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Lunedì 20 LUGLIO 2020
Perplessità sulla Riforma del sistema sanitario regionale

L’articolato sulla riforma del Ssr ha concluso il suo primo iter con l’approvazione in Commissione Sanità. Gallus: “Un testo complesso ma il risultato non è scontato, vista la mole di emendamenti”. Ganau: “Una riforma che si limita agli aspetti gestionali con un ritorno alle Asl, nessun intervento di riorganizzazione del sistema territoriale delle cure nè della rete ospedaliera”. Agus: “Abbiamo preteso chiarezza sugli aspetti clinici che si avranno su ogni struttura”

È stato approvato dalla Commissione consiliare Sanità nel suo ultimo incontro il testo unificato sulla Riforma del sistema sanitario regionale D.L. n. 112 (allegato) - P.L. n. 121. L’articolato dovrà ora passare al vaglio della Terza Commissione Bilancio e del Consiglio delle Autonomie Locali della Sardegna (CAL), e solo successivamente il testo sarà calendarizzato e portato in Aula prima della pausa di agosto per la discussione e il voto finale.
Il D.L. n. 112 era stato presentato dalla Giunta, mentre la P.L. n. 121 dal gruppo UDC.

“Il parlamentino presieduto da Domenico Gallus (Udc) – si apprende dal comunicato dell’Ufficio stampa del Consiglio regionale che ha seguito i lavori della Commissione - ha lavorato senza sosta per circa tre ore affrontando oltre ottanta emendamenti: alcuni sono stati ritirati per consentire alla maggioranza un approfondimento e un’intesa prima della seduta d’Aula, altri, invece, come quello di Stefano Schirru (Psd’az) relativo alla formazione del personale del servizio 118 o quello di Gianfranco Ganau (Pd) sul commissario che curerà lo scioglimento di Ats, sono stati approvati.

Nel primo caso – puntualizza la nota - è stabilito che la formazione sarà in capo ad Areus e non alle Asl mentre nel secondo caso sarà il commissario di Sassari a curare la liquidazione di Ats, che ha sede legale a Sassari. Soddisfatto il presidente Gallus: “In poche ore maggioranza e opposizione hanno licenziato un testo complesso e non si tratta di un risultato scontato, vista la mole di emendamenti. L’approvazione dell’articolato è merito della collaborazione di tutti e sono fiducioso anche per quanto riguarda il futuro della riforma sanitaria, sulla quale gravano ancora alcune incognite ma non insormontabili”.

Sentiti da Quotidiano Sanità, per il Capogruppo PD, Gianfranco Ganau: “Si tratta di una riforma che si limita agli aspetti gestionali con un ritorno alle Asl, senza neanche una analisi critica che individuasse le criticità esistenti in questo modello gestionale. Nessun intervento che possa migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria nella nostra regione. Nessun intervento di riorganizzazione del sistema territoriale delle cure nè sulla tanto criticata (a sproposito) rete ospedaliera. Di fatto sarà una moltiplicazione di poltrone dirigenziali su cui il centro-destra dedicherà le solite attenzioni spartitorie, che porterà tra l’altro ad un inevitabile incremento dei costi. Una riforma – evidenzia Ganau - che prevede almeno un anno di commissariamenti, obbligati all’ordinaria amministrazione, che provocherà una vera e propria stasi nelle dinamiche della sanità proprio in un momento di altissimo rischio di una recrudescenza della pandemia. Insomma un giudizio totalmente negativo”.

Critico anche il Capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus: “La sanità sarda naviga a vista. Tutti gli ospedali sono allo stremo e lamentano gravi carenze di personale. L’emergenza sanitaria è tutt’altro che finita e non c’è un’idea su come recuperare liste d’attesa e piena operatività nei ricoveri. Pensare ora a una moltiplicazione delle poltrone è un atto scriteriato. A maggior ragione considerando come questo sia l’unico punto in comune tra partiti di una maggioranza ai ferri corti su tutto il resto. Mi pare poi evidente – conclude Agus - che la stessa Giunta non abbia idea di tutti gli effetti che avrà la riforma. Per questo abbiamo preteso chiarezza riguardo agli aspetti clinici che si avranno su ogni struttura: gli ospedali non sono mattoncini Lego che si possono smontare e rimontare senza preventivarne i rischi e le conseguenze”.
 
Elisabetta Caredda

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