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Venerdì 20 DICEMBRE 2019
Assicurazioni e salute. Intesa San Paolo Vita assume il controllo di Rbm Assicurazione Salute

Nasce “Intesa Sanpaolo Rbm Salute”, con 606 milioni di euro di premi nel business salute ed una quota mercato del 20,8%. Un’operazione di portata strategica, in linea con gli obiettivi di crescita di Intesa Sanpaolo nel settore danni. L’accordo consentirà alla clientela l’accesso a prestazioni sanitarie di qualità e servizi all’avanguardia, con sinergie distributive e di prodotto tra i canali del gruppo bancario e della fabbrica assicurativa.

I Consigli di Amministrazione di Intesa Sanpaolo e di Intesa Sanpaolo Vita hanno approvato l’ingresso con una quota di controllo nel capitale di RBM Assicurazione Salute, interamente posseduta dal Gruppo Rbh, della famiglia Favaretto. La società, fondata nel 2007, è il terzo operatore in Italia nel mercato assicurativo salute con una quota del 17,7%; unico player indipendente, registra 515 milioni di euro di premi lordi, un utile netto di circa 37 milioni di euro, quasi  5 milioni di clienti, partnership con oltre 130 fondi sanitari integrativi e casse di assistenza in Italia, conta 55 dipendenti e un solido track record in termini di crescita dei premi e della profittabilità.
 
Una volta ottenute le necessarie autorizzazioni di Ivass ed Agcm, Intesa Sanpaolo Vita acquisterà direttamente per cassa il 50% +1 azione, al prezzo di 300 milioni di euro, entro luglio 2020. Successivamente salirà al 100% del capitale in modo progressivo dal 2026 al 2029, ad un prezzo di acquisto determinato secondo una formula mista – patrimoniale e reddituale – in base al raggiungimento di obiettivi di crescita prestabiliti.
 
Con l’acquisizione di Rbm Assicurazione Salute – che prenderà il nome di “Intesa Sanpaolo Rbm Salute” – il Gruppo Intesa Sanpaolo rafforza significativamente il proprio posizionamento domestico nel comparto ad alto valore aggiunto “danni, non auto”, cresciuto in Italia dell’8,8% nel periodo 2015-18 e con ulteriori prospettive di espansione per i prossimi anni.
 
La nuova Compagnia, che grazie all’offerta distintiva di Rbm nelle polizze collettive registra complessivamente 606 milioni di euro di premi nel business salute ed una quota mercato del 20,8%, si rivolgerà sia alla propria clientela tradizionale (fondi sanitari, aziende ed enti pubblici), sia ai clienti retail ed imprese di Intesa Sanpaolo, integrando con i propri servizi sanitari l’attuale prodotto” XME Protezione”, sviluppato da Intesa Sanpaolo Assicura.
 
La Divisione Insurance di Intesa Sanpaolo beneficerà, di numerosi fattori di crescita:
- forza propulsiva del canale diretto di RBM (attraverso i rapporti consolidati con le parti sociali, le aziende, gli ordini e le casse professionali e la pubblica amministrazione),
- offerta integrata di polizze collettive salute di RBM
- pieno sviluppo del modello distributivo della bancassicurazione, verso la clientela small – medium corporate e retail
- costituzione di un’Agenzia assicurativa per la vendita di prodotti personalizzati, dedicati principalmente alla clientela large corporate.
 
Verrà sviluppato l’accordo di servicing con Previmedical, partner strategico dell’accordo, che metterà a disposizione della clientela di Intesa Sanpaolo Rbm Salute la più grande rete medicale convenzionata in Italia (con oltre 113.000 strutture), con elevata qualità dei servizi e condizioni economiche vantaggiose rispetto alla media di mercato. I clienti avranno a disposizione la centrale operativa di Previmedical, attiva 24/7, 365 giorni l'anno, che sarà incaricata della gestione delle prestazioni sanitarie.

L’operazione, infine, consentirà di mettere a fattor comune competenze specialistiche, esperienze e strumenti, fornendo risposte ai nuovi bisogni sanitari. Intesa Sanpaolo Rbm Salute si rivolgerà principalmente a: fondi sanitari contrattuali, grandi aziende, piccola e media impresa, casse professionali, enti pubblici e famiglie, al fine di assicurare a tutti i cittadini un’adeguata tutela della propria salute.
 
“Questa operazione ci consente di accelerare lo sviluppo del business danni e ci avvicina agli obiettivi del nostro Piano d’Impresa. Offriremo alla clientela retail di Intesa Sanpaolo - ha dichiarato Nicola Fioravanti, AD di Intesa Sanpaolo Vita e Responsabile della Divisione Assicurativa del Gruppo Intesa Sanpaolo, che sarà indicato quale Presidente nella nuova Compagnia - le garanzie salute di Rbm ed alle imprese i prodotti di welfare e le polizze collettive, anche non standard. Valorizzeremo le opportunità di cross-selling, tramite l’offerta di nuovi servizi da parte di tutte le nostre Compagnie e renderemo ancora più efficienti le nostre proposte commerciali in nuovi segmenti di mercato. Intesa Sanpaolo Rbm Salute sarà un polo di eccellenza, che saprà proporre un servizio di consulenza qualificata a tutti i clienti, specialmente in un mercato come quello italiano, dove il rapporto tra spesa intermediata da assicurazioni e spesa diretta di privati è inferiore alla media europea”.
 
Per Marco Vecchietti, AD di Rbm Assicurazione Salute, indicato quale AD nella nuova Compagnia, in considerazione dell’esperienza acquisita nel settore, "L’accordo odierno garantisce un supporto fondamentale allo sviluppo della Compagnia, dell’intero settore dell’assicurazione salute e della sanità integrativa, spesso invocate come possibili soluzioni ai problemi del sistema sanitario italiano. La spesa sanitaria “privata” – 1/4 dell’intera spesa sanitaria nazionale – ha ormai sforato i 40 miliardi di euro annui; si tratta di un costo crescente per le famiglie, che ne finanziano l’87,4% direttamente. Nonostante i passi avanti fatti in questi anni, resta contenuta la diffusione della sanità integrativa (che finanzia solo il 9% delle cure private degli italiani) e dell’assicurazione sanitaria (che, invece, ne finanzia il 3,6%), a causa di un impianto normativo che non consente a tutti i cittadini di disporre di un secondo pilastro da affiancare alle tutele del Servizio Sanitario Nazionale. La sfida da vincere è quella di gestire le cure pagate direttamente dai cittadini, attraverso una piena integrazione delle strutture sanitarie, l’ampliamento di partnership con i principali produttori di beni (farmaci, protesi, occhiali) ed un impiego sempre maggiore dell’innovazione tecnologica”.

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