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Martedì 07 APRILE 2020
Coronavirus. Oggi 880 nuovi positivi in più. Borrelli: “L’incremento più basso dal 10 marzo”. I guariti crescono del 7%. Ancora alto il numero dei decessi (604) ma calano ricoveri e terapia intensiva. Iss: “Discesa c’è ma restiamo cauti” 

“Oggi si registra “una crescita di soli 880 pazienti rispetto a ieri. È l'incremento più basso registrato dal 10 marzo”, ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli in conferenza stampa aggiungendo che il dato relativo ai guariti nelle ultime 24 ore (1.555 persone) è il secondo incremento più alto da inizio emergenza. Gli operatori sanitari contagiati superano quota 13 mila. IL REPORT

I casi di nuovo Coronavirus in Italia sono saliti a 135.586 (+3.039 rispetto a ieri pari al +2%), tra cui 24.392 persone guarite (+1.555 rispetto a ieri pari al +7%) e 17.127 deceduti (+604 rispetto a ieri pari al +4%). Le persone attualmente positive sono quindi 94.067 (+880 rispetto a ieri pari al +1%). Complessivamente sono stati effettuati 755.445 tamponi, dei quali oltre 480 mila in Lombardia, Emilia Romagna, Lazio, Toscana e Veneto.

Questi i dati principali dell’aggiornamento odierno forniti dal Capo della Protezione Civile Angelo Borrelli durante il punto stampa delle ore 18. Si conferma un deciso calo dell’incremento sia per quanto riguarda i nuovi casi totali sia per i nuovi positivi. Bene anche il numero di guariti mentre seppur in lieve calo è sempre alto il numero dei deceduti. Prosegue il calo dei ricoverati in terapia intensiva e in ospedale.

Ad oggi il numero di persone tuttora positive (esclusi deceduti e guariti) nelle singole Regioni risulta il seguente: 28.343 i malati in Lombardia (-126 rispetto a ieri pari al -0,4%), 13.048 in Emilia Romagna (-3 pari al -0,1%), 9.965 in Veneto (+243 pari al +2%), 10.704 in Piemonte (+159 pari al +2%), 3.738 nelle Marche (+32 pari al +1%), 2.765 in Campania (+67 pari al +2%), 3.212 in Liguria (+95 pari al +3%), 5.427 in Toscana (+126 pari al +2%), 3.365 nel Lazio (+65 pari al +2%), 1.379 in Friuli Venezia Giulia (-17 pari al -1%), 1.859 in Sicilia (+44 pari al +2%), 2.137 in Puglia (+22 pari al +1%), 1.491 in Abruzzo (+66 pari al +5%), 1.890 nella Pa di Trento (+52 pari al +3%), 185 in Molise (-2 paril a -1%), 846 in Umbria (-26 pari al -3%), 1.301 in provincia di Bolzano (+41 pari al +3%), 733 in Calabria (+11 pari al +2%), 821 in Sardegna (+2 pari al +0,2%), 593 in Valle d’Aosta (+26 pari al +5%) e 265 in Basilicata (+3 pari al +1%).
 
Le vittime sono 9.484 in Lombardia (182 in più di ieri pari al +3%), 2.180 in Emilia Romagna (+72 pari al +3%), 695 in Veneto (+33 pari al +5%), 630 nelle Marche (+18 pari al +3%), 1.319 in Piemonte (+68 pari al +5%), 620 in Liguria (+25 pari al +4%), 238 nel Lazio (+9 pari al +4%), 164 in Friuli Venezia Giulia (+6 pari al +4%), 172 in Abruzzo (+3 pari al +2%), 369 in Toscana (+19 pari al +5%), 216 in Campania (+12 pari al +6%), 100 in Valle d’Aosta (+4 pari al +4%), 244 nella Pa di Trento (+14 pari al +6%), 174 nella Pa di Bolzano (+10 pari al +6%), 125 in Sicilia (+2 pari al +2%), 52 in Sardegna (+5 pari al +11%), 60 in Calabria (+2 pari al +3%), 13 in Molise (+0), 49 in Umbria (+5 pari al +11%), 14 in Basilicata (+1 pari al +8%) e 209 in Puglia (+14 pari al +7%).
 
