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Venerdì 08 MAGGIO 2020
Ecco perché anche i biologi hanno diritto alla premialità economica prevista per i tecnici di laboratorio



Gentile Direttore,
ci è stata segnalata dagli iscritti la lettera inoltrata il 7 maggio u.s. alla sua redazione da Saverio Stanziale, presidente SITLaB, intitolata “Chi esegue test analitici non è il biologo ma il tecnico sanitario di laboratorio biomedico”. La lettera traeva spunto da una frase assolutamente pacifica contenuta in una mia dichiarazione, ripresa anche da QS, dove affermavo che sarebbe stato giusto per i biologi ricevere la premialità economica “prevista per i tecnici addetti allo stesso comparto di laboratorio”.
 
Orbene che biologi e tecnici di laboratorio facciano parte dello stesso comparto di laboratorio è una affermazione evidentemente lapalissiana priva di qualsivoglia contenuto polemico e/o diminutivo della professionalità dei tecnici. Null’altro l’articolo conteneva, se non rivendicare la premialità COVID concessa a tutte le figure sanitarie anche ai biologi, come noto pienamente coinvolti nelle ricerche virologiche concernenti il virus CoV-2.
 
A fronte di questi contenuti del tutto lineari e legittimi, privi di qualunque valenza polemica diretta ed indiretta nei confronti di un’altra figura professionale che peraltro opera in piena armonia negli stessi ambiti laboratoristici del biologo, il presidente SITLaB ha ritenuto di proporre proprie affermazioni che nulla appiaono avere a che fare con il citato articolo riportante le mie dichiarazioni, salvo forse sostenere che la premialità economica COVID, prevista per tutte le figure e professioni sanitarie impegnate nel settore, vada inopinatamente negata ai biologi.
 
Orbene in primo luogo pare utile chiarire che, a fronte dell’auspicata modifica legislativa richiesta nella nota, risulta che in quasi tutte le regioni italiane anche i biologi, siccome medici, infermieri, tecnici sanitari, etc., siano stati destinatari della premialità economica, ma oltre a ciò è parso non solo fuori luogo ma anche criticabile sotto diversi profili proporre affermazioni contrarie alla normativa vigente.
 
Tra le affermazioni proposte da Stanziale quella contenuta nel titolo della lettera è inaccettabile perché certamente ai sensi della Legge n.396/67 e s.m.i. il biologo può eseguire test analitici ed assumersene la relativa responsabilità finale e complessiva. Lo stesso afferma che “le responsabilità professionali e le attività svolte non sono sovrapponibili” ed in tal senso Stanziale fa una giusta affermazione nel senso che la Legge 396/67 e lo stato giuridico previsto per il biologo ai sensi dell’art.15 e seg. Del D.Lgs 502/92 e s.m.i. assegnano al biologo il ruolo di dirigente nelle strutture in cui opera, sino alla responsabilità apicale conferibile ai sensi del DPR 484/97.
 
Ciò sinteticamente detto, e non volendo alimentare polemica alcuna nei confronti di una figura di oggettivo rilievo, con cui il biologo opera in equipe multiprofessionale in piena sinergia da sempre, le precisazioni circa le normative vigenti che regolano le funzioni del tecnico di laboratorio, appaiono inconferenti con il tema delle mie dichiarazioni che si limitavano ad auspicare una semplice e dovuta premialità economica per personale impegnato nell’emergenza pandemica, a partire dalla diretta effettuazione dei ripetuti isolamenti degli acidi nucleici virali nei laboratori italiani di virologia a partire dall’INMI L. Spallanzani.
 
Alla luce di quanto espresso pare auspicabile che nel comune interesse delle categorie citate, ed in una fase estremamente critica quale l’attuale, i preposti alle associazioni evitino di proporre affermazioni gratuitamente lesive di categorie sanitarie che meritano rispetto e considerazione.
 
Vincenzo D’Anna
Presidente Ordine Nazionale Biologi

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