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Venerdì 03 APRILE 2020
Coronavirus e cure palliative. “Servono protocolli ad hoc e l’inserimento del palliativista nelle Unità di Crisi regionali e locali”

È quanto chiedono in un Position Paper intersocietario, la Società italiana cure palliative la Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva e la Federazione cure palliative alla luce della grave sofferenza correlata al quadro clinico nei pazienti con le forme più gravi o terminali di Covid-19/Sars-CoV-2. Nel documento puntualizzano i temi critici delle cure palliative IL POSITION PAPER SICP, SIAARTI e FCP

Prevedere urgentemente nei percorsi di cura dei malati affetti da Covid-19/Sars-CoV-2 l’inserimento di protocolli di cure palliative con chiare indicazioni all’attivazione delle Reti Regionali e Locali di Cure Palliative o dei Servizi di Cure Palliative esistenti nelle singole realtà locali. E ancora, inserire la figura del palliativista nelle Unità di Crisi regionali e locali per poter garantire un miglior coordinamento dell’assistenza e l’effettuazione di cure palliative in tutti i setting dove sono assistiti i malati da coronavirus.

È questa la richiesta rivolta a tutte le Istituzioni sanitarie nazionali, regionali e locali contenuta in un Position Paper intersocietario “Le Cure Palliative nel trattamento dei malati Covid-19/Sars-CoV-2”  stilato dalla Società italiana cure palliative (Sicp), dalla Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva (Siaarti) e dalla Federazione cure palliative (Fcp).
 
“Nella Covid-19/Sars-CoV-2 l’insufficienza respiratoria da polmonite interstiziale genera, in molti malati, un’intensa dispnea associata a tosse resistente e ingombro secretorio tracheo-bronchiale che può portare alla sensazione di soffocamento – spiegano Italo Penco Presidente Sicp, Flavia Petrini Presidente Siaarti e Stefania Bastianello Presidente Fcp – il quadro clinico nelle forme più gravi o terminali di Covid-19/Sars-CoV-2 è completato da: ipertermia severa resistente al trattamento, profonda astenia, artro-mialgie, angoscia e sensazione di morte imminente, confusione mentale con agitazione psicomotoria”.
 
Nel Position Paper congiunto gli esperti sottolineano quindi l’importanza del trattamento dei sintomi presenti in chi è affetto da Covid 19 e la grave sofferenza correlata “soprattutto in quei malati che, non essendo candidati alle cure intensive perché non appropriate clinicamente e/o sproporzionate o perché il livello di gravità non è tale da renderle comunque necessarie, rischiano concretamente di sperimentare una intollerabile intensificazione dei predetti sintomi”.
 
“Ci è sembrato opportuno lanciare questo Position Paper – sottolinea Penco – alla luce di quanto sta accadendo negli ospedali e nelle Rsa dove l’emergenza ha sconvolto la normale modalità di operare ed è necessario organizzare l’assistenza per garantire ai malati affetti da Covid-19/Sars-CoV-2 la possibilità di non soffrire ricevendo cure adeguate con il supporto di chi ha competenze in medicina palliativa”.
 
“Si tratta di un documento puntuale, sintetico e tempestivo – commenta Flavia Petrini – che abbiamo desiderato proporre raccogliendo anche le tante istanze che ci arrivano dai colleghi delle varie specialità coinvolti nella gestione di questa grande emergenza nazionale. Per noi è fondamentale ricordare alle istituzioni sanitarie che la Legge sulla terapia del dolore, la legge che si prefiggeva di assicurare migliore risposta delle reti di terapia del dolore e di cure palliative, non può oggi rischiare di rimanere una grande incompiuta proprio nel momento in cui c'è immenso bisogno della sua totale e concreta attuazione”.
 
“E’ di fondamentale importanza ricordare – aggiunge Stefania Bastianello – che le Cure Palliative trattano la sofferenza globale, fisica, psicoemotiva e spirituale, e che i malati sperimentano sentimenti di paura ed angoscia. Le competenze dei professionisti in Cure Palliative sono un’importante risorsa anche per consentire gli aspetti comunicativi tra sanitari e pazienti, ma anche tra il malato e i familiari impossibilitati a stare al suo fianco: queste abilità relazionali sono un elemento essenziale della cura”.

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