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Giovedì 23 LUGLIO 2020
Il nuovo Ordine, fondamenta delle nuove generazioni di professionisti

Coloro che oggi criticano l’Ordine delle Professioni sanitarie non colgono appieno l’impresa, l’impegno profuso e la reale complessità. È stato fatto “ordine”, partendo da un caos primordiale di titoli mai censiti prima, di professionisti equipollenti, equivalenti e laureati; in più, si sono palesati titoli precedentemente riconducibili all’esercizio professionale, che stanno ora popolando i cosiddetti elenchi speciali

La costituzione del nuovo Ordine delle Professioni sanitarie, Infermieri ed Ostetriche a parte, rappresenta una vera e propria impresa politica ed amministrativa.
 
Appena due anni fa, tutte le 19 Professioni sanitarie coinvolte nella costituzione dell’Ordine, che ha la peculiarità di avere il maggior numero di Categorie professionali rappresentate, erano intente a contabilizzare le iscrizioni ai rispettivi Albi professionali.
 
Si avviò un’operazione senza precedenti. Avevamo delle stime, risultate in seguito molto attendibili, che prevedevano un interessamento di quasi 200 mila professionisti. Una valanga di iscrizioni gestite in soli due anni, elenchi speciali inclusi. Tutto l’iter dematerializzato e scrupolosamente scrutato e verificato nella veridicità del titolo abilitante. Una macchina organizzativa che ha davvero rasentato la perfezione.
 
Coloro che oggi criticano l’Ordine non colgono appieno l’impresa, l’impegno profuso e la reale complessità. È stato fatto “ordine”, partendo da un caos primordiale di titoli mai censiti prima, di professionisti equipollenti, equivalenti e laureati; in più, si sono palesati titoli precedentemente riconducibili all’esercizio professionale, che stanno ora popolando i cosiddetti elenchi speciali.
 
Il “fare Ordine” ha coinvolto migliaia di colleghi che, con abnegazione e grande senso di responsabilità, liberando del tempo personale ed extra professionale, hanno indossato i panni dell’Amministrazione Pubblica competente ed hanno svolto la funzione di certificatori della validità dei titoli abilitanti. Il gioco di squadra svolto tra Ordini Territoriali ed Associazioni Maggiormente Rappresentative (AMR) ha consentito di realizzare pienamente questa impresa.
 
L’impalcatura, la casa comune, i contenuti giuridici, le commissioni d’albo, lo stop agli abusivi
Il Comma 14 della Legge 3/2018 ha offerto la struttura, l’impalcatura, dell’Ordine; parallelamente l’ex Collegio dei TSRM (Tecnici Sanitari Radiologia Medica), nella trasformazione definita dalla Legge 3/2018, ha messo a disposizione l’impianto provinciale ed interprovinciale, ciò che oggi è, a tutti gli effetti, la “Casa comune”.
 
Le AMR, prossime ad abbandonare la rappresentatività delle professioni, invece, nella medesima evoluzione ordinistica, hanno portato beni immateriali di grande valore: capacità di confronto, disponibilità al dialogo, capacità di mediazione, abilità nel problem solving, esperienza giuridica.
 
Doti che rappresentano un valore aggiunto, in grado di generare una cultura diversa nel fare politica professionale ma soprattutto, in grado di concretizzarsi in procedure efficienti ed istruzioni operative efficaci per la gestione delle complessità. Con la costituzione delle singole Commissioni d’Albo, inoltre, le rispettive Professioni hanno finalmente avuto rappresentatività territoriale in seno ad un contesto ordinistico.
 
Un percorso virtuoso grazie al quale si è anche rimediato, infine, anche ad una vulnerabilità del Sistema delle Professioni intellettuali che, nel segmento più prossimo al singolo professionista, accusava, una evidente fragilità d’intervento, soprattutto nei confronti della fondamentale e delicata lotta all’abusivismo. Tale fragilità, nel corso dei passati decenni, è stata solo parzialmente rimediata dalle preziose AMR. Ora, finalmente, con il puntuale e preciso intervento delle Commissioni d’Albo, l’esercizio abusivo di ogni professione sanitaria, possiamo affermare che abbia “le ore contate”.
 
La “presa della Bastiglia”
Il 14 Luglio, data storicamente nota per la “presa della Bastiglia”, quest’anno ha visto l’emanazione del Decreto Ministeriale sulla Costituzione della Commissione Nazionale d’Albo, altro importante livello di rappresentanza delle nostre 19 professioni che, prevedibilmente a settembre prossimo, cioè quando si potranno svolgere le elezioni, andrà a migliorare il funzionamento dell’Ordine più complesso che ci sia nell’intero panorama delle professioni ordinate.
 
