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Lunedì 17 FEBBRAIO 2020
Sicurezza sul lavoro. L’allarme di Nannicini (PD): “Provvedimento abbandonato nel limbo”

Sono passati 4 mesi dalla promulgazione della legge istitutiva della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia ma, come denuncia il senatore dem, "dalla politica si percepisce solo ipocrita indignazione di fronte ad un problema così grave come quello delle morti sul lavoro”. L'obiettivo per Nanninicini deve essere quello di "intensificare ulteriormente gli sforzi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno, che devono concentrarsi su alcune direttrici fondamentali".

A circa quattro mesi dalla promulgazione della legge istitutiva della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, il Senatore Tommaso Nannicini, primo firmatario del documento alla base dell’iter che ne ha favorito l’approvazione, è amareggiato e allarmato perché dice “il provvedimento è abbandonato nel limbo. Dalla politica si percepisce solo ipocrita indignazione di fronte ad un problema così grave come quello delle morti sul lavoro”.

Non a caso, infatti, il quadro fotografato all’inizio del mese dall’INAIL non è affatto incoraggiante. “Nel 2019, riporta il bollettino dell’Istituto, le denunce di infortunio presentate entro lo scorso mese di dicembre sono state 641.638, 915 in più rispetto alle 640.723 del 2018 (+0,1%). I dati mensili rilevati al 31 dicembre di ciascun anno (provvisori in quanto si consolideranno nelle successive rilevazioni del 2020) evidenziano a livello nazionale un incremento solo dei casi avvenuti “in itinere”, nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che sono passati da 98.446 a 100.905 (+2,5%), mentre quelli “in occasione di lavoro” sono scesi da 542.277 a 540.733 (-0,3%).
 
Tra gennaio e dicembre del 2019 il numero degli infortuni denunciati è diminuito dello 0,05% nella gestione Industria e servizi (dai 501.740 casi del 2018 ai 501.496 del 2019) e dell’1,5% in Agricoltura (da 33.180 a 32.692), mentre è aumentato dell’1,6% nel Conto Stato (da 105.803 a 107.450). L’analisi territoriale evidenzia un aumento delle denunce d’infortunio sul lavoro nel Nord-Ovest (+ 0,1%), nel Centro (+1,2%) e nelle Isole (+0,5%), e una diminuzione nel Nord-Est (-0,1%) e al Sud (- 0,8%), Tra le regioni con i maggiori incrementi percentuali si segnalano la Sardegna (+4,2%), Basilicata (+2,7%), Umbria (+2,2%) e Marche (+2,1%), mentre i decrementi maggiori sono quelli rilevati in Molise (-6,9%), Valle d’Aosta (-4,0%) e Abruzzo (-3,7%).

Il lieve aumento delle denunce che emerge dal confronto tra il 2018 e il 2019 è legato esclusivamente alla componente femminile, che registra un +0,5% (da 228.762 a 229.865 denunce), a differenza di quella maschile, in diminuzione dello 0,05% (da 411.961 a 411.773). L’incremento ha interessato esclusivamente i lavoratori extracomunitari (da 79.312 a 83.250: +5,0%), mentre le denunce di infortunio dei lavoratori italiani, che rappresentano circa l’83% del totale, sono in calo dello 0,5% (da 536.153 a 533.462) e quelle dei comunitari in calo dell’1,3% (da 25.254 a 24.923). Dall’analisi per classi di età emergono aumenti tra gli under 30 (+2,4%) e tra i 50 e 69 anni (+1,7%). In diminuzione del 2,5%, invece, le denunce dei lavoratori della fascia 30-49 anni, nella quale rientra il 40% dei casi registrati”.

Secondo l’economista del PD non basta la pur necessaria “manutenzione” del testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro o la sua rigorosa applicazione. Tengo molto, dice Nannicini, anche al disegno di legge sulla sicurezza sul lavoro che, nonostante il PD sia nella maggioranza di Governo, non si è riusciti ancora a calendarizzare. Nel documento c’è il varo di un’Agenzia nazionale unica che superi l’inadeguatezza della formula “costo zero” contenuta nel Jobs Act, perché per rafforzare il corpo ispettivo sul lavoro servono investimenti, aggiornamenti delle competenze e coinvolgimenti di tutti gli Enti, non solo dell’INL, ma delle Regioni, ASL, e anche Carabinieri e Guardia di Finanza. Poi incentivi alla prevenzione, come per esempio un super ammortamento per le Aziende che investono in sicurezza. Ed ancora maggiori tutele alle vittime degli infortuni, quali il patrocinio gratuito a carico dello Stato e provvisionali più consistenti.”

