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Venerdì 17 APRILE 2020
La sanità “non” ha bisogno del Mes



Gentile direttore,
scorrendo il suo editoriale alla ricerca di articoli sul MES “sanitario”, ho apprezzato il punto di vista del dott. Preiti il quale ritiene salvifica questa misura di assistenza finanziaria per il nostro SSN. Proverò a smentirlo.
 
Intanto vorrei esprimere il mio parere sul reale funzionamento del Mes e sulle conseguenze per chi decide di farvi ricorso:
1. Il MES è un organismo internazionale che non è parte integrante delle istituzioni europee e che ritengo non segua regole democratiche;
2. Il MES di fatto serve unicamente a prestare soldi agli Stati quando essi perdono credibilità sui mercati che quindi smettono di finanziare la spesa pubblica. Attenzione! Il MES presta soldi, non trasferisce risorse, quindi quei finanziamenti vanno restituiti aumentando così il debito pubblico;
3. I benefattori della finanza in seguito a questo favore, ci impongono in realtà di sottostare a una serie di condizioni terribili quali la precarizzazione del lavoro, la riduzione della spesa pubblica in sanità, quindi la sua privatizzazione. E poi attenzione, il MES senza condizionalità è una bufala perché attualmente è vietato dall’art. 136 del trattato sul funzionamento dell’UE; oggi ci dicono che non saremo soggetti alle condizionalità per farci mandare giù la pillola amara.

Questa bella impalcatura per aver accesso ad una cifra irrisoria di 36mld di euro se per il collega Preiti rappresenta una straordinaria occasione per rilanciare (sul breve termine) il SSN, in realtà nasconde insidiose trappole che sul lungo termine non faranno altro che smantellare radicalmente il nostro patrimonio pubblico più grande.
 
36 mld di euro per la sanità è un trattamento metadonico di mantenimento di un equilibrio precario su cui il SSN resta a galla.
36mld saranno necessari solo a compensare la contrazione del PIL che per i più ottimisti sarà attorno al 5% per più i pessimisti al 15%.
 
Concordo con il dott. Preiti sulla necessità della politica di dotarsi di un pensiero riformatore necessario per riconfigurare totalmente il SSN, ammodernarlo rispetto all’evoluzione epidemiologica, demografica e antropologica in corso. Ma la sanità pubblica NON ha bisogno del MES, altresì ha bisogno di uno Stato che riacquisisca sovranità monetaria per immettere in circolazione tutta le risorse necessarie per soddisfare i bisogni dei cittadini, non spiccioli in prestito da restituire con ingenti interessi a un manipolo di strozzini.
 
Oggi difendere e preservare la natura pubblica e universale del nostro Servizio Sanitario Nazionale passa dalla comprensione di questi inediti e subdoli tentativi di totalitarismo finanziario e culturale.
Comprendiamoli, prendiamo le giuste distanze, elaboriamo un linguaggio nuovo e liberiamocene!
 
Dott. Raffaele Varvara
Infermiere
Fondatore di “Infermieri In Cambiamento”
Dottorando presso IASSP (Istituto di Alti Studi Strategici e Politici)

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