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Mercoledì 29 GENNAIO 2020
Coronavirus. Iss: “Possibile che casi siano sottostimati”. Italiani pronti al rientro da Wuhan e al momento sembra esclusa per loro la quarantena in ospedale

Il volo dei connazionali partirà non prima di domani. In una riunione all’Iss con ordini professionali, società scientifiche, Regioni, Iss, ministero della Salute, Protezione civile e Forze dell'ordine si è fatto  il punto sulla situazione: “Con estrema cautela, possiamo dire che i livelli di letalità sono attualmente inferiori a quelli della SARS e superiori a quelli dell’influenza, anche per la mancanza di un vaccino in grado di proteggere le persone più fragili”. Questi i dati aggiornati alla data di oggi, 29 gennaio, diffusi dall'Ecdc: 6.072 casi confermati nel Mondo, 132 morti (tutti in Cina), e 8 casi nella UE (4 in Francia e 4 in Germania).

“Le modalità di sorveglianza delle persone che rientreranno da Wuhan saranno a carico dell'unità di crisi”. Lo ha affermato Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero della Salute, durante una conferenza stampa nella sede dell'Iss al termine della riunione di un tavolo tecnico sul Coronavirus a cui hanno partecipato oltre a Iss e Ministero, professionisti di tutti gli ordini, i referenti regionali, le società scientifiche, il nucleo di emergenza, le forze dell'ordine, la Protezione civile, agenzie come Aifa, Agenas e il Consiglio superiore di Sanità.
 
“Sono in corso di definizione - ha detto Ruocco - le misure e le procedure di sorveglianza necessarie”. Nel corso della riunione del tavolo tecnico dell'Istituto è stato anche valutato che “non dovrebbe trattarsi di una quarantena in ospedale. Il volo non parte prima di domani, ha detto Ruocco, ci stiamo organizzando e ovviamente le persone saranno informate prima di quanto verrà deciso e potranno accettare o meno le procedure che poi non potranno rifiutare”. In ogni caso “il protocollo per la quarantena dei connazionali sarà valutato e definito nelle sue modalità dalla task force che sta seguendo giornalmente l'evoluzione dell'emergenza coronavirus”.
 
“Oggi pomeriggio c’è stato un momento di riflessione tecnico-scientifica voluto dal ministro all'interno del tavolo che si riunisce permanentemente al ministero sulla situazione. Sono stati coinvolti professionisti di tutti gli ordini, i referenti regionali, le società scientifiche, il nucleo di emergenza, le forze dell'ordine, la Protezione civile, agenzie come Aifa, Agenas e il Consiglio superiore di Sanità. L'obiettivo era fare il punto sulle conoscenze tecnico-scientifiche di cui oggi disponiamo e che quotidianamente si arricchiscono, è stata una riunione per coordinarci”, ha detto il presidente dell'Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro.
 
“Lavoriamo – ha spiegato - su modelli di gestione messi a punto in occasione di eventi precedenti adattando le modalità di reazione e siamo in grado di affrontare eventuali casi con efficienza e competenza. In un momento come questo in cui le notizie si rincorrono e' molto importante utilizzare documenti frutto di gruppi che si riuniscono permanentemente a livello nazionale e internazionale, come i siti di Oms, Ecdc, Css e Iss”.
 
Secondo Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell'Istituto per le malattie infettive Spallanzani di Roma, “nessuno può essere ospedalizzato senza una vera causa”.
 
“Le conoscenze sono limitate – ha commentato Giovanni Rezza, Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS – perché non abbiamo dati sufficienti relativi al follow up dei casi. Con estrema cautela, possiamo dire che i livelli di letalità sono attualmente inferiori a quelli della SARS e superiori a quelli dell’influenza anche per la mancanza di un vaccino in grado di proteggere le persone più fragili. Quello che è certo è il focolaio con epicentro a Wuhan, sede del mercato ittico dove tuttavia non si commercia solo pesce, ma molti altri animali selvatici vivi. E’ certo anche che la trasmissione di comunità, ovvero il passaggio da uomo a uomo, è sostenuta. Poche invece le certezze relativamente all’incubazione (probabilmente tra 2 e 7 giorni), al picco di escrezione virale, a quanti altri casi può generare una persona colpita dal virus (diversi modelli matematici hanno stimato due casi)”.
 
“Non credo – ha proseguito - che la Cina stia dando i dati non completi per nascondere il problema. Il punto è che i dati sono relativi solo ai casi accertati: sfuggono sicuramente tutti i casi più lievi. Questo comporta una sottostima del numero dei pazienti. Quindi non saranno 6.000 contagiati, ma di più. Secondo i modelli inglesi, per esempio, le stime vanno da migliaia di casi ad alcune decine di migliaia. Soprattutto nelle città il virus corre più velocemente che nei villaggi. Se ci fermiamo ai dati ufficiali, quindi, sottostimiamo notevolmente il numero di casi, semplicemente perché c'è una capacità limitata di intercettarli tutti”.
 
Nel corso dell'incontro forniti anche gli aggiornamenti alla data di oggi, 29 gennaio, dei dati diffusi dall'Ecdc: 6.072 casi confermati nel Mondo, 132 morti (tutti in Cina), e 8 casi nella UE (4 in Francia e 4 in Germania).

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