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Giovedì 19 APRILE 2012
Specializzandi. Lala (Omceo Roma): “Formazione in medicina generale rimane penalizzata” 

Per il presidente dei medici capitolini “la correzione approvata dalla Camera è stata una buona scelta ma lascia irrisolta “la disparità di trattamento fiscale che permane nei confronti degli specializzandi in medicina generale. Va modificata la legge nazionale”. 

La cancellazione alla Camera dei Deputati della tassazione sulle borse di studio prevista dal Decreto semplificazioni è stata accolta con soddisfazione dall’Ordine provinciale dei Medici-Chirurghi e Odontoiatri di Roma, schieratosi da subito con la corale protesta contro il provvedimento del Governo. Al contempo, però l’Ordine capitolino continua a esprimere netta contrarietà alla disparità di trattamento fiscale che permane nei confronti degli specializzandi in medicina generale. Infatti, la giusta abolizione della norma - che avrebbe equiparato le borse di studio superiori a 11.500 euro a redditi da lavoro dipendente - non sana la situazione pregressa di questo fondamentale segmento della formazione medica. La borsa di studio per gli specializzandi in medicina generale ha un importo lordo annuo pari a circa 11.600 euro ed è sempre stata tassata con l’IRPEF che riduce il netto percepito a meno di 850 euro mensili. Come conseguenza, questi specializzandi si trovano nella situazione paradossale di vedersi tassare le loro borse di studio mentre sono esenti da imposizione fiscale quelle dei loro colleghi in altre specializzazioni, anche se di importi maggiori. In questo modo – evidenzia l’Ordine dei camici bianchi romani – si mantiene una disparità di trattamento tra le diverse componenti giovanili della medicina e una sostanziale iniquità fiscale.
 
“Dopo il recepimento da parte della Camera delle sacrosante ragioni degli specializzandi che ieri hanno manifestato in massa e in tutta Italia, è ora doveroso – dichiara Roberto Lala, Presidente dell’Ordine - che il Governo e il Parlamento affrontino e risolvano anche questa illogica e ingiusta disparità che, non da oggi, pesa sulla condizione e sul futuro dei giovani medici in formazione di medicina generale. Si tratta di rivedere la normativa nazionale in materia e di rendere omogenea la sua applicazione a livello regionale, per tutte le componenti mediche in formazione e per tutte le borse di studio in questo campo. E’ un passo indispensabile per non far degradare il livello di professionalità del nostro Servizio Sanitario, nonché – aggiunge Lala - per cominciare a rendere più equo e semplice il Fisco in questo Paese.”
 
Alla richiesta si unisce Virgilio De Bono, Consigliere dell’Ordine e Presidente della Commissione Giovani e Futuro Lavorativo: “La vittoria contro il provvedimento del Governo non costituisce un risultato completamente positivo. Come istituzione ordinistica ora vogliamo indagare a fondo la situazione economica degli specializzandi in medicina generale, quella che opera sul territorio con grande trasversalità: dal pronto soccorso alla clinica, fino alle importanti manovre chirurgiche. Questa non può e non deve essere relegata a una sorta di serie B. Oltre al danno patito dal giovane medico – sottolinea De Bono - bisogna pensare a quello che ricade sul cittadino-paziente, il quale nell’immediato futuro dovrà fare i conti con una medicina territoriale, quindi essenziale, formata male. Il Parlamento in questi giorni è stato capace di ascoltarci: adesso - deve affrontare la questione nel suo complesso”.

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