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Giovedì 20 FEBBRAIO 2020
Coronavirus. In tutta la Cina colpite fino ad oggi 74.576 persone, 2.118 sono morte ma 16.155 sono guarite e tornate a casa. Cina ottimista, Oms più cauta ma parla comunque di “buone notizie dalla Cina”. Ecco gli ultimi dati

I dati sono quelli forniti stamattina dalla National Health Commission cinese, aggiornati alla mezzanotte di ieri, 19 febbraio. Il premier Xi Jinping parla di "progressi visibili" e il Dg dell'Oms Tedros di "dati che sembrano mostrare un declino di nuovi casi, anche se è troppo presto per fare previsioni certe". In ogni caso le persone guarite fino ad oggi in Cina sono quasi otto volte di più di quelle decedute.

Gli ultimi dati della National Health Commission cinese indicano che al momento (esattamete alla mezzanotte di ieri 19 febbraio) sono 74.576 le persone con virus confermato di cui 2.118 sono morte e 16.155 guarite e tornate a casa. Restano quindi 56.303, i pazienti positivi al virus ancora ricoverati di cui quasi 12mila in gravi condizioni.
 
Inoltre, sempre alla data di ieri a mezzanotte, il report ci dice anche che la provincia di Hubei (epicentro dell’epidemia) ha segnalato 349 nuovi casi di infezione confermata, 880 nuovi casi di sospetta infezione (di cui 483 a Wuhan) e 108 decessi (di cui 88 a Wuhan). Ma anche che 1.209 pazienti sono stati dimessi dagli ospedali dopo essere stati guariti, di cui 553 nella città di Wuhan.
 
I dati diffusi questa mattina dall'ente sanitario del governo ciense, ci dicono infine che sono 589.163 le persone che hanno avuto uno stretto contatto con pazienti infetti e che di queste 126.363 sono ora sotto osservazione medica.
 
E’ ancora presto per dire che qualcosa sta mutando nella curva epidemiologica dell’epidemia di COVID-19 (anche se il grafico che riportiamo alla fine dell'articolo sembra confermare un calo del trend) ma è certo che, almeno a livello di numeri “secchi”, qualcosa sta cambiando: le prime evidenze sono che le persone guarite fino ad oggi in Cina sono quasi 8 volte le persone decedute e che complessivamente la mortalità registrata sui soli casi confermati, senza contare quindi la totalità dei casi sospetti, resta sotto il 3% (esattamente al 2,8% calcolandola alla data del 19 febbraio).
 
Probabilmente è anche leggendo questi dati che l’altro ieri il premier cinese Xi Jinping in una conversazione telefonica con il primo ministro britannico Boris Johnson ha detto che “le misure cinesi per prevenire e controllare l'epidemia di COVID-19 stanno raggiungendo progressi visibili”.
 
Ed è sempre sulla base di questi dati che lo stesso Dg dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel briefing di ieri con la stampa a Ginevra ha sottolineato come “i dati provenienti dalla Cina sembrano mostrare un declino di nuovi casi” e che “questa è senz’altro una buona notizia”, aggiungendo subito dopo, però, che “deve essere interpretata con molta cautela, perché è troppo presto per fare previsioni certe sull’evoluzione del contagio”.
 
Insomma cauto ottimismo, più forte in Cina, che a livello internazionale, ma ottimismo. Ma saranno solo i dati delle prossime settimane a dirci se questa pausa nell’escalation della paura ha avuto una ragion d'essere oppure no.
 

 
Nota: I dati relativi al 13/02/20, includono tutti i casi sospetti con diagnosi clinica di polmonite (non necessariamente confermato in laboratorio con COVID-19) segnalati dalla Cina.
 
Fonte: Ecdc

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