In concomitanza con la costituzione delle 19 Commissioni Nazionali d’Albo, si svolgeranno anche le elezioni della maggioranza dei Consigli Direttivi degli Ordini territoriali (vedi la cartina qui sotto). È questa la vera occasione per “posare la prima pietra” dell’Ordine di nuova generazione.
 

 
Abbiamo contribuito a “fare Ordine”; occorre ora costruire un “Ordine del fare
In quanto nuovo soggetto giuridico, l’Ordine deve costruire una propria identità politica, integrata, inclusiva, equa e solidale. Occorre organizzare struttura e funzionamento in grado di gestire la complessità della quotidianità. Occorre aprirsi ad una contaminazione culturale positiva determinata dalla pluralità delle componenti professionali.
 
Occorre avere visioni e pianificazioni di crescita e di sviluppo professionale. È urgente provocare una radicale trasformazione del valore professionale in concreti riconoscimenti sociali e salariali. È giunto finalmente il tempo per guardare al presente, impegnandosi subito a costruire una cassa previdenziale, a supporto del mondo della libera professione che, nel nuovo Ordine, costituisce la componente professionale prevalente. Occorre procedere alla concreta valorizzazione di ogni livello rappresentativo, combattendo con decisione le resistenze al cambiamento: ad esempio tra il Consiglio Direttivo dell’Ordine e le rispettive Commissioni D’Albo, nel reciproco rispetto e nella piena e legittima autonomia di competenze e funzioni definite dalla Legge 3.
 
La stessa cosa si dovrà prevedere, a livello nazionale, tra le singole Commissioni Nazionali d’Albo ed il Comitato Centrale della Federazione Nazionale degli Ordini, quest’ultimo andrà al rinnovo entro Marzo 2021.
 
È un Ordine che dovrà cambiare passo, semplificando i processi interni ed intraprendendo una politica d’iniziativa, costantemente presente in ogni fatto e dinamica sanitaria che riguardi il Paese, accanto al mondo professionale che rappresenta ed a tutela e garanzia della comunità sociale. Solo così facendo, riuscirà ad affermarsi seriamente come soggetto politicamente utile, culturalmente nuovo, in grado di emanciparsi dai luoghi comuni su gli ordini, in quanto “casta” ed in quanto “lobby” autoreferenziali.
 
Solo facendo così consoliderà il suo ruolo nel panorama sociale e consentirà, soprattutto alle nuove generazioni di Colleghi, di avvicinarsi alle Istituzioni, al funzionamento degli Ordini, favorendo coinvolgimento e partecipazione.
 
La vita di Ordine è un’esperienza seria, importante ed altamente formativa. Allena al dialogo, al rispetto reciproco; è una “palestra di democrazia” ma soprattutto, consente di scoprire il valore di mettersi al servizio della Comunità professionale e sociale.
 
Il CONAPS si avvia a dismettere l’attività politica in ambito professionale
Con la Legge 3/2018 il CONAPS ha orgogliosamente raggiunto l’obiettivo costitutivo. In questa ultima stagione, sta accompagnando le AMR all’ultima fase elettorale di ricostituzione degli Organi rappresentativi dell’Ordine. Entro il primo semestre 2021 assumerà nuove finalità e svolgerà attività completamente diverse da quanto fatto in questi dodici anni.
 
Il CONAPS consegna, all’Ordine, una ricca eredità, fatta di leadership, management e desease management; di solida esperienza giuridica e visione politica; di trasparenza amministrativa e rispetto istituzionale; oggettiva capacità di armonizzare le contrapposizioni ed abilità a fare sintesi. È per così dire una eredità che offre una spiccata attitudine all’inclusione ed al servizio nonché una comprovata competenza a gestire le complessità.
 
Mettersi al servizio della Collettività è un’esperienza che onora ed arricchisce culturalmente. Chi lascia trasparire il peso di questa funzione, oscura il grande onore che la stessa rappresentatività produce. Analizzare la storia delle professioni sanitarie sarebbe come rilevare uno spicchio di storia evolutiva della società. I nostri giovani Colleghi non riuscirebbero a pensarsi diversamente dall’essere come sono oggi, cioè laureati, in concorso per posizioni dirigenziali oppure ad esercitare in piena autonomia professionale nei rispettivi studi.
 
Eppure, tutto questo status, pienamente consolidato, è stato interamente conquistato con tenacia lungimiranza e determinazione politica. Le origini, oramai lontane, erano molto diverse ed una oramai “vecchia generazione” di Colleghi ha pazientemente costruito il presente delle generazioni di oggi.
 
Coloro che saranno in grado di raccogliere tutto questo valore e sapranno metterlo al servizio dell’Ordine, avranno davanti un percorso di sviluppo inossidabile ed irreversibile. Il nuovo Ordine come fondamenta delle nuove Generazioni di professionisti. Urge non perdere questa storica occasione di cambiamento.
 
Antonio Bortone
Presidente Conaps – Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie

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