quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Venerdì 20 MARZO 2020
Coronavirus. Anelli (Fnomceo): “Modifiche al ‘Cura Italia’ per maggior sostegno a medici liberi professionisti e convenzionati”. E alle Regioni nuovo appello per DPI

Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici si attende ulteriori interventi in fase di conversione in legge del decreto approvato lunedì scorso dal Governo. E in particolare per le altre componenti della professione come i liberi professionisti, medici e odontoiatri, ed anche i medici convenzionati, della Continuità assistenziale, del 118, i medici Inps. Nuovo appello Regioni: “La sicurezza degli operatori sanitari sia una priorità”

Il Decreto ‘Cura Italia’ contiene importanti provvedimenti a sostegno dell’intera società e dell’azione dei Medici e dei sanitari. Ora chiediamo al Governo un ulteriore impegno, per sostenere ancor di più di più la Professione medica e le altre professioni sanitarie”.
 
Così il Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, sul Decreto ‘Cura Italia’, a una manciata di giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
 
“Apprezziamo in modo particolare le misure volte a dotare finalmente i medici degli opportuni Dispositivi individuali di protezione, e ancor più apprezziamo l’instancabile impegno in tal senso del Ministro della Salute Roberto Speranza – spiega Anelli – così come siamo soddisfatti per il sacrosanto riconoscimento degli straordinari ai colleghi ospedalieri, che lavorano instancabilmente, dimenticando turni, orari, famiglie, vita privata, per gestire l’emergenza Covid-19. Bene anche l’introduzione di un sistema di ‘laurea abilitante’ per i neolaureati, in modo da poterli subito iscrivere agli Ordini”.
 
Per Anellli nell’iter di conversione del Decreto in Legge deve essere riconosciuto un giusto supporto anche per altre componenti della Professione: “Penso ai liberi professionisti, Medici e Odontoiatri. Costretti a chiudere da un giorno all’altro gli studi, per limitare le occasioni di uscita e incontro delle persone, si ritrovano privi della loro fonte di reddito, mentre rimangono invariate le spese fisse, quali gli affitti, l’ammortamento della strumentazione acquistata e, soprattutto, gli stipendi dei dipendenti, ai quali non sono applicabili tutti gli ammortizzatori sociali previsti per le imprese private. Per i liberi professionisti, in quanto iscritti agli Ordini e quindi alle Casse previdenziali, non è infatti contemplato il bonus introdotto invece per i lavoratori autonomi; né le Casse possono intervenire per supportarli, in quanto sarebbe necessaria una modifica a livello governativo dei loro regolamenti”.
 
“Penso altresì ai medici convenzionati: i colleghi della Continuità assistenziale, del 118, i medici Inps, e anche i medici di medicina generale – prosegue Anelli -. Per loro, in caso di contagio da Covid-19, andrebbe previsto un riconoscimento della causa di servizio della malattia, come giustamente avviene per i medici dipendenti. Allo stato attuale, invece, i medici convenzionati perdono ogni retribuzione durante la quarantena, mentre i medici di medicina generale devono pagare di tasca propria i sostituti”.
 
“Sempre per quanto riguarda il territorio, sarebbe questo il momento più opportuno per creare le mini-equipe, affiancando ai medici gli infermieri di famiglia – continua-. Mentre per gli Ospedali, auspicheremmo diverse modalità di assunzione per gli specializzandi, almeno a tempo determinato, e non, come previsto dal provvedimento, con forme di lavoro precario. Occorrerebbe infine limitare la responsabilità professionale, sia civile che penale, dei medici coinvolti nell’emergenza. Siamo certi che il Governo ascolterà le nostre istanze, come segno tangibile di quell’apprezzamento per il lavoro degli operatori sanitari che ci è stato espresso ancora ieri del Ministro Speranza, e che quotidianamente ci viene testimoniato dalle sue parole, da quelle del Presidente del Consiglio, del Presidente della Repubblica, e dal ringraziamento corale dei cittadini – conclude -. Gli Ordini sono i garanti dei diritti costituzionalmente protetti, gli Ordini delle professioni sanitarie di quello fondamentale alla Salute. È giusto sostenere i professionisti, perché continuino a curare l’Italia nella maniera migliore”.
 
Anelli ha poi rivolto un nuovo appello alle Regioni, perché affrontino prioritariamente la questione della sicurezza dei medici, impegnati in prima linea nell’emergenza Covid-19. “Sono nuovamente a esprimere lo stato di disagio e di enorme preoccupazione che noi medici italiani stiamo vivendo oggi nell’attività di contrasto a questa terribile epidemia di coronavirus che ha investito il nostro Paese – scrive Anelli -. L’abnegazione dei nostri colleghi in qualsivoglia ambito si trovino a operare è ammirevole e sotto gli occhi di tutti, così come purtroppo quotidiano è l’aggiornamento del bollettino degli amici medici caduti nell’esercizio professionale per contagio da Coronavirus. Reitero la problematica dei DPI sistemi di protezione individuali, strumenti senza i quali in un momento come questo i medici non possono letteralmente operare”.
 
“È prioritario affrontare la fondamentale questione della sicurezza che investe tutti i medici sia quelli impegnati sul fronte ospedaliero che i territoriali impegnati nell’assistenza dei malati della rete primaria – conclude -. La Fnomceo e gli Omceo ci sono per eventuali iniziative e proposte. Siamo pronti a collaborare sul campo e quali attori del sistema salute che ci è ben noto, rivendichiamo un ruolo sociale di contatto con i cittadini che nessun’ altra categoria professionale può vantare e che in momenti difficili quali l’attuale non può essere ignorata e sottovalutata quanto piuttosto utilizzata e valorizzata per il bene comune”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA