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Mercoledì 20 MAGGIO 2020
Al Mauriziano telemedicina per i pazienti cardiopatici a domicilio

Sono circa 900 i pazientie con pace-maker e defibrillatore che afferiscono all’ambulatorio di Aritmologia dell’ospedale torinese e controllati da remoto con la telemedicina, saliranno a circa mille entro la fine dell’anno. “Questo consentirà di far viaggiare i dati clinici e lasciare a casa il più possibile i pazienti ed i loro familiari, riducendo il rischio di contagio al minimo, ma anche il disagio ed i costi sociali”, evidenzia la Città della Salute.

L’epidemia da coronavirus ha fortemente condizionato il trattamento dei pazienti affetti da cardiopatia. Il rischio di infezione, oltre a ridurre l’afflusso di pazienti in Pronto soccorso, ha infatti reso problematico anche l’accesso presso gli ambulatori per i controlli di routine. Questo ha però fatto sì che quest'ultimo periodo si trasformasse in qualche modo in una sorta di ponte per la medicina del futuro ed in particolare per la telemedicina. Tutto ciò si sta verificando per i pazienti cardiopatici dell'ospedale Mauriziano di Torino, che vengono seguiti da remoto con la telemedicina.

“Tra i pazienti cardiopatici - spiega la Città della Salute in una nota - quelli portatori di pace-maker e defibrillatori costituiscono una categoria particolarmente vulnerabile per l’età media avanzata e per l’alto tasso di patologie croniche associate. Tuttavia il corretto funzionamento di questi dispositivi deve essere tassativamente controllato, così come lo stato di carica della loro batteria”.
 
Da alcuni anni esiste la possibilità di effettuare questo tipo di monitorizzazione anche a distanza, mediante speciali dispositivi che trasmettono per via transtelefonica i parametri di carica e di funzionamento di pace-maker e defibrillatori. Oltre a ciò in molti casi possono essere visualizzati a distanza dal personale medico dell’elettrofisiologia anche disturbi del ritmo cardiaco ed in alcuni casi anche segni di iniziale scompenso cardiaco. Nel caso di ricezioni di parametri non buoni il paziente viene contattato e, a seconda della situazione, può essere convocato in ospedale per una visita, un ricovero oppure ci si può limitare ad una modifica a distanza della terapia.

Presso la Cardiologia dell'ospedale Mauriziano di Torino (diretta dal dottor Giuseppe Musumeci) con la pandemia, visto il rischio infettivo aumentato per questi pazienti, circa 900 pazienti afferenti presso l’ambulatorio di Aritmologia del Mauriziano (responsabile dottor Stefano Grossi) per controllo pace-maker e defibrillatore sono controllati da remoto con la telemedicina e si prevede che saliranno a circa mille entro la fine dell’anno con un incremento percentuale in questi ultimi mesi dell’80%.

“Questo - spiega la nota della Città della Salute - consentirà di far viaggiare i dati clinici e lasciare a casa il più possibile i pazienti ed i loro familiari, riducendo il rischio di contagio al minimo, ma anche il disagio ed i costi sociali”.

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