quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Mercoledì 11 MARZO 2020
Il coronavirus una cosa buona l’ha fatta...nessuno parla più di malasanità



Gentile Direttore,
lungi da me sollevare polemiche in questo delicatissimo momento ma, dopo aver letto diversi articoli pubblicati negli ultimi giorni, ho maturato alcune riflessioni che vorrei condividere con lei e con i lettori di QS. In un report recente della fondazione GIMBE è emerso che nel periodo compreso tra il 2009 ed  il 2018  la nostra sanità ha subito un taglio di circa 37 miliardi di euro, arrivando a quest'emergenza sanitaria "debilitata" (cito testualmente l'articolo).
 
A questo si deve aggiungere che, come riportato da più fonti, nell'ultimo decennio abbiamo assistito negli anni  ad un'impennata vertiginosa del numero di azioni legali contro il personale (prevalentemente Medico) e le strutture del nostro SSN.
 
Nonostante ciò,  il nostro SSN nelle ultime settimane sta cercando di fronteggiare questa importante ed imprevedibile pandemia con serietà, coraggio e trasparenza, senza indietreggiare di un solo passo dinanzi all'aumento dei contagi ed alle sempre più frequenti situazioni di criticità.
 
Tutto il Personale Sanitario, in ogni ospedale del territorio Nazionale, sta affrontando turni di lavoro faticosissimi e rischiosi, in nome di un lavoro che, all'occorrenza, ritorna ad essere missione.
 
Una missione che non teme nulla... né l'incognita della malattia che ci troviamo a combattere né i possibili scenari legali che sembrano schiudersi all'orizzonte (é di ieri l'articolo sulla "responsabilità professionale" pubblicato proprio su questa testata).
 
Inoltre, ho notato che finalmente lo sforzo compiuto dal SSN sembra essere stato apprezzato dalla Politica, dai media e, ancor più importante, da innumerevoli cittadini.
 
Finalmente da qualche settimana ci siamo dimenticati, un po' per presa di coscienza e un po' per paura, di quella "malasanità" che bisognava combattere in tutti i modi possibili.
 
La stessa "malasanità" che, nonostante le violenze ed i soprusi subiti negli ultimi vent'anni, oggi come ieri, continua con abnegazione a tentare di preservare la salute collettiva, senza distinzione di sesso, razza o classe sociale.
 
Pertanto, quando questa emergenza terminerà, auspico che tutte le parti e le autorità preposte si siedano attorno ad un tavolo con lo scopo di tirare le somme, riparare ai danni fatti  e riscrivere norme e leggi.
 
Mi auguro che si rivedano i tagli e che si valuti l'applicazione di provvedimenti seri e risolutivi, volti a limitare le tante e spesso infondate azioni legali mosse contro la sanità (solo come esempio: investire in  una programmazione quantitativa e qualitativa delle risorse in rapporto al reale fabbisogno di personale;  potenziare la rete territoriale e la medicina di comunità; introdurre la depenalizzazione/derubricazione dell'atto medico; prevedere una legge che disciplini in modo serio la «lite temeraria» in ambito sanitario;  etc... etc...).
 
Spero che questa triste storia, alla fine, possa almeno donarci la consapevolezza di avere tra le mani un tesoro dal valore inestimabile, che necessita di rispetto ed attenzioni per continuare a fare quel che sa e che vuole fare: curare!
 
Zairo Ferrante
Medico Radiologo; Revisore dei conti OMCeO Ferrara

© RIPRODUZIONE RISERVATA