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Lunedì 15 GIUGNO 2020
Covid. Dall’Iss otto nuovi Rapporti con le indicazioni per gli operatori. Dalla gravidanza alle malattie rare

Prosegue la pubblicazione dei Rapporti dell'Istituto superiore di sanità. Fino ad oggi messi on line a disposizione di tutti gli operatori sanitari 46 Rapporti monografici con le indicazioni sui molteplici aspetti sanitari e assistenziali connessi con l'epidemia ancora in corso. SCARICALI TUTTI.

L'ultimo in ordine di uscita è il Rapporto n. 46/2020 sui Dispositivi diagnostici in vitro per COVID-19. Parte 2: evoluzione del mercato e informazioni per gli stakeholder.
 
Con questo documento l'Iss aggiorna la sua collana con le indicazioni su come gestore i molti aspetti dell'assistenza e non solo connessi all'eidemia Covid.
 
In questo documento in particolare si ricorda che la Commissione Europea ha pubblicato in data 15 aprile 2020 le linee guida sui test diagnostici in vitro (IVD) per COVID-19. In un primo Rapporto ISS COVID-19 (n. 28/2020) sono stati già affrontati i contenuti relativi agli aspetti normativi che regolano l’uso e la commercializzazione degli IVD nei paesi dell’Unione Europea e le diverse tipologie di IVD che possono essere rinvenute sul mercato.
 
Il presente rapporto illustra ulteriori argomenti presenti nelle linee guida. Viene in particolare descritta l’evoluzione del mercato degli IVD specifici per COVID-19 e vengono fornite informazioni per gli stakeholders (utilizzatori, distributori e fabbricanti) in merito al corretto utilizzo degli IVD in relazione alla destinazione d’uso ed alle prestazioni indicate dal fabbricante.
 
Il Rapporto n. 45 contiene invece le Indicazioni ad interim per gravidanza, parto, allattamento e cura dei piccolissimi di 0-2 anni in risposta all’emergenza COVID-19
Dall’inizio della pandemia, per rispondere alle emergenti esigenze di riorganizzazione della rete assistenziale in area materno-infantile, si è resa necessaria una revisione dei percorsi di presa in carico delle donne in gravidanza, delle madri, dei padri e dei neonati.
 
La pressione epidemiologica iniziale, soprattutto nelle aree più colpite del Paese, ha portato i servizi sanitari regionali a definire percorsi assistenziali basati sulla disponibilità organizzativa e logistica del momento. Inoltre, nella fase iniziale dell’epidemia COVID-19, tra gennaio e marzo 2020, le evidenze scientifiche a supporto di tali decisioni erano ancora scarse e non sempre univoche.
 
Attualmente la letteratura a disposizione, benché limitata, indica in maniera più consistente quali siano le pratiche clinico-assistenziali appropriate per la presa in carico del percorso nascita in donne con infezione sospetta o confermata da virus SARS-CoV-2.
 
Il Rapporto n. 44 è incentrato sulle Indicazioni di un programma di intervento per la gestione dell’ansia e della depressione perinatale nell’emergenza e post emergenza COVID-19.
 
L’emergenza creata dalla pandemia COVID-19 e la necessità di adottare misure di contenimento del contagio, come le limitazioni di movimento e il distanziamento sociale, può influire negativamente sulla salute delle donne nel periodo perinatale, aumentando il rischio di comparsa di alcuni disturbi mentali, come depressione e ansia. I Servizi che si occupano della salute della donna in gravidanza dovrebbero riorganizzare le procedure per far fronte a questa emergenza, con l’obiettivo di continuare a fornire un’assistenza di qualità e garantendo, al contempo, la sicurezza di utenti e operatori.
 
Viene qui proposto l’adattamento ad un contesto di emergenza di un programma di intervento volto ad individuare tempestivamente le donne a rischio e fornire loro un trattamento basato su prove di efficacia.
 
Il Rapporto n. 43 fornisce poi Indicazioni ad interim per un appropriato sostegno della salute mentale nei minori di età durante la pandemia COVID-19.
 
Come conseguenza dello scenario emergenziale SARS-CoV-2, circa 9 milioni di minori di età hanno sperimentato cambiamenti sostanziali negli ambienti di vita, nelle routine quotidiane e nelle reti relazionali, educative e sociali che normalmente favoriscono la promozione della salute e la resilienza agli eventi traumatici.
 
