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Martedì 24 MARZO 2020
Coronavirus. Solinas: “Siamo partiti in anticipo, ora puntiamo a superare le criticità”

“I dati al momento ci dicono che la Sardegna sia, dal punto di vista della diffusione epidemiologica, la quartultima regione d’Italia. Le nostre misure sono state le più severe sin dall’inizio, pensiamo di poter avere risultati tangibili rispetto alla differenziazione della curva di contagi già dalla fine di questa settimana”. Fatti i primi ordini per presidi e strumenti necessari alla protezione di medici e sanitari

Il Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in tarda serata nella giornata di ieri apre in videoconferenza la comunicazione diretta con la stampa e fa il punto approfondito sull’andamento della organizzazione regionale per affrontare il coronavirus. “La Sardegna – comincia così il Capo di Giunta - è stata la prima ad adottare delle ordinanze di contenimento per contrastare la diffusione del virus, a chiedere misure che prevedessero la chiusura di aeroporti e porti per evitare la circolazione delle persone ed i primi ad ottenerla. Siamo stati anche i primi a tracciare in maniera puntuale e precisa dal punto di vista epidemiologico ogni contatto di ogni singolo positivo. Ogni persona infatti che è venuta a contatto attraverso i nostri servizi di igiene pubblica, viene contattato, messo in isolamento domiciliare e tenuto in stato di vigilanza attiva col il servizio che effettua delle telefonate giornaliere per verificare l’andamento delle condizioni di salute del soggetto.
 
Dal punto di vista organizzativo quindi – prosegue il Governatore - siamo partiti con un congruo anticipo rispetto a quello che è stato detto. Ho sentito, ho visto, che c’è stato un grido d’allarme rispetto ad alcune criticità, che sono poi criticità che si sono riscontrate ovunque. Penso ad esempio ai dispositivi di protezione: noi vogliamo tutelare al massimo tutto il nostro personale sanitario che quotidianamente deve affrontare questa grave emergenza in prima linea, offrendo anche assistenza ai pazienti. Il fatto che ci sia difficoltà di approvvigionamento in alcuni presidi, non è frutto di ritardi o di disorganizzazione della Regione Sardegna. E’ un problema globale che si riscontra nella stragrande parte dei paesi del mondo, perché nessuno era preparato ad una emergenza di questo tipo. Perchè con la delocalizzazione delle produzioni nazionali, il nostro tessuto produttivo non era in grado di garantire gli approvvigionamenti necessari all’intero Paese”.
 
Spiega Solinas: “I dati al momento ci dicono che la Sardegna sia, dal punto di vista della diffusione epidemiologica, la quartultima regione d’Italia. Quindi nonostante questa rappresentazione che viene fatta continuamente in uno stato devastante, le nostre misure sono state le più severe sin dall’inizio, pensiamo di poter avere risultati tangibili rispetto alla differenziazione della curva di contagi già dalla fine di questa settimana. Prima di allora vedremo i risultati di quelli che sono stati due fenomeni oggettivamente critici, come i grandi arrivi determinati dal decreto che chiudeva le prime zone rosse al nord. Abbiamo avuto 13.300 arrivi in pochissimi giorni, ed i 14 giorni di questi arrivi, tempo entro il quale si può manifestare il contagio secondo le indicazioni della scienza, sono in scadenza nei prossimi giorni.
 
E’ chiaro che non è pensabile che si resti completamente immuni – prosegue il Capo di Giunta -, questo è un virus molto democratico, colpisce purtroppo tutti, a tutte le latitudini, a tutte le longitudini. Anche nelle più piccole isole, distanti migliaia di chilometri, si registrano dei casi e vengono annotati dall’organizzazione mondiale della sanità. Dobbiamo dunque seguire le indicazioni che arrivano dalla scienza e che vengono tradotte in atti amministrativi, come le ordinanze urgenti, da parte delle autorità a ciò preposte. La Regione Sardegna in questo senso ha affrontato il piano di chiusura dei porti e aeroporti, la mappatura di tutti gli arrivi con le quarantene obbligatorie, e sta facendo le ricerche epidemiologiche su ogni singolo positivo che viene riscontrato. Alla giornata di oggi possiamo dare anche alcuni numeri:

Dati chiamate al Numero Verde. “Il Numero verde per fronteggiare le domande della popolazione, l’800 311 377, mostra come ci sia stato un progressivo miglioramento delle performance: a fronte di circa 500-600 telefonate in ingresso su questo numero, la performance di risposta, man mano che incrementiamo il personale, è arrivata a stare stabilmente negli ultimi giorni sopra i 90%”.
 
