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Lunedì 15 GIUGNO 2020
Laurea in Medicina. Anelli (Fnomceo) al Mur: “No all’aumento dei posti senza aver prima azzerato l’imbuto formativo”

L’Ordine dei medici: “Abbiamo notizia che il Ministero dell’Università avrebbe intenzione di aumentare a tredicimila gli accessi alla facoltà di Medicina, a fronte dei diecimila dello scorso anno. Sarebbe, questa, una decisione che, nel contesto attuale, andrebbe drammaticamente a ingrandire, tra qualche anno, l’imbuto formativo, rendendo la situazione ingestibile e irrecuperabile”.

“Undicimila tra borse di specializzazione e quelle per la Medicina generale, a fronte di ventiduemila potenziali candidati. Sarebbe questo il numero di accessi concordato con le Regioni ai percorsi formativi post lauream. I rimanenti undicimila medici, già laureati e abilitati? Prigionieri, a tempo indefinito, dell’imbuto formativo, il collo di bottiglia tra la laurea e la specializzazione. Condannati a un futuro fatto di precariato, di inoccupazione, di disoccupazione. Oppure, a fuggire all’estero, per specializzarsi e poi cercare un posto a condizioni economiche e lavorative migliori. E alla fine di tutto, è l’Italia a saldare il conto. Un conto salato. Dal punto di vista finanziario, perché i 1500 medici che ogni anno vanno a specializzarsi all’estero costano al paese che li ha formati oltre 225 milioni. E dal punto di vista sociale: a fronte di migliaia di giovani laureati e poi condannati al precariato, abbiamo migliaia di mancati specialisti, che non andranno a sostituire quelli che vanno in pensione. Con conseguenze negative sulla rete di assistenza ai cittadini”.
 
È quanto denuncia la Fnomceo che evidenzia come “in questo scenario, già grave di per sé, abbiamo notizia che il Ministero dell’Università avrebbe intenzione di aumentare a tredicimila gli accessi alla facoltà di Medicina, a fronte dei diecimila dello scorso anno. Sarebbe, questa, una decisione che, nel contesto attuale, andrebbe drammaticamente a ingrandire, tra qualche anno, l’imbuto formativo, rendendo la situazione ingestibile e irrecuperabile”.
 
“Lo abbiamo detto, lo ribadiamo: è ora, invece, il momento di intervenire, per svuotare finalmente l’imbuto e formare tutti i medici già laureati – continua il Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli -. Ed è il momento di una vera riforma, che metta in parallelo gli ingressi a medicina con i percorsi formativi post lauream, cosicché a ogni laurea corrisponda una borsa”.
 
“I fondi finalmente ci sono: l’attuale Governo, grazie all’impegno del Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha invertito la rotta. Ha detto basta alle politiche dei tagli e aperto la stagione degli investimenti in Sanità – constata Anelli -. E in cosa investire, per garantire un futuro al nostro Servizio Sanitario Nazionale, se non nella formazione dei giovani professionisti?”.
 
“Sembra averlo compreso anche la Politica, che, rispondendo agli appelli della Fnomceo e alle sollecitazioni dei Ministri Grillo e  Speranza, ha preso atto del problema dell’imbuto formativo, e ha praticamente raddoppiato il numero delle borse, rispetto alle 6000 di due anni fa. Adesso è il momento di avere coraggio, di ridare speranza ai giovani e ai cittadini – esorta Anelli -. È il momento di garantire un futuro ai nostri giovani medici, senza cedere alla tentazione di regalare gratificazioni tanto immediate quanto illusorie a chi vuole intraprendere un percorso, non scevro da impegni e sacrifici, e si troverà, tra qualche anno, un muro davanti. È tempo di abbattere quel muro, di far diventare l’imbuto formativo un lontano ricordo, una pagina triste della nostra storia”.
“È anche e soprattutto il momento di assicurare ai cittadini un’assistenza di qualità, immettendo nel sistema un congruo numero di specialisti e di medici di medicina generale – auspica -. Non possiamo farci trovare impreparati di fronte a nuove ondate dell’epidemia di Covid-19, dobbiamo pianificare ora il futuro, a breve e lungo termine, del nostro Servizio Sanitario nazionale”.
 
“Chiediamo quindi che si dia subito il via alla riforma che faccia diventare la formazione del medico un unicum, dall’ingresso a medicina alla specializzazione, con un periodo propedeutico negli ultimi anni delle scuole superiori. E che, sino a che non si sarà azzerato l’imbuto formativo e non si sarà garantito un rapporto uno a uno tra lauree e borse di specializzazione e per la Medicina Generale, non si aumenti il numero degli accessi a Medicina – conclude Anelli -. Abbiamo visto i nostri giovani colleghi scendere in piazza, in questi giorni, a manifestare contro quella che è un’ingiustizia verso di loro, verso la Professione, verso i diritti dei cittadini. Se non vedremo dal Governo un impegno serio e urgente in questa direzione, i giovani scenderanno nuovamente in piazza, e noi accanto a loro, per quella che non è la loro battaglia, ma la battaglia di tutti”.

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