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Sabato 14 MARZO 2020
Il coronavirus e l’impreparazione della Calabria



Gentile direttore,
le notizie che giungono dalla Lombardia, in linea con i modelli matematici predittivi sono inquietanti. La curva dei contagi, dei ricoveri in terapia intensiva e dei decessi continua a puntare inesorabilmente verso l’alto. Gli epidemiologi mi dicono che quei modelli non sono applicabili altrove, troppo diverse essendo le variabili. In sostanza non possiamo sapere se, quando e con quale potenza la diffusione del virus si esprimerà altrove ed in particolare in Calabria.
 
Un dato è certo, il rude massiccio del Pollino non ha sbarrato l’ingresso al Covid-19. I contagi infatti stanno aumentando e già, oggi, nelle rianimazioni calabresi, sono ricoverati ed assistiti in maniera intensiva cinque pazienti. Ieri erano tre, l’altro ieri due. Dovremo attenderci ovviamente una crescita esponenziale.
 
Come si prepara la Calabria al prevedibile insorgere di un imprevedibile numero di gravissime insufficienze respiratorie? Purtroppo senza una regia centrale, demandando alla professionalità (grazie al Cielo, giuro, elevata) delle singole Terapie Intensive, che ottimizzeranno, ne sono certo, le loro limitate risorse.
 
Se la settimana scorsa avevamo fatto il punto della situazione, segnalando il pesante ritardo nell’adozione delle contromisure da intraprendere per fronteggiare l’incipiente emergenza, oggi dobbiamo prendere atto che, purtroppo, siamo ancora ben lungi dall’essere pronti. Mentre la maggior parte delle nostre terapie intensive, infatti, si è affannata nella ricerca di spazi dove allocare eventuali nuovi posti letto ad alta tecnologia per l’assistenza di questi pazienti, arrivando anche a raddoppiare gli esistenti, ancora oggi il loro incremento è solo fittizio dato che non sono state acquisite le specifiche apparecchiature ed attrezzature.
 
E soprattutto perché non è stato ancora assunto il personale necessario. Già, il personale. Come se fosse facile trovare Medici specialisti in Anestesia e Rianimazione e Collaboratori Professionali Infermieri con specifiche competenze di area critica. Non facile, soprattutto quando la manifestazione d’interesse viene pubblicata in zona Cesarini ed i termini per la presentazione delle domande scadono il 19 marzo, con prese di servizio che, nella migliore delle ipotesi, non avverranno prima degli inizi di aprile quando, probabilmente, saremo già in piena bagarre.
 
E, last but not least, senza che sia stato elaborato un reale piano delle emergenze in grado di fornire chiare indicazioni sui percorsi di rete da implementare all’interno della regione. Il DPGR 18/2020 infatti, peraltro sottostimando la percentuale di contagiati che necessita di terapia intensiva (Fondazione GIMBE = 7,5%; The Lancet, Remuzzi e Remuzzi = 9-11%; DPGR 18 = 5%), si limita ad identificare 310 posti Covid-19 distribuiti nei cosiddetti Covid Hospital senza però declinare alcun Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale all’interno di questi ultimi. Insomma, assenza di pianificazione, di modelli di simulazione della maxiemergenza e di specifiche indicazioni da seguire se e quando la criticità dovesse sopraffare la capacità di risposta dei sistemi.

Giusto per dare i numeri, disponiamo attualmente di 107 posti istituzionali di terapia intensiva, i quali, mediamente, sono occupati per l’80% da pazienti non Covid-19. Abbiamo quindi, al momento, una disponibilità di soli 20-25 posti letto. Se dovessimo riuscire in tempi brevi a raddoppiare i posti, avremmo un punto di saturazione degli stessi, considerando come media il dato GIMBE sulla percentuale (7,5%) di pazienti che necessitano di cure intensive, grosso modo a quota 1700 contagi.
 
E se consideriamo che in venti giorni in Lombardia si è passati da zero a novemila ed ottocento casi di contagio, c’è poco da stare allegri. Insomma, l’augurio è che il Covid-19 si metta una mano sulla coscienza e sia meno violento di quanto ci si possa aspettare. Ed anche oggi arriveranno dal nord, con gli ultimi treni, vagoni carichi di virus, senza che nessuno faccia nulla.
 
Dr. Domenico Minniti
Presidente AAROI EMAC sez. Calabria
Associazione Anestesisti Rianimatori Ospedalieri Italiani – Emergenza ed Area Critica

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