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Martedì 09 GIUGNO 2020
Tutto pronto per il Mes “Covid”. Ecco le spese sanitarie (dirette e indirette) autorizzate per i Paesi che lo richiederanno: ospedali, farmaci e device ma anche prevenzione e long term care

I fondi per il Meccanismo europeo di stabilità per far fronte all’emergenza Covid sono disponibili e c’è tempo fino al 31 dicembre 2022 per farne richiesta. La maggioranza è divisa e nonostante i rumors parlino di piani già in lavorazione per un ammontare di circa 20 mld per ora nulla si muove. Ma con quei soldi si potrebbe praticamente fare una ristrutturazione completa del Ssn. In Italia la questione è tutta politica e le posizioni tra i partiti sono trasversali agli schieramenti di maggioranza e opposizione. Ecco la scheda da compilare

Il Meccanismo europeo di stabilità, il famoso MES, per far fronte all’emergenza Covid è pronto e gli Stati dell’Area Euro possono già da ora e fino al 31 dicembre 2022 fare richiesta. Ricordiamo che l'importo massimo che si potrà richiedere sarà pari al 2% del prodotto interno lordo (PIL) alla fine del 2019 che per l’Italia vuol dire circa 36/37 miliardi di euro.
 
I prestiti avranno una durata massimo di 10 anni e il paese richiedente dovrà pagare un margine di 10 punti base (0,1%) ogni anno, una commissione di servizio iniziale di 25 punti base (0,25%) e una commissione di servizio annuale di 0,5 punti base (0,005%).
 
Per quanto riguarda i controlli i Paesi che accedono al MES per il sostegno alla crisi pandemica saranno soggetti a una sorveglianza rafforzata da parte della Commissione europea sull'uso effettivo dei fondi per coprire i costi sanitari diretti e indiretti. Non vi saranno controlli ad hoc oltre a quelle standard che si svolgono nell'ambito del semestre europeo anche se il MES attuerà il suo sistema di allarme rapido per analizzare la capacità di rimborso del paese beneficiario in coordinamento con la sorveglianza della Commissione.
 
Ma nello specifico per cosa si potranno utilizzare i Fondi? Per rispondere al quesito è stato predisposto un documento ad hoc in cui indicare le risorse che si richiedono e le modalità per cui saranno impiegate.
 
Lo schema prevede tre aree.
La prima è quella che riguarda i costi sanitari, di cura e di prevenzione direttamente correlati alla pandemia di COVID-19.
 
La seconda riguarda le spese indirette come quella per ospedali, cure ambulatoriali e cure riabilitative, diagnostica, farmaci, prevenzione, amministrazione sanitaria e long term care.
 
Nella terza casella vanno indicati tutti gli altri costi indiretti relativi all'assistenza sanitaria, alla cura e alla prevenzione dovuti alla crisi di Covid-19.

 
Insomma, le linee guida offrono un margine abbastanza largo in modo da poter realmente attuare investimenti nel settore sanitario di ogni Paese.
 
Il problema, com’è noto a questo punto è tutto politico e le posizioni tra i partiti sono parecchio trasversali. In maggioranza (tra le opposizioni è favorevole Forza Italia) sono assolutamente favorevoli il Pd e Italia Viva. Il M5S è fortemente tormentato tra chi vuole accedere alle risorse del fondo e tra chi invece no. La paura come dichiarato dal Vice Ministro Pierpaolo Sileri (e che è poi anche quella del Ministro della Salute, Roberto Speranza) è il fatto che l’accesso al Mes potrebbe essere visto come una difficoltà dell’Italia a finanziarsi sui mercati scatenando ondate speculative. E poi anche come al momento non vi sia nessuno Paese che ha manifestato interesse ad accedere al Mes.
 
E poi sul piatto ci sarebbero anche le risorse a fondo perduto del Recovery Fund, anche se a livello europeo la partita a Bruxelles non si è ancora chiusa definitivamente.
 
Insomma, nonostante rumors su possibili piani già pronti per cifre intorno ai 20 mld (l'unico documento sul tema è di Italia Viva), per ora l’Italia attende dato che per decidere ci saranno altri due anni e mezzo di tempo.
 
Luciano Fassari

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