e l’integrazione dell’attività ospedaliera con l’attività territoriale - Linee di indirizzo per il potenziamento e l’armonizzazione dei modelli di assistenza primaria in Italia, con particolare riferimento alla cronicità”.
 
In occasione di  iniziative congressualiqueste linee di indirizzo sono state descritte e quindi si sa che esse riguardano (come del resto prevedibile):
 
• l’implementazione di forme alternative al ricovero;
 
• l’integrazione della rete ospedaliera con la rete dei servizi territoriali anche attraverso l'adozione ordinaria di linee guida per la gestione integrata dei PDTA per le patologie complesse ed a lungo termine e di Protocolli di Dimissione protetta per i pazienti che richiedono continuità di cura in fase post acuta;
 
• lo sviluppo di programmi di telemedicina per la gestione integrata tra ospedale e territorio di quelle condizioni cliniche ove ciò sia appropriato.
 
Nella pagina del sito dell’Agenas dedicato alle reti, si ricava che il documento con queste linee di indirizzo è stato inviato all’Ufficio di Gabinetto del Ministero della Salute per il successivo iter istituzionale, e quindi la sua approvazione da parte della Conferenza Stato-Regioni.
 
L’approvazione del nuovo Patto per la Salute fornisce lo spunto per la accelerazione del percorso di approvazione del documento.
 
Infatti, non a caso all’inizio della già citata scheda 8 il Patto così si esprime “Il mutato contesto socio-epidemiologico, l’allungamento medio della durata della vita e il progressivo invecchiamento della popolazione, con il costante incremento di situazioni di fragilità sanitaria e sociale, l’aumento della cronicità e la sempre più frequente insorgenza di multi-patologie sul singolo paziente, impone una riorganizzazione dell’assistenza territoriale che promuova, attraverso modelli organizzativi integrati, attività di prevenzione e promozione della salute, percorsi di presa in carico della cronicità, basati sulla medicina di iniziativa in stretta correlazione con il Piano Nazionale della Cronicità e il Piano di governo delle liste di attesa e il Piano Nazionale della Prevenzione, per promuovere un forte impulso e un investimento prioritario sull'assistenza sociosanitaria e sanitaria domiciliare, lo sviluppo e l’innovazione dell’assistenza semiresidenziale e residenziale in particolare per i soggetti non autosufficienti”.
 
Insomma il nuovo Patto mette in primo piano proprio quello di cui si occupano le linee di indirizzo predisposte dal tavolo di lavoro coordinato dall’Agenas.
 
E’ questo un ulteriore tassello che il nuovo ministro potrebbe aggiungere alle misure già realizzate nell’ambito della sanità nei primi 100 giorni di attività del governo di cui fa parte importante e attiva.
 
E se poi quelle linee di indirizzo andassero aggiornate e riviste, a maggior ragione vanno fatte “riemergere” per completare il lavoro. Senza linee di indirizzo almeno in parte cogenti, le reti territoriali rischiano di rimanere sempre nelle ultime pagine della agenda delle politiche sanitarie regionali, con le prime fittamente riempite dai tentativi di arrivare a un riordino il meno doloroso possibile della rete ospedaliera.  
 
Claudio Maffei
Coordinatore scientifico di Chronic-on

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