quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 13 FEBBRAIO 2020
Violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari. Ddl approvato dalle Commissioni Affari Sociali e Giustizia della Camera. Riconosciute le tutele ma non lo status di pubblico ufficiale. Aziende avranno l’obbligo di costituirsi parte civile

Queste alcune delle principali modifiche apportate dalle Commissioni congiunte, Giustizia e Affari Sociali, che nel pomeriggio hanno approvato, il ddl contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari già licenziato dal Senato nei mesi scorsi. Da segnalare le forti proteste della Lega che ha abbandonato i lavori della Commissione. L'approdo del testo in assemblea è previsto intorno al prossimo 21 febbraio. Per la sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa: "Abbiamo ottenuto il massimo delle tutele rispondendo alle richieste che i lavoratori della sanità ci avevano sollecitato". EMENDAMENTI APPROVATI

No alla qualifica di pubblico ufficiale a medici e personale sanitario e socio sanitario in servizio, ma sì a tutte le tutele che la qualifica di pubblico ufficiale comporta, ossia procedibilità di ufficio e aggravio delle pene per chi commette aggressioni ai loro danni. Inoltre, nei processi di aggressione nei confronti dei propri operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni, le Aziende sanitarie avranno l'obbligo di costituirsi parte civile.
 
Queste alcune delle principali modifiche apportate dalle Commissioni congiunte, Giustizia e Affari Sociali che nel pomeriggio di oggi hanno approvato con alcune integrazioni il ddl contro la violenza sugli operatori sanitari e sociosanitari, già licenziato dal Senato nei mesi scorsi. Da segnalare le forti proteste della Lega che, abbandonando i lavori, ha dichiarato "guerra" durante l'esame in Aula. Proprio l'approdo del testo in assemblea è previsto intorno al prossimo 21 febbraio.
 
Uno dei principali nodi da sciogliere è stato proprio infatti quello riguardante la qualifica di pubblico ufficiale per gli operatori sanitari per il personale sanitario in servizio. Lo stop a questa proposta è arrivato dopo che la Commissione Giustizia aveva espresso il suo parere contrario al riconoscimento, in quanto sarebbe stato “improprio” attribuirla a figure professionali della sanità, caricandole anche di aggravi di responsabilità non consoni. Posizione avvalorata, peraltro, dopo un approfondimento tecnico, anche dalla Consulta delle professioni sanitarie e socio sanitarie riunita oggi al ministero della Salute (erano presenti i presidenti della Fnomceo Filippo Anelli, della Fofi Andrea Mandelli, della Fnopi Barbara Mangiacavalli, della Fnopo Maria Vicario, dell’Onb Vincenzo D’Anna, della Fnovi Gaetano Penocchio, del Cnoas Gianmario Gazzi del Cnop David Lazzari e Renato Soma Consigliere delegato dal Presidente dei Chimicifisici). Su questo punto la Commissione Affari Sociali ha dunque deciso di allinearsi alle posizioni espresse dalla Commissione Giustizia oltre che dalla Consulta delle professioni.
 
Soddisfazione per l'approvazione del testo è stata espressa da Governo e maggioranza. “Siamo soddisfatti del risultato – ha detto a Quotidiano Sanità il sottosegretario alla Salute Sandra Zampa – abbiamo ottenuto il massimo delle tutele rispondendo alle richieste che tutti i lavoratori della sanità ci avevano da sempre sollecitato, ossia, vedere riconosciute le stesse tutele che derivano dallo status di pubblico ufficiale, quindi in primo luogo la procedibilità di ufficio, un aggravio delle pene per chi commette aggressioni verso medici, infermieri e tutti gli operatori della sanità”.
 
“Ci siamo uniformati a quanto la Giustizia ci chiedeva, confortati dal fatto che il medesimo orientamento fosse stato condiviso dalla Consulta delle professioni sanitarie riunita questa mattina al ministero della Salute. Svilire questo risultato come fa la Lega che ha abbandonato i lavori minacciando battaglia in Aula – conclude Zampa – è una pura strumentalizzazione politica, non sarà utile né a loro né tanto meno a quanti ogni giorno lavorano negli ospedali e sul territorio. il mio auspicio è che l’Aula possa approvare al più presto una legge tanto attesa”.

Un plauso per l'approvazione è arrivato anche da Paolo Siani, pediatra e deputato dem della XII commissione, oltre che promotore dell'emendamento che obbligherà le Aziende sanitarie a costituirsi parte civile nei processi per aggressioni a danno degli operatori sanitari. “Siamo alla stretta finale sulla proposta di legge sulla sicurezza del personale sanitario – ha dichiarato – sono stati due giorni di lavori intensi nelle commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera, con riunioni, approfondimenti, consultazioni, confronti anche aspri. Al termine è stato deciso di dare a tutti gli operatori tutti i vantaggi della qualifica di pubblico ufficiale (procedibilità d’ufficio, inasprimento delle pene), senza tutti gli oneri che comporta questa qualifica. Inoltre, è previsto che le aziende sanitarie abbiano l’obbligo di costituirsi parte civile nei processi di aggressione nei confronti dei propri operatori sanitari nell’esercizio delle loro funzioni”.
 
