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Venerdì 31 LUGLIO 2020
Toscana. Le sfide del territorio per aumentare le coperture antinfluenzali: allargamento dei setting vaccinali e orari prolungati 

Ed anche chiamata attiva e counseling in ogni occasione. In Regione sono state acquistate un milione 400 mila dosi, ma bisogna procedere il prima possibile con l’individuazione degli over 60, lettere di invito ed email e pianificazione del triage pre-vaccinale con un ruolo forte, collaborