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Giovedì 26 APRILE 2012
Preservativo. L'Oms lo consiglia ma l'Italia lo cancella. Lila: “Censura”. Ministero: “Un refuso”

L'uso del preservativo è tra i consigli che l’Oms lancia ai tifosi che si recheranno in Polonia ed Ucraina per gli europei di calcio. Ma nella versione italiana che traduce l'opuscolo dell’Oms, questo consiglio non c’è. Una simile polemica c'era già stata per la Giornata mondiale lotta all'Aids.

“Per evitare il rischio di malattie sessualmente trasmissibili, assicurarsi di usare correttamente il preservativo - femminile o maschile”. È questa la frase incriminata. Contenuta nell'opuscolo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità destinato ai tifosi che tra poco più di un mese si riverseranno in Polonia e Ucraina per i Campionati europei di calcio 2012, scompare invece nella versione italiana dello stesso opuscolo tradotto dal ministero della Salute. Ad accorgersene è stata oggi la Lega italiana lotta all’Aids (Lila), che si domanda “quali bizzarre considerazioni abbiano prodotto l'ennesima censura” e chiede che “la frase venga rimessa al suo posto, e subito”.

Immediata la risposta del ministero della Salute, secondo il quale si tratterebbe di “un banale refuso”, come si legge nella nota del dicastero. Nella quale si precisa che “la frase è già stata ripristinata nel testo italiano sul sito del Ministero della Salute” e il ministro Renato Balduzzi “ha disposto contemporaneamente una verifica interna all’Amministrazione circa l’omissione della frase in questione”.

Già lo scorso 1° dicembre, Giornata Mondiale della lotta all’Aids, il mancato uso da parte del ministero della Salute della parola “preservativo” era già stato contestato dalle associazioni. Prima in riferimento alla campagna di sensibilizzazione per la lotta all’Aids e a seguito della circolare Rai che chiedeva ai redattori di omettere il termine "preservativo" dalle trasmissioni. In quell’occasione il ministro della Salute aveva assicurato che il condom era parte dei programmi di prevenzione del ministero e che lo stesso ministero non aveva inviato alcuna indicazione alla Rai per evitare l’uso della parola preservativo.
 

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