Dati distribuzione accessi giornalieri al PS per triage negli ultimi 60 giorni. “Relativamente all’impatto che sta avendo il virus rispetto agli accessi nei PS divisi per triage, si è visto che il 23 gennaio 2020 nel sistema del PS della Sardegna sono entrati in codice bianco meno di 200 persone, ci sono poi stati pazienti col codice verde, codice giallo e codice rosso. Alla giornata di domenica 22 di marzo invece, si è visto che i codici bianchi sono pressochè spariti, i codici verdi e gialli si sono contratti in maniera significativa, e sono rimasti dei codici rossi che verosimilmente tengono conto di pazienti, come i positivi che stanno entrando; ma con questa grande riduzione, vediamo come sia il personale medico, sia il numero dei posti letto disponibili, sia nei pronto soccorso, sia negli ospedali, sia largamente più ampio di quello che poteva non esserci nei tempi ordinari. Perchè si è ridotto di gran lunga l’accesso e quindi il sistema è assolutamente in grado di affrontare questa emergenza e di affrontare eventuali escalation se ci dovessero essere nella domanda di cure, che potrebbe rivelarsi nei periodi di picco”.
 
Dati distribuzione regionale accessi giornalieri al PS per problema principale ultimi 60 giorni. “A partire sempre dal 23 gennaio 2020, già prima che ci fosse il numero di contagi da coronavirus che abbiamo registrato negli ultimi giorni, c’è stato un andamento abbastanza sensibile degli accessi di chi si presentava al PS per dispnea, febbre, ed esigenze respiratorie. Anche in questo caso l’avanzare dei giorni ha liberato il PS da tutti quegli ingressi che erano inappropriati, e questo è un dato significativo perché libera di fatto risorse umane e logistiche per affrontare l’emergenza. Il 22 marzo c’è stata una fascia inferiore alle 20 persone di accessi al PS, in buona parte con sintomatologia di tipo dispnea, e un’altra parte con febbre”.
 
Dati distribuzione accessi al PS per problema principale del 22 marzo 2020. “Abbiamo visto che gli accessi con sintomatologie legate al virus covid-19 sono per la maggior parte sono concentrate sull’AOU di Cagliari con un paziente per dispnea, sull’AOU di Sassari, ossia l’ospedale del Santissima Annunziata, con due pazienti per dispnea e uno con esigenza di respiratore; poi abbiamo l’ospedale di Carbonia con due pazienti con dispnea, e l’ospedale di Oristano dove nella giornata di ieri abbiamo registrato due accessi con sintomatologia da dispnea e tre pazienti con febbre. Ancora, abbiamo il San Francesco di Nuoro con un paziente con dispnea ed infine il Santissima Trinità con due pazienti con dispnea e uno con esigenza del respiratore”.
 
Il Presidente annuncia poi i dati aggiornati al 23.03.2020 dall'Unità di crisi regionale: “Sono stati riscontrati ad oggi 359 casi di positività al virus Covid-19 accertati in Sardegna dall'inizio dell'emergenza. In totale sono stati eseguiti 2.568 test, 168 dei quali in corso d'accertamento. I pazienti ricoverati in ospedale sono in tutto 94, di cui 18 in terapia intensiva, mentre 249 sono le persone in isolamento domiciliare. Il dato progressivo dei casi positivi comprende due pazienti guariti, più altri tre guariti clinicamente. Salgono a undici i decessi. Dei 359 casi positivi, 61 sono stati registrati nella Città Metropolitana di Cagliari (+9 rispetto all'ultimo aggiornamento), 260 (+7) a Sassari, 7 (+3) a Oristano e 9 (+1) nel Sud Sardegna. Resta invariato il dato per Nuoro (22).
 
