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Lunedì 24 FEBBRAIO 2020
Coronavirus. Lo Smi Lombardia scrive a Fontana: “Pronti a dare il nostro contributo. Ecco le nostre proposte”

Il Sindacato chiede di prendere parte, come rappresentanza della categoria, ai tavoli regionali della Task Force emergenza coronarovirus “per dare un contributo fattivo e contestualizzato alle realtà territoriali”. Ma evidenzia la necessità di garantire ai medici di “poter lavorare in sicurezza” e per questo avanza una serie di richieste e di proposte. Tra queste, la fornitura di dispositivi di protezione individuale. Ma anche l’attivazione di sistemi “per limitare, in questa fase critica di epidemia, gli accessi impropri agli studi medici per incombenze puramente burocratiche”. LA LETTERA

Enzo Scafuro, segretario Regionale Lombardia del Sindacato Medici Italiani (Smi) scrive una lettera aperta al Governatore della Lombardia Attilio Fontana per esprimere la disponibilità del sindacato per contribuire a fronteggiare l’emergenza coronavirus, ma anche per chiedere l’adozione di una serie di misure per garantire la sicurezza dei medici. Tra queste, la messa  in sicurezza dei Medici  con la fornitura di dispositivi di protezione individuale “per dare assistenza adeguata alla popolazione e salvaguardare la sicurezza propria e quella  dei propri familiari”.

Scafuro propone poi di far eseguire un tampone anche ai MMG, che rappresentano la figura di collegamento tra il cittadino ed il Servizio Sanitario, “considerando che essi stessi potrebbero essere portatori sani del coronavirus e considerando l’alto numero quotidiano di accessi nei propri ambulatori”.
 
Nell’ottica della riduzione dei contagi lo Smi ritiene “fondamentale” anche “l’uso del triage telefonico per dare precise indicazioni ai pazienti a rischio coronavirus, utilizzandolo come sistema alternativo all’accesso e all’affollamento degli studi  dei Medici di Medicina Generale e di visite domiciliari inappropriate e senza adeguata protezione”.

Ma anche adottare misure per limitare, in questa fase critica di epidemia, gli accessi impropri agli studi medici e ai servizi di continuità assistenziale, per incombenze puramente burocratiche, “come le certificazioni di malattia e il rilascio del promemoria per le ricette elettroniche”.

Dallo Smi, infine, la richiesta di “prendere parte come rappresentanza della categoria,ai tavoli regionali della Task Force emergenza coronarovirus   per dare un contributo fattivo e contestualizzato alle realtà territoriali”.

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