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Martedì 14 APRILE 2020
Biologi specializzandi esclusi da misure Covid-19 e borse di studio: “Siamo stati dimenticati”

“Anche nel mese di marzo siamo stati esclusi dai 5 milioni di euro stanziati per soli futuri medici specializzandi. Eccoci vittime ancora una volta di una politica distorta e discriminatoria” denunciano i rappresentanti del Comitato “Biologi e non medici sanitari specializzandi”. E dopo le promesse disattese dalle istituzioni politiche sarde hanno rivolto un appello a Papa Francesco, al Presidente Mattarella e all’Arcivescovo Baturi

I biologi sardi specializzandi nelle Scuole di formazione specialistica di area sanitaria e parte del SSR, già uditi in Commissione consiliare sanità per la richiesta di una borsa di studio, a seguito delle promesse disattese dalle Istituzioni politiche sarde per risolvere la loro situazione si sono rivolti con un appello a Papa Francesco, al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e all’Arcivescovo di Cagliari, Mons. Giuseppe Baturi, per una intercessione.

“Il momento è difficile per tutti – commenta una dei due firmatari Daniela Diana, biologa specializzanda in genetica medica del Comitato Biologi e non medici sanitari specializzandi -. Ma noi che frequentiamo in virtù di idoneità di un concorso pubblico, continuiamo a non essere nemmeno nominati dalla classe politica che ci governa e che fa annunci di aiuti ai più disagiati”.
Spiega la biologa: “Tra le misure economiche sul Coronavirus qualche giorno fa la Regione ha stanziato 120 milioni di euro pensando ai precari o chi ha perso il lavoro, a chi sino a ieri aveva comunque dei contributi versati e uno stipendio. Noi specializzandi di area sanitaria non vantiamo nemmeno quello, non ci reputano lavoratori, non ci reputano precari. Ci considerano la manodopera del presente e del futuro. Senza alcuna attenzione al nostro fabbisogno quotidiano a differenza dei nostri stessi colleghi medici specializzandi che unicamente perché laureati in medicina, percepiscono sempre e per legge un contratto di formazione di ben 25 mila euro per i primi due anni accademici della Scuola, e di 26 mila euro negli ultimi tre.
 
Anche nel mese di marzo scorso – continua Diana – nonostante il nostro tentativo di ricordare al Consiglio regionale e Assessore regionale alla Sanità la nostra condizione di sofferenza economica e di pesanti sacrifici conseguenti alla mancanza di un sostegno economico perché potessero entrare in argomento nella seduta d’Aula che si è svolta appositamente per discutere dei fondi da stanziare per gli specializzandi, noi non siamo stati minimamente presi in considerazione. Su di noi, hanno chiuso gli occhi”.
 
Ben 5 milioni di euro sono stati integralmente destinati a soli contratti di formazione specialistica per futuri medici specializzandi. “La decisione presa – sottolinea l'altro firmatario Francesco Masia, specializzando in patologia e biochimica clinica, anche lui del Comitato Biologi e non medici sanitari specializzandi – è stata giustificata come mancanza di risorse e di copertura per noi che non abbiamo la laurea in medicina e che siamo già vincitori e idonei di concorso pubblico di accesso alla Scuola”.

Prosegue lo specializzando: “Per la politica sarda il pensiero che in tavola ci possa essere la divisione del pane non è ammessa, e se la moltiplicazione è avve nuta, non è certo a noi che si è pensato. Sembra si persegua l’idea di una concezione che incentiva lo sfruttamento di una classe di professioni sanitarie che non siano mediche, essendo le Istituzioni a conoscenza peraltro, che i biologi non possono tirarsi indietro comunque dal frequentare la specializzazione giacchè resa obbligatoria per accedere col titolo ad opportunità lavorative e ruoli di dirigenza nella pubblica sanità.
 
Ed eccoci vittime ancora una volta di una politica distorta e discriminatoria – conclude Masia -. Da qui il nostro accorato appello a Sua Santità, Papa Francesco, e al Presidente Mattarella, espresso in una lettera nell’auspicio che possano intercedere e volgere alle nostre Istituzioni un pensiero anche per noi, biologi specializzandi, che siamo professionisti alla stregua dei medici specializzandi, e dediti con lo stesso impegno e passione nella sanità per salvare vite umane”.
 
All’Arcivescovo Monsignor Baturi inoltre, i biologi indirizzano una richiesta perché possa a sua volta farsi portavoce del loro appello oltre che presso le Istituzioni, anche alla Santa sede affinché la loro lettera al Sommo Pontefice possa giungere da mani sicure.
 
Elisabetta Caredda

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