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Giovedì 09 LUGLIO 2020
Scandalo camici in Lombardia. Fornitura commissionata a impresa legata alla famiglia Fontana 

La vicenda risale allo scorso 16 aprile quando la centrale acquisti Aria ha ordinato 513 mila euro di camici e altro materiale alla Dama, società di cui la moglie del governatore Attilio Fontana detiene una quota e che è gestita dal cognato. L’ipotesi degli inquirenti è che a seguito dell’interesse della stampa sull’operazione, le fatture siano state stornate e l'acquisito trasformato in donazione.

Il covid ha travolto la lombardia non solo in termini di decessi e contagi. Una tempesta politica, il cui ultimo capitolo riguarda la famiglia Fontana e la fornitura di camici e altro materiale per un valore di 513 mila euro, durante l'emergenza Covid, da parte della Dama, società di cui la moglie del governatore lombardo Attilio Fontana detiene una quota e che è gestita dal cognato.

“L'ipotesi - riferisce l’Ansa - è turbata libertà nel procedimento di scelta del contraente”. Ieri il Nucleo speciale di polizia valutaria della Gdf ha acquisito negli uffici della Regione la documentazione relativa al contratto di fornitura di camici tra i due “contraenti”, ossia la società Dama e Aria, l’agenzia regionale per gli acquisti.

Dunque, Aria avrebbe ordinato 513 mila euro di camici e altro materiale alla Dama ma, a seguito dell’interesse della stampa sulla vicenda, le fatture sarebbero state stornate e l'acquisito sarebbe stato trasformato in donazione. “È documentato, da quanto si è saputo, che il pagamento da Aria a Dama non è stato effettuato e agli atti ci sono la nota di credito, le fatture e lo storno delle stesse”, spiega l’Ansa.

Sia Aria che la società hanno però sempre affermato che si è trattato di una donazione e che nemmeno un euro è uscito dalle casse della Regione.

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