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Mercoledì 26 FEBBRAIO 2020
Coronavirus. Ieri in FVG 3.722 chiamate al sistema emergenza

Il sistema comprende il numero 112 (riservato a chi presenta i sintomi del coronavirus e che ha ricevuto 2.388 chiamate nella sola giornata di ieri) e il numero verde 800500300 dedicato alle informazioni sulla malattia. E intanto Riccardi avvisa: “Chi diffonde irresponsabilmente notizie infondate legate al coronavirus, attraverso i canali di comunicazione e i social, sarà denunciato all'autorità giudiziaria e perseguito”.

Il coronavirus fa paura. Nella sola giornata di ieri sono state complessivamente 3.722 ile telefonate registrati dal sistema di emergenza del Friuli Venezia Giulia, che comprende il 112 (riservato a chi presenta i sintomi del coronavirus) e il numero verde 800500300 dedicato alle informazioni sulla malattia.  Lo ha reso noto il vicegovernatore con delega alla Salute e alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. Riccardo Riccardi.

Delle 3.722 chiamate complessive, 2.388 sono state fatte al 112, mentre 1.334 sono state quelle al numero verde.

Intanto Riccardi fa anche sapere che chi diffonde irresponsabilmente notizie infondate legate al coronavirus, attraverso i canali di comunicazione e i social, sarà denunciato all'autorità giudiziaria e perseguito secondo le prescrizioni di legge. “L’Amministrazione - si legge in una nota diramata dalla Regione -  sta compiendo ogni sforzo possibile, come ha sottolineato la Regione, per gestire un fenomeno complesso e non c'è bisogno di comportamenti che alimentino immotivate preoccupazioni, atteggiamenti ingiustificabili e incoscienti che purtroppo si stanno moltiplicando in queste ore. Oltre a generare inutili apprensioni e inquietudini, le notizie fai da te e il ripetersi di allarmi infondati stanno inoltre aumentando la pressione sul sistema regionale che sta gestendo l’emergenza".

La Regione ha infine ribadito che solo la Protezione civile, con il Servizio sanitario regionale, è l'autorità deputata a rilasciare informazioni e aggiornamenti sul tema. Ogni altra fonte è da ritenersi non attendibile.

Nei giorni scorsi la Regione aveva emanato una ordinanza lasciando ai sindaci la possibilità, “considerate le specifiche peculiarità e le esigenze del territorio”, di "modulare quelle che sono delle direttive condivise a livello nazionale”.

Da un lato la Regione ha ribadito quali sono le misure igieniche per prevenire la diffusione del virus (lavarsi le mani, evitare contatti ravvicinati con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute, non toccarsi con le mani occhi, naso e bocca), dall'altro ha spiegato i termini delle indicazioni dell'ordinanza relative alle aggregazioni di persone. Per quel che riguarda nello specifico le attività commerciali (mercati all'aperto e centri commerciali) l'ordinanza non prevede alcuna direttiva specifica.

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