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Martedì 17 MARZO 2020
Coronavirus e antipertensivi. Interviene anche Aifa: “Nessuna correlazione. I pazienti non interrompano terapie”

L’Agenzia del farmaco conferma quanto già dichiarato da numerose società scientifiche. “Ad oggi non esistono in merito evidenze scientifiche sulla trasmissione del virus derivate da studi clinici o epidemiologici, ma solo ipotesi molecolari verificate con studi in vitro”

Anche l’Agenzia Italiana del Farmaco dopo numerose società scientifiche interviene in merito al presunto effetto di terapie a base di medicinali anti-ipertensivi appartenenti alla classe degli inibitori dell’enzima di conversione  dell’angiotensina (ACE inibitori),  o degli antagonisti del recettore per l’angiotensina II (sartani), sulla trasmissione e sull’evoluzione della malattia da coronavirus (Covid-19).
 
“Ad oggi – si legge in una nota - non esistono in merito evidenze scientifiche derivate da studi clinici o epidemiologici, ma solo ipotesi molecolari verificate con studi in vitro. Pertanto, in base alle conoscenze attuali, si ritiene opportuno raccomandare di non modificare la terapia in atto con anti-ipertensivi (qualunque sia la classe terapeutica) nei pazienti ipertesi ben controllati, in quanto esporre pazienti fragili a potenziali nuovi effetti collaterali o a un aumento di rischio di eventi avversi cardiovascolari non appare giustificato”.
 
“Per le stesse motivazioni – precisa - rispetto all’ipotesi di utilizzare farmaci ACE-inibitori e sartani anche in persone sane a fini profilattici, è opportuno ricordare che tali farmaci vanno utilizzati esclusivamente per il trattamento delle patologie per le quali vi sia un’indicazione approvata e descritta nel Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e Foglio Illustrativo”.

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