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Martedì 07 APRILE 2020
Latino e Greco ai tempi del Coronavirus



Gentile Direttore,
Cuius commoda eius et incommoda…Chi lo ricordasse per pregressi studi e o per citazioni conosciute, è un brocardo (una di quelle frasi che servivano ai docenti di legge per esemplificare al volo i concetti agli studenti) che indica qualcosa che può apparire banale: chi ottiene vantaggi da una situazione deve anche esser pronto a farsi carico di quelli che siano eventualmente gli svantaggi. In italiano si può benissimo rendere con: oneri e onori.
 
Niente di nuovo, quindi. Il proprietario di un immobile riscuote l’affitto, ma deve provvedere alla manutenzione straordinaria, l’allenatore di calcio viene licenziato in luogo dei giocatori se la squadra va male… Nella sanità italiana, se i “manager” (senza offesa per i manager) sbagliano… non pagano.
E’ di questi giorni, infatti, la notizia di emendamenti che sanciscono la non responsabilità individuale per eventuali scelte errate dalle quali sia disceso un danno. Colpa che invece va in capo all’azienda. Freddo linguaggio per dire che se i medici sono mandati allo sbaraglio con attrezzature non idonee o con direttive sbagliate…paga l’ospedale e non il dirigente che ha emanato la direttiva.

Magnifico… Il sogno di chiunque. Privatizzare i profitti e pubblicizzare le perdite, si ironizzava un tempo.

Solo che questo è il 2020 e gli emendamenti proposti sono inerenti al testo del DL “cura Italia”, nel bel mezzo della crisi sanitaria (e – di riflesso – economica e sociale) più grande dal dopoguerra, e le vittime sono tutti : medici, operatori sanitari e cittadini. Tranne chi ha sbagliato. Mica è colpa di qualcuno se i DPI non c’erano o erano insufficienti tecnicamente… Il “Pantalone” di turno è l’azienda, non chi la rappresenta in modo così superficiale (per non dire altro).

E allora viene in mente una parola greca “ipocrita”. Un tempo veniva usata in luogo di “attore”, perché allora si recitava con una maschera di creta (la parola significa infatti “sotto la creta”) a coprire il volto.

E oggi che le maschere di protezione hanno cacciato anticipatamente quelle del carnevale appena trascorso (sembrano passati anni!) e che ancora andiamo allo sbaraglio con mezzi insufficienti, non possiamo lasciare sotto silenzio il tentativo – appunto: ipocrita – di chi cerca di proteggere interessi di pochi contro l’interesse collettivo di una nazione che già deve fare i conti con un’emergenza colma di lutti.

Una nazione che sta mostrando il suo volto migliore : quello di tanta gente che si sacrifica, in mille circostanze, e che non può e non potrà permettere che alcuni se lo coprano, fingendo di avere a cuore l’interesse dei cittadini.

Noi della CISL Medici, almeno, non lo permetteremo. All’inizio di questa tragedia lo avevamo scritto più volte : quando l’emergenza sarà finita andremo in cerca di chi ha sbagliato, senza spirito di vendetta, ma con la sete di giustizia che ci viene da tanti amici che non ci sono più. Perché se anche solo uno di essi poteva essere salvato, è giusto che chi ha sbagliato paghi. E pochi giorni fa abbiamo scritto: “Il re è nudo” non a caso. Adesso il re manda qualcuno a cercare aiuto.

Troppo tardi, signori.
 
Biagio Papotto
Segretario nazionale Cisl Medici

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