quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Lunedì 02 MARZO 2020
Coronavirus. I radiologi lanciano la campagna ‘Coronavisibile’

La società scientifica di concerto con tutte le articolazioni territoriali, ha mobilitato tutti gli 11.000 medici radiologi italiani ad attivarsi con lo stesso impegno profuso in questa fase emergenziale, mettendo a disposizione un punto email dedicato per interagire con quanti richiederanno informazioni specifiche sull'epidemia che sta interessato il nostro Paese.

Il medico radiologo ha la possibilità di rendere visibile il CORONAVIRUS, attraverso gli esami radiologici dei pazienti con sintomatologia suggestiva per infezione.

In un momento di emergenza nazionale, il Prof. Roberto Grassi, Ordinario di Diagnostica per Immagini presso l’Università della Campania e Presidente della Società italiana di Radiologia Medica ed Interventistica lancia la campagna CORONAVISIBILE, accogliendo l’invito del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che indica nella conoscenza il migliore antidoto alla paura.

La SIRM è una delle più grandi società scientifiche accreditate presso il Ministero della Salute e racchiude la totalità dei medici radiologi italiani che si sono mobilitati ad offrire un ulteriore contributo, mediatico oltre che clinico specialistico, perché il CORONAVIRUS si batte anche con la corretta informazione.

Pertanto, la società scientifica di concerto con tutte le articolazioni territoriali, ha mobilitato tutti gli 11.000 medici radiologi italiani ad attivarsi con lo stesso impegno profuso in questa fase emergenziale, mettendo a disposizione un punto email dedicato coronavirus@sirm.org per interagire con quanti richiederanno informazioni specifiche sull'epidemia che sta interessato il nostro Paese.

“Un team di esperti – si legge in una nota - , coordinati della sezione di studio di Radiologia Toracica della SIRM, sarà a disposizione della cittadinanza per rispondere ai quesiti che giungeranno al canale appositamente predisposto dalla società scientifica, per rappresentare le evidenze del Coronavirus e per tranquillizzare l’opinione pubblica, spesso vittima dei fenomeni di fake news e disinformazione in materia di COVID-19”.

“L’iniziativa – prosegue la Sirm - è stata presa anche successivamente alla posizione assunta dal Presidente Mattarella, che ringraziamo per il monito offerto quando ha affermato come “La conoscenza aiuta la responsabilità e costituisce un forte antidoto a paure irrazionali e immotivate che inducono a comportamenti senza ragione e senza beneficio, come avviene in questi giorni””.

La Società scientifica ha già pubblicato un vademecum, riservato ai propri specialisti, sul suo portale istituzionale www.sirm.org, redatto d'intesa con i responsabili delle strutture di radiologia delle zone rosse e gialle, in costante aggiornamento per offrire anche le ultime evidenze scientifiche sul notizie sul COVID-19, come conferma il Dott. Vincenzo Schininà Responsabile UOSD Diagnostica per Immagini INMI “L.Spallanzani” IRCCS.

“Sul punto – sottolinea la Sirm - , dalla zona gialla, occorre evidenziare che la diagnosi di COVID-19 deve fondarsi sulla combinazione di dati epidemiologici, clinico-radiologici e sui risultati del test RT-PCR, considerato lo standard di riferimento diagnostico”, come indicato anche dalla OMS e sostenuto dalla dott.ssa Laura Romanini, Direttore della UOC Radiologia- Istituti Ospedalieri di Cremona e componente del Consiglio Direttivo della SIRM.

Infine, dalla zona rossa, la dott.ssa Paola Scangelli, Responsabile del reparto di Radiologia dell'Ospedale Maggiore di Lodi, ribadisce che “il medico radiologo è in prima linea con i colleghi clinici per la diagnosi e la gestione della manifestazione clinica più severa di questa infezione rappresentata dalla polmonite”.

“La diagnostica per immagini – conclude la nota - , mediante radiografia del torace e l’eventuale studio TC ad alta risoluzione nei casi più complessi, contribuisce alla definizione ed alla stadiazione del grado di malattia. Tuttavia la polmonite COVID-19 presenta reperti molto aspecifici, riscontrabili anche in altre infezioni polmonari, come quella da Influenza A (H1N1), da Citomegalovirus, da altri coronavirus (SARS, MERS), da streptococco e nelle polmoniti da germi atipici tipo Clamydia o Mycoplasma, anche se sono in corso studi sulle casistiche italiane per evidenziare l’eventuale presenza di pattern radiologici specifici”. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA