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Venerdì 17 LUGLIO 2020
Rete territoriale. Vertice tra Fnomceo e Commissione Albo assistenti sanitari su progetto integrato per rafforzarla

L'incontro tra il presidente della Federazione nazionale Filippo Anelli e alcuni rappresentanti della Commissione d’Albo degli Assistenti Sanitari di Bari Bat Taranto è servito anche  ad individuare le specifiche competenze delle diverse professioni sanitarie in campo sul territorio, sulle quali recenti Disegni di Legge (Ddl 1346) e alcuni documenti a livello nazionale, "stanno generando confusione". 

L’infezione da Sars-Cov-2 ha evidenziato come sia indispensabile potenziare il lavoro delle reti territoriali di professionisti sanitari, al fine di gestire in maniera efficace la fase di emergenza e di sviluppare rapidamente piani di prevenzione e di sorveglianza. Sul territorio, però, anche la gestione della cronicità di alcune patologie, l’organizzazione di campagne di prevenzione come quelle vaccinali, piuttosto che la promozione di corretti stili di vita possono diventare una vera emergenza.
 
Filippo Anelli, Presidente Nazionale della Fnomceo e alcuni rappresentanti della Commissione d’Albo degli Assistenti Sanitari di Bari Bat Taranto, si sono incontrati recentemente per discutere di un progetto integrato tra professionisti della sanità al fine di rafforzare la rete territoriale pugliese.
 
L’incontro è servito anche ad individuare le specifiche competenze delle diverse professioni sanitarie in campo sul territorio, sulle quali recenti Disegni di Legge (Ddl 1346) e alcuni documenti a livello nazionale, "stanno generando confusione". L’invito degli Assistenti Sanitari, rivolto anche alla politica, è stato quello di "distinguere tra i professionisti che da sempre si occupano di cura e assistenza e i professionisti che si occupano da sempre di prevenzione e promozione della salute per Profilo Professionale, Ordinamenti Didattici Universitari e definizioni legislative delle funzioni caratterizzanti le professioni sanitarie".

"Il rischio - è emerso dall'incontro - istituendo figure professionali ibride, che si sovrappongono pericolosamente ad altre, chiamate ad occuparsi di “tuttologia” in campo sanitario, è quello di creare conflitto tra le diverse categorie professionali e di generare confusione e disorientamento nella comunità assistita. Tale riflessione appare ancora più ragionevole se pensiamo che le risorse umane ed economiche in campo sanitario vanno opportunamente allocate per competenze nei reparti ospedalieri, nei Servizi dipartimentali e distrettuali e sul territorio". 

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