Delle persone attualmente positive (94.067) sono ricoverate con sintomi 28.718 (-258 pari a -0,9% rispetto a ieri), 3.792 (-106 pari a -3%) sono in terapia intensiva, mentre 61.557 (+1.244 pari al +2%) si trovano in isolamento domiciliare.
 
“Oggi si registra “una crescita di soli 880 pazienti rispetto a ieri. È l'incremento più basso registrato dal 10 marzo”. Ha detto il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli in conferenza stampa aggiungendo che il dato relativo ai guariti nelle ultime 24 ore (1.555 persone) è il secondo incremento più alto da inizio emergenza.
 
“Finalmente si inizia a vedere una diminuzione del numero di nuovi casi. Se lo mettessimo in una curva epidemica vedremmo che dopo una fase di plateau sembra esserci una discesa”, ha detto il direttore del dipartimento malattie infettive dell'Iss, Gianni Rezza. “Del resto - ha aggiunto - abbiamo modelli matematici che hanno predetto la riduzione del parametro `R´, speriamo di assistere a una flessione, naturalmente bisogna essere molto cauti e tenere a mente che questo virus resterà nella popolazione. Anche se arriviamo a zero non sarà tana libera tutti, bisognerà ingaggiare una dura lotta”.
 
Rezza ha parlato anche dei test sierologici su cui “c'è un gruppo di lavoro del Cts di cui fa parte anche l'istituto S. Matteo di Pavia. Non servono a fare diagnosi, la diagnosi si fa con il tampone. Il test sierologico serve a capire chi ha gli anticorpi. Fino ad ora le caratteristiche dei test che sono stati valutati non sono stati del tutto soddisfacenti. La sensibilità non era al 100% e si sta valutando. Anche quello dell'istituto S. Matteo di Pavia si sta valutando”.
 
L’esponente dell’Iss ha affrontato ancora una volta la questione delle mascherine: “La mia opinione è che se vado per strada non uso la mascherina, se devo entrare in un luogo pubblico e non c'è distanziamento sociale tendo a utilizzarla. La misura principe però è il distanziamento sociale. Errare è umano, e l'Oms è fatta da uomini - ha sottolineato Rezza - non è detto che ci abbia sempre azzeccato. Sono mie opinioni personali, l'Oms è molto importante ma a volte si può sottovalutare qualche aspetto, o correggere qualche decisione, specie quando abbiamo a che fare con un virus nuovo. Il tema mascherine è complessissimo: intanto c'è un'ampia gamma di barriere fisiche, da quelle più professionali a quelle chirurgiche a quelle fai da te. Se non si utilizzano mascherine professionali è chiaro che potrebbero non proteggere la persona che è esposta a qualcuno che magari tossisce. Ma hanno una loro utilità nel fare da barriera alle goccioline di saliva emesse per esempio da una persona sintomatica. L'importante, e lo dice chiaramente l'Oms, è che le mascherine non ci diano una falsa sicurezza”.


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Rispetto poi all’immunità maturata da chi ha superato il virus Rezza ha precisato che “su quanto l'immunità dal coronavirus sia protettiva e duratura c'è ancora da studiare, probabilmente per analogia con altre malattie infettive lo è, ma ancora non vi sono certezze”.
 
Rezza ha parlato anche delle Rsa: “Noi vediamo molto focolai nelle Rsa, noi abbiamo una popolazione anziana, esposta una volta contagiata, abbiamo una sottostima dei numeri dei decessi nelle Rsa, questo deriva dal fatto che in alcuni casi non viene fatto il tampone. È chiaro che siccome ci sono molti casi di operatori sanitari sono scoppiati dei focolai nelle Rsa - ha aggiunto Rezza -. In questo momento va posta molta attenzione a questi luoghi, vanno fatti degli interventi di urgenza, bisogna arginare questo fenomeno”.





 

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