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Giovedì 07 MAGGIO 2020
Protocollo intesa con i farmacisti per supporto a donne oggetto di violenza. Anche la ministra Bonetti chiarisce: “Non c’è nessun codice ‘mascherina 1522’”

Dpo i chiarimenti forniti dalla Fofi nei gioni scorsi interviene anche la ministra per le Pari opportunità per spiegare nel dettaglio i termini del protocollo di intesa sottoscritto che le diverse rappresentanze dei farmacisti e delle farmacie italiane per potenziare l'informazione alle donne oggetto di violenza domestica e stalking durante questa fase di emergenza Covid. 

Il Dipartimento per le Pari Opportunità ha recentemente ricevuto diverse segnalazioni di errate interpretazioni circa il Protocollo d’Intesa siglato lo scorso 1° aprile tra la Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, con la Federazione degli Ordini dei Farmacisti, Federfarma e Assofarm, per la diffusione del numero di pubblica utilità 1522. Per tale ragione - si legge in una nota del ministero - in accordo con i firmatari del Protocollo, il Dipartimento per le pari opportunità ritiene necessario fornire alcuni chiarimenti.
 
“Negli ultimi giorni - spiega il ministero - si è infatti più volte richiamato tale accordo attribuendo ad esso la disposizione di un codice o “parola d’ordine” che le donne vittime di violenza dovrebbero segretamente segnalare ai farmacisti. Si tratta di un’iniziativa adottata all’estero, nota come “mascherina1522”, che tuttavia non rientra nei termini dell’accordo siglato il 1° aprile dalla Ministra per le pari opportunità”.
 
“Per esigenze di chiarezza e ai fini della massima tutela delle donne, d’accordo con le altre parti”, il ministero ha reso pubblico il testo del Protocollo (vedi qui), ricordando che “le farmacie non possono raccogliere denunce”.
 
“L’iter per la denuncia - sottolinea infine il ministero - è invece accompagnato dal numero 1522, sia per telefono che via app, oppure, anche in pieno anonimato, dalla app YouPol del Ministero dell’Interno”. 
 
Nei giorni scorsi anche la Fofi era intervenuta sottolineando che “il protocollo prevede che le donne oggetto di  vessazioni possano chiedere esplicitamente al farmacista le indicazioni necessarie a rivolgersi alla rete dei centri antiviolenza, e che nelle farmacie sia visibile il vademecum (vedi qui) che il Dipartimento ha preparato per fronteggiare queste evenienze“. “In questo momento l’uso di "messaggi in codice", soprattutto nella forma “mascherina 1522”, può causare per evidenti ragioni confusione e incomprensioni”. sottolineava ancora la Fofi.

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