Sassari ha un dato molto più elevato rispetto alle altre province dell’isola – rileva il Governatore - ed è per questo che abbiamo deciso di intervenire in maniera decisa, col coinvolgimento anche dei medici dell’Esercito e della Brigata Sassari. Stiamo già procedendo qui peraltro ad uno screening di massa di tutto il personale sanitario, abbiamo in arrivo una idonea quantità di reagenti per poter processare giornalmente un numero adeguato di test, che faremo ordinariamente su tutto il personale medico e sanitario di tutte le strutture e presidi ospedalieri, per poi dare priorità alle case di riposo per anziani sopratutto.
 
Tutto questo che svolgeremo – puntualizza il Capo di Giunta - sarà controllato attraverso una piattaforma informatica sul modello coreano che stiamo allestendo, che in parte ha già delle funzionalità operative; è la piattaforma che abbiamo utilizzato da quando c’è stato il blocco degli arrivi sugli aeroporti e che ci consente di avere un controllo pieno dei soggetti che da fuori, arrivano in Sardegna. Questo progetto verrà inoltre perfezionato ulteriormente con la realizzazione di APP che sono in fase di rilascio. In proposito vediamo ad esempio la rappresentazione di alcuni dati bio-emergenziali. Nella prima pagina si visualizza la situazione della Sardegna, vediamo l’andamento dei positivi all’interno della regione, l’andamento dei contatti che questi positivi hanno avuto, ed il tracciamento esatto dei soggetti in quarantena. Quindi questo ci da la possibilità di un controllo pieno, assoluto, al fine di contrastare con ogni mezzo la diffusione virale.
 
O ancora nella seconda slide – continua Solinas - possiamo vedere che nella cartina della Sardegna si incominciano a intravedere una serie di puntini arancioni di diversa dimensione che danno conto della distribuzione delle persone che hanno fatto rientro nell’isola negli ultimi 14 giorni. Questo è mappato e consente di vedere minuto per minuto, comune per comune, quell’approssimazione sino al numero civico, dove queste persone si trovino in Sardegna. Questi dati sono condivisi con le prefetture e gli uffici epidemiologici di sanità e igiene della regione Sardegna, in maniera tale che si verifichi l’effettiva quarantena di tutti questi soggetti e si possano anche individuare, qualora dovessero aumentare il numero dei contagi, le zone cluster in cui ci sia una particolare concentrazione di positivi asintomatici”.
 
Il Presidente rileva: “La filosofia di questo progetto si fonda in pratica sulle tre T declinate dall’organizzazione mondiale della sanità, testare, tracciare, trattare. Questo ci consente di vedere la diffusione del contagio, di georeferenziare gli spostamenti e monitorare i nuovi arrivi, che sono stati 26.127, e di georeferenziare la quarantena. Possiamo a questo punto pianificare i controlli con Forze dell’ordine pubblico e Operatori sanitari. Questa piattaforma ci consentirà inoltre di comunicare in tempo reale sui dati con i sindaci dei diversi comuni. E’ un progetto che ci darà modo ancora di erogare dei servizi a domicilio di prima necessità, come lo sono i generi alimentari; coinvolgeremo a tal proposito le associazioni di volontariato. Questo per chi, ad esempio, è in quarantena e non può uscire, o per le fasce deboli. La App intanto ci permetterà di vedere come i potenziali contagiati viaggiatori si muovono nel territorio.
 
Il senso di questo discorso perché vorrei si informasse appieno che l’amministrazione regionale è assolutamente presente – conclude Solinas -, abbiamo deciso di non attendere oltre, là dove la protezione civile nazionale non sia in grado di fornirci i presidi e gli ausili sanitari necessari, si penserà all’acquisto sul mercato di tutto ciò che serve per garantire ai nostri medici di poter lavorare in sicurezza, così come per i medici di base, i farmacisti, di poter far stare in sicurezza tutti i lavoratori e i cittadini sardi. Abbiamo proceduto a fare una ricognizione di quanto ci fosse in tutto il mondo disponibile in questo momento, sia in termini di dispositivi di protezione individuale, di respiratori ecc…; i primi ordini sono partiti già da oggi, abbiamo attivato una contabilità speciale con la Banca d’Italia e contiamo nell’arco di qualche giorno di superare in maniera strutturale anche le criticità che sono state denunciate, rispetto ai presidi e strumenti sanitari”.
 
Elisabetta Caredda

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