“In sostanza, quando la legge sarà approvata chiunque farà violenza a un operatore sanitario o sociosanitario, in qualsiasi luogo stia lavorando, incorrerà nelle medesime pene previste per l’aggressione a un pubblico ufficiale. Questo sarà il più importante deterrente che speriamo possa definitivamente far terminare questa lunga spirale di violenza verso chi si prende cura di noi”, ha concluso Siani.
 
A fare il punto sugli obiettivi raggiunti con l'approvazione di questo nuovo testo, modificato nel corso dei lavori da parte delle due Commissioni congiunte, è stata la relatrice, Angela Ianaro (M5S): "L’obiettivo di questa legge che ricordiamo è stata fortemente voluta dall’ ex ministro Giulia Grillo è quello di rispondere ad una necessità cogente di maggiore tutela degli operatori sanitari e socio sanitari nello svolgimento delle loro funzioni. Abbiamo ulteriormente esteso le tutele includendo tutte le figure professionali coinvolte nella salvaguardia della salute pubblica, compresi gli operatori di pubblico servizio che prestano soccorso e assistenza sanitaria, e abbiamo previsto di implementare la formazione del personale per prevenire atti di violenza. Per noi è fondamentale la prevenzione così come lo è tutelare tutti coloro che sono coinvolti nella salvaguardia della salute pubblica".
 
“Un ottimo lavoro, concluso nel rispetto dei tempi”, le ha fatto eco Elena Carnevali, capogruppo dem in commissione Affari sociali. “L’inasprimento delle pene in caso di lesioni personali gravi o gravissime e l’estensione delle aggravanti nei delitti commessi con violenza e minaccia e la procedura d’ufficio – ha sottolineato – sono il segnale tangibile che i professionisti non sono più soli nell’opera di contrasto dei frequenti casi di violenza nei loro confronti, l’obbligo di costituirsi parte civile per le aziende e le pubbliche amministrazioni e la procedura d’ufficio, sono il segnale tangibile che i professionisti non sono più soli nell’opera di contrasto dei frequenti casi di violenza nei loro confronti. La formazione e la prevenzione sono poi gli altri due caposaldi del testo, oltre alla previsione nei piani di sicurezza di protocolli operativi con le forze dell’ordine per garantire interventi tempestivi”.
 
“È un vero peccato - ha rimarcato Carnevali - che la Lega abbia deciso di abbandonare i lavori su una tema così delicato e urgente, vista anche la disponibilità che i relatori Bordo e Ianaro avevano fornito rispetto al respingimento di proposte che rischiavano di escludere alcune professioni e dopo che avevamo garantito agli operatori, compresi i volontari del soccorso, tutte le tutele riservate ai pubblici ufficiali. Ora attendiamo il vaglio delle commissioni di merito, per giungere presto all’approvazione dell’Aula della Camera”.
 
"Da ministro ho voluto con tutta me stessa un ddl che proteggesse il nostro personale sanitario, spesso vittima di aggressioni e violenze. Oggi, questo ddl è stato finalmente approvato dalle commissioni della Camera e non mi resta che sperare che passi velocemente anche in Senato." Così l’ex Ministro della Salute Giulia Grillo su Twitter a seguito dell'approvazione del ddl che lei aveva presentato nell’estate 2018.

 
Una voce fuori dal coro è invece quella di Michela Rostan (LeU) che si è vista respingere il suo emendamento con il quale si chiedeva il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario in servizio. “Per due anni ho lavorato intensamente alla mia proposta di legge per il riconoscimento della qualifica di pubblico ufficiale ai medici e al personale sanitario in servizio – ha scritto in un post sulla sua pagina Facebook – è stata la mia prima proposta della legislatura, ed è stata la mia battaglia fino all’ultimo. Purtroppo oggi, in Commissione Affari sociali, il governo ha dato parere contrario al mio emendamento, e Pd e 5stelle hanno votato contro. Nel corso di tutto questo tempo ho incontrato decine di operatori sanitari vittime di aggressioni anche brutali, rappresentanti nazionali e locali dei sindacati di categoria, i medici dell'associazione ‘Nessuno tocchi Ippocrate’, gli operatori del 118, associazioni di professionisti, titolari di strutture cliniche, esperti giuristi e le guardie giurate che operano nelle strutture ospedaliere. Molti di loro sono stati ascoltati in audizione nella Commissione della quale faccio parte. Tutti d'accordo con questa proposta. Insieme abbiamo preparato il testo di legge. Ecco perché è un voto che fa male. Che mostra il più totale disinteresse per i problemi di una categoria che quotidianamente si adopera per tutelare la nostra salute tra mille problemi logistici e organizzativi".
 
"Io ho fatto tutto quello che potevo: ho difeso la proposta fino a votare in dissenso da governo e maggioranza – ha aggiunto – ora tocca agli altri prendersi la responsabilità delle loro scelte. La mia battaglia è stata limpida e decisa. La legge sulla violenza ai medici e al personale sanitario uscirà dalla Camera imperfetta, inefficace, insufficiente. C’è grande rammarico e grande amarezza. Ma ho l’orgoglio di aver difeso fino in fondo le cose in cui credo”, ha concluso Rostan.
 

Ester Maragò
Giovanni Rodriquez

© RIPRODUZIONE RISERVATA