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Mercoledì 08 APRILE 2020
Coronavirus. Procura Milano indaga su morti sospette al Pio Albergo Trivulzio, Regione istituisce commissione di inchiesta 

Decine di anziani morti e molti operatori contagiati. Il bilancio dell’emergenza coronavirus nelle Rsa è drammatico. Al Pio Albergo Trivulzio si parla di 70 morti sospette solo nel mese di marzo. Si muove la Procura e anche la Regione istituisce una Commissione per “indagare, valutare e capire se ci sono state delle responsabilità”. Cgil, Cisl e Uil Milano chiedono chiarezza e “un piano straordinario e urgente”.

C’è un dramma nel dramma nell’emergenza coronavirus. Ed è quella delle Rsa, dove il contagio è entrato e ha lasciato decine e decine di vittime tra gli anziani, e decine e decine di ammalati tra il personale. Se è vero che gli ospiti delle Rsa sono pazienti fragili, il sospetto è che però qualcosa non abbia funzionato come avrebbe dovuto. Riflettori puntati in particolare sul Pio Albergo Trivulzio, dove si indaga su 70 morti nel mese di marzo a cui si sono aggiunte altre 30 da inizio aprile. Il sospetto è che il virus circolasse già da tempo ma che la struttura non abbia lanciato l’allarme né messo in atto misure e procedure adeguate alla situazione.
 
A fare chiarezza sarà la Procura, che ha aperto un fascicolo. Ma anche la Regione Lombardia ha aperto una commissione di inchiesta. Lo ha annunciato il presidente di Regione Attilio Fontana. "Regione Lombardia - ha detto Fontana - farà tutta la dovuta luce su questa situazione, credo che sia necessario indagare, valutare e capire se ci sono state delle responsabilità, la Commissione è finalizzata proprio a questo, per capire se è successo qualcosa".
 
Sulla situazione delle altre RSA, Fontana ha annunciato “un’altra Commissione incaricata di svolgere gli accertamenti”. "Voglio comunque precisare - ha chiosato Fontana - che il compito della Regione sulle RSA è di vigilanza. Molte fra queste sono gestite da privati e sono pochissime quelle con una gestione parzialmente pubblica”.
 
In un video su Facebook il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha quindi riferito che la Regione ha ha chiesto di nominare un rappresentante della Città e “la nostra scelta è caduta su Gherardo Colombo”, ex magistrato.
 
 
Sulla questione Rsa sono intervenuti anche la Cgil, Cisl e Uil dell'area metropolitana Milanese. “Non è nostra intenzione stabilire colpe. Non è nostro compito” dichiarano in una nota congiunta. “Quello che serve ora è l'avvio di una riflessione su ciò che non ha funzionato, su ciò che è necessario fare ora e su ciò che sarà necessario fare nel futuro perché tutto questo non debba più accadere. Le RSA non avevano protocolli adeguati per affrontare questa emergenza, ed è venuta a mancare l’indicazione di come mettere in sicurezza queste strutture ed i pazienti al loro interno, persone fragili e le più esposte al rischio del contagio. Vanno distribuiti i DPI a tutto il personale e fatta un’accurata formazione e informazione affinché possano operare in sicurezza. Va immediatamente fatto il tampone a tutti gli ospiti ed a tutto il personale, mettendo in quarantena il personale positivo e separando gli ospiti che hanno contratto l'infezione da quelli che non l'hanno contratta. Non sono più tollerabili rinvii”.

I sindacati chiedono che siano tutte le RSA siano dotate “di personale specialistico, di attrezzatura e di farmaci specifici al fine di poter curare nella struttura i malati meno gravi, trasportando quelli più gravi nelle strutture ospedaliere, perché tutti hanno diritto alle migliori cure. In altri termini, bisogna agire nella direzione contraria a quanto stabilito nella delibera con cui si chiedeva alle RSA di accogliere i pazienti Covid positivi e pazienti negativi in dimissione dagli ospedali. È opportuno prevedere anche una forma strutturata di contatto video tra gli ospiti e i loro familiari, al fine di alleviare l’ansia da distacco prolungato che molti di loro stanno vivendo”.
 
E poi “varare immediatamente un piano straordinario e urgente di assunzioni, coordinate a livello metropolitano, perché oggi molte realtà sono in carenza di personale. L'infezione ha decimato personale che era già insufficiente nella normale gestione. Il rischio è il collasso nei prossimi giorni di molte strutture”.
 
Cgil, Cisl e Uil chiedono anche “un riconoscimento economico a tutto il personale delle Case di Riposo che ha garantito con grande sacrificio a rischio della propria salute i nostri cari più fragili: chiediamo alla regione di stanziare risorse adeguate”.
 
Infine una considerazione di carattere generale. “Da molto tempo noi chiediamo di investire sulla sanità e assistenziale territoriale che riteniamo essere il tallone d’Achille del sistema sanitario regionale. Siamo convinti che un reale rafforzamento della sanità territoriale possa contribuire in modo determinante alla cura e presa in carico dei bisogni sanitari e sociosanitari per affrontare la crisi sanitaria che stiamo attraversando. Del resto - concludono i sindacati - l’esperienza delle regioni confinanti stanno dimostrando quanto sia vero. È ancora più vero per i tempi che verranno, per evitare al sistema di farsi cogliere ancora una volta impreparato. Riteniamo che questo processo non sia più rinviabile e che debbano essere investite risorse economiche, strumentali e di personale affinché questo cambiamento diventi tangibile e percepibile dalla popolazione, in particolare dalla parte più fragile”.

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