quotidianosanità.it

stampa | chiudi


Giovedì 02 APRILE 2020
Coronavirus. Cgil, Cisl, Uil: “Criticità a Trieste, sistema sanitario risponda”

Per le sigle “il rapporto tra popolazione, contagiati e decessi deve avere una immediata risposta, soprattutto per quanto riguarda le categorie più fragili degli anziani e dei disabili”: i decessi a Trieste - scrivono in una nota - sono il 54,5% di quelli registrati in Fvg e i contagiati nelle case di riposo sono 115, pari al 21% dei positivi della provincia

“Stiamo da tempo chiedendo di essere informati su ciò che sta accadendo a Trieste. Eppure fino ad oggi non c’è stata alcuna risposta da parte dell’Azienda sanitaria universitaria giuliano-isontina. In un momento così cruciale è evidente che vanno condivisi gli obiettivi e rafforzati i comuni sforzi per raggiungerli”. È quanto denunciano in una nota Cgil, Cisl, Uil di Trieste, sottolineando “l’assoluto e incomprensibile silenzio” di Asu-Gi in merito all’emergenza Coronavirus.

Per le sigle “il rapporto tra popolazione, contagiati e decessi deve avere una immediata risposta, soprattutto per quanto riguarda le categorie più fragili degli anziani e dei disabili”: i decessi a Trieste - scrivono in una nota - sono il 54,5% di quelli registrati in Fvg e i contagiati nelle case di riposo sono 115, pari al 21% dei positivi della Provincia.

“Inutile dire che siamo preoccupati per i nostri anziani”. Le “preoccupazioni” di Cgil, Cisl, Uil riguardano anche i lavoratori esclusi dalla possibilità di lavorare da casa per le attività essenziali che svolgono.

“Stando ai dati dell’Istituto Superiore della Sanità, aggiornati al 30 marzo, sono 190, pari al 14,4%, gli operatori sanitari positivi in forza in Fvg, a fronte del 14,3% della Lombardia e 4,4% del Veneto. E sembra che almeno la metà del personale contagiato sia attivo a Trieste”.
“Non possiamo poi non pensare - aggiungono - anche agli altri lavoratori che sono a diretto contatto con la popolazione, come quelli del commercio e dei servizi strategici per il Paese”.

“Siamo molto preoccupati sia per la carenza dei dispositivi di prevenzione sia per l'assenza sul territorio di controlli sulla corretta applicazione del decreto legislativo 81/08 sulla sicurezza sul lavoro, che prevede anche le dotazioni di Dpi fornite ai lavoratori e per la totale assenza di linee di prevenzione nella gestione dei contagi ora e alla ripresa delle attività produttive”.

“Vigilanza- concludono - in capo alle Aziende sanitarie e poi a Ispettorato del lavoro, Inail e Inps”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA