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Mercoledì 17 GIUGNO 2020
Tumore al seno e test genomici. Zambelli (Ospedale Bergamo): “Con test è possibile risparmiare la chemioterapia in un paziente su 2”

Intervista all’oncologo dell’ospedale lombardo che analizza come sempre più nel futuro si dovrà andare verso una terapia personalizzata anche sul tumore al seno. E in questo senso molto utili potrebbero essere i test genomici che potrebbero portare benefici ai pazienti e far risparmiare risorse.

Andare sempre di più verso una terapia personalizzata: anche per il tumore della mammella la strada da seguire a questa. Ad accompagnare i clinici in questa direzione potrebbero essere i test genomici, analisi in grado di far risparmiare il 50% delle chemioterapie, individuando quelle potenzialmente inutili. Abbiamo fatto il punto su risparmi per il servizio sanitario regionale e benefici in termini di salute per le pazienti derivanti dall’adozione di questi test nella pratica clinica con Alberto Zambelli, dirigente medico dell’Oncologia Medica dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo
 
Dottore, insieme con il suo team ha svolto uno studio su 400 pazienti con tumore al seno in quattro centri della Lombardia per valutare l’impatto e l’utilizzo di un test genomico. Quali sono i risultati che avete raggiunto in termini economici?
Parliamo dello studio BONDX, svolto su 400 pazienti in quattro ospedali lombardi, in cui è stato valutato l’impatto dell’utilizzo di un test genomico, che è un classificatore molecolare di malattia, capace di predire e prognosticare l’outcome delle pazienti. Lo studio ci ha dimostrato che è possibile risparmiare la chemioterapia in una paziente su due ogni volta che il clinico ritiene utile un trattamento chemioterapico a scopo precauzionale invece della sola terapia ormonale, quindi parliamo di un gruppo di pazienti che si manifesta con un tumore ormonosensibile e che può ricevere la sola terapia ormonale o in aggiunta alla chemioterapia. Lo studio ha dimostrato quindi che il test genomico fa risparmiare il 50% delle chemioterapie proposte e questo si traduce in un vantaggio enorme per la paziente che si evita un trattamento potenzialmente inutile, e certamente con effetti collaterali, e in un impatto anche economico perché quello che abbiamo osservato, basandoci su alcune evidenze di farmacoeconomia, è che risparmiando i costi diretti e indiretti della chemioterapia il vantaggio a favore dell’utilizzo del test è tale per cui il compenso del costo del test è ampiamente coperto e anzi il sistema sanitario regionale trae beneficio.

Quali sono i vantaggi di questi test genomici?
I test hanno la capacità di riclassificare un rischio di recidiva in donne operate di tumore al seno per cui è prevedibile una possibilità di ricaduta. Per questa ragione alle pazienti viene proposto un trattamento precauzionale. La capacità di predire qual è il trattamento precauzionale ottimale chemioterapico o di terapia endocrina nel caso di tumori con espressione dei recettori ormonali è il punto cruciale per il vantaggio che questi test possono assegnare. Nella stragrande maggioranza dei casi permettono di risparmiare chemioterapie potenzialmente inutili, in una piccola quota di pazienti permettono di ottimizzare il trattamento suggerendo l’effetto vantaggioso della chemioterapia quando il clinico potrebbe averlo in qualche modo non intercettato.

Cosa dicono le linee guida a proposito dei test genomici?
Esistono diversi test genomici. Quello più ampiamente studiato è il test Oncotype DX che ha una serie di studi di validazione, alcuni retrospettivi prospettici altri direttamente prospettici, ed è quello che ha raccolto all’interno di questi studi il più alto numero di pazienti valutate, oltre 100mila. Il test è utilizzato nella pratica clinica quotidiana a livello globale in modo molto esteso con oltre un milione di pazienti che sono già state testate con questo tipo di analisi. Ad oggi il test è riconosciuto dalle principali linee guida internazionali, da quelle americane dell’ASCO a quelle europee dell’ESMO, ma anche dalle linee guida nazionali dell’AIOM. Le evidenze di letteratura sono ampiamente presenti e le evidenze anche dalla pratica quotidiana sono altrettanto forti e confermative dell’effetto osservato negli studi controllati.
 
 
 
Marzia Caposio

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