Allo stato attuale, è importante individuare e attuare le strategie utili a garantire contemporaneamente la massima continuità e supporto allo sviluppo neuropsichico e il minimo rischio di diffusione del virus in bambini, adolescenti, familiari e operatori.
 
Questo impegno richiede un confronto e una collaborazione costante tra tutte le istituzioni e i professionisti coinvolti, e una modulazione differenziata delle attività nei diversi contesti locali e in relazione all’evoluzione della pandemia.
 
Il Rapporto n. 42 verte invece sulla Protezione dei dati personali nell’emergenza COVID-19.
 
La disciplina della protezione dei dati personali ha acquisito un ruolo fondamentale nell’emergenza COVID-19: la raccolta e l’utilizzo dei dati, in particolare quelli relativi alla salute, sono strumenti indispensabili nell’azione di contrasto della pandemia.
 
Limitazioni alla privacy per motivi di tutela della sanità pubblica sono consentite dal GDPR, così come dal Codice in materia di protezione dei dati, secondo criteri di proporzionalità, precauzione e temporaneità. Il presente rapporto ricostruisce i principi giuridici ed etici della materia, cercando di fornire indicazioni operative per il trattamento dei dati personali nell’emergenza.
 
Il Rapporto n. 41 contiene Indicazioni per prendersi cura delle difficoltà e dei bisogni dei familiari di pazienti ricoverati in reparti ospedalieri COVID-19.
 
I familiari dei pazienti ospedalizzati per COVID-19 sono esposti a minacce di perdita in vari ambiti: perdita di una persona cara, del lavoro, della sicurezza economica, dei contatti sociali e dell’autonomia di muoversi liberamente nel mondo.
 
Allo scopo di esaminare le esperienze e i problemi dei familiari di pazienti con COVID-19 e individuare buone pratiche per fronteggiarli, gli autori del presente rapporto hanno esaminato la letteratura pertinente e condotto un’indagine qualitativa con il coinvolgimento di familiari di pazienti ricoverati in reparti COVID-19 e personale sanitario ivi operante.
 
Come strumenti di ricerca qualitativa si è deciso di utilizzare due focus group, integrati da interviste telefoniche semi-strutturate. Sulla base dell’esame della letteratura e dei risultati dell’indagine qualitativa, sono state qui formulate delle indicazioni per prendersi cura dei bisogni dei familiari.
 
Il Rapporto n. 40 parla invece di Comunicazione in emergenza nei reparti COVID-19. Aspetti di etica.
 
L’emergenza COVID-19 ha scardinato le modalità e le possibilità di comunicazione all’interno del contesto ospedaliero. La condizione di isolamento dei pazienti in reparti dedicati, assistiti da personale medico-sanitario con protezioni individuali integrali, ha reso necessaria l’adozione di un nuovo assetto comunicativo tra questi ultimi, i pazienti e i loro congiunti.
 
Nel sottolineare, attraverso una analisi etica e bioetica, alcuni aspetti rilevanti che, nel contesto emergenziale, possano favorire la comunicazione, il presente rapporto ne ribadisce la centralità come fulcro della relazione di cura.
 
E infine il Rapporto n. 39 si occupa del Censimento dei bisogni (23 marzo - 5 aprile 2020) delle persone con malattie rare in corso di pandemia da SARS-CoV-2.
 
Il rapporto illustra i risultati dell’indagine conoscitiva, promossa dal Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità e da UNIAMO Federazione Italiana Malattie Rare Onlus, ideata con lo scopo di raccogliere i bisogni delle persone con patologie rare e dei loro caregiver ed evidenziarne le necessità più cogenti nel periodo iniziale dell’emergenza sanitaria da COVID-19.
 
Il questionario online ha ricevuto 1174 risposte in 2 settimane (23 marzo - 5 aprile 2020); i risultati forniscono una fotografia delle difficoltà e dei disagi di questa fascia di popolazione particolarmente fragile, in un momento in cui si stavano elaborando le prime misure di supporto a livello nazionale e regionale.
 
Sono stati evidenziati problemi sull’assistenza sanitaria e sul sostegno socio-sanitario in conseguenza alla pandemia; è stato inoltre rilevato un considerevole bisogno di informazione non solo sull’impatto della pandemia relativamente alla propria condizione di salute, ma anche sull’accesso ai servizi socio-sanitari.
 
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