Essendo declinati nella legge istitutiva della Commissione anche i temi dello sfruttamento, della presenza dei minori e della criminalità organizzata, Nannicini precusa che l’obiettivo è stato quello di dare anche a questa legislatura un organo, con gli stessi poteri dell’autorità giudiziaria in fatto di indagini, per fare luce sulle condizioni di lavoro in un Paese in cui si continua a perdere la vita facendo il proprio mestiere.

Il testo base, in continuità con le precedenti legislature, mette l’accento sulla sicurezza ma amplia il campo ad accertamenti sul rispetto della normativa in tema di appalti, subappalti con specifico riguardo ai consorzi, al fenomeno delle cooperative di comodo, in particolare in “settori sensibili come edilizia e logistica”. “Saranno accesi i fari, poi, ed è questa una delle novità rispetto alle Commissioni precedenti, sull’impiego illegale di minorenni specie se “provenienti dall’estero”. Occorre delineare un percorso che faccia emergere tali attività, sottolinea Nannicini, per lo più sconosciute, che comportano quasi sempre danni alla salute dei minori irreversibili.”

Per il senatore PD i numeri degli infortuni mortali e non, registrati restano ancora troppo elevati ed inaccettabili per un Paese civile. Occorre quindi intensificare ulteriormente gli sforzi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno, che devono concentrarsi su alcune direttrici fondamentali: la formazione/informazione dei lavoratori e delle imprese, i controlli sull’applicazione delle norme, il coordinamento fra tutti i soggetti sociali ed istituzionali competenti e l’efficacia deterrente delle sanzioni.
 
Il lavoro svolto dalle Commissioni di inchiesta delle precedenti legislature ripropone con urgenza un forte impegno delle istituzioni e delle forze politiche e sociali affinché continuino ad essere affrontate senza indugio le gravi problematiche connesse alle tematiche della sicurezza e dello sfruttamento sul lavoro. Si tratta pertanto di raccogliere tali indicazioni e procedere nuovamente alla costituzione della Commissione di inchiesta che, nel documento che si sottopone all’attenzione di questo ramo del Parlamento, si pone in linea di continuià con le precedenti.
 
La Commissione accerta: a) l’entità dello sfruttamento del lavoro con particolare riguardo agli strumenti di prevenzione e repressione; b) l’entità della presenza dei minori, con particolare riguardo ai minori provenienti dall’estero e alla loro protezione ed esposizione a rischio; c) l’incidenza del fenomeno della presenza di imprese controllate direttamente o indirettamente dalla criminalità organizzata, nonché il rispetto della normativa in caso di appalti e subappalti con specifico riguardo ai consorzi, al fenomeno delle cooperative di comodo, alle reti di impresa e ai siti produttivi complessi, con particolare evidenza ai settori sensibili come edilizia e logistica; d) la congruità delle provvidenze previste dalla normativa vigente a favore dei lavoratori o dei loro familiari in caso di infortunio sul lavoro; e) l’idoneità dei controlli da parte degli organi di vigilanza sulla applicazione delle norme antinfortunistiche; f) la dimensione e la gravità degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo alla tutela delle vittime e delle loro famiglie; g) le cause degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alla loro entità nell’ambito del lavoro nero o sommerso e del doppio lavoro; h) l’incidenza complessiva del costo degli infortuni sul lavoro sulla dimensione familiare dei lavoratori, sulla produttività delle imprese, sul Servizio sanitario nazionale e sul sistema economico; i) eventuali nuovi strumenti legislativi e amministrativi da proporre al fine della prevenzione e della repressione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali; l) l’incidenza e la prevalenza del fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in ragione dell’età e del luogo di residenza delle vittime, attraverso lo svolgimento di appropriate analisi.
 
La Commissione deve altresì verificare le condizioni di lavoro dei lavoratori stagionali; la partecipazione degli immigrati al mercato del lavoro per tipologia lavorativa, sesso, collocazione sul territorio nazionale e titolo di studio; il fenomeno del caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, nonché la gestione logistica delle imprese attorno alla quale si verificano spesso infiltrazioni della criminalità organizzata.

Domenico Della Porta
Presidente Osservatorio Nazionale Malattie Occupazionali e Ambientali Università degli Studi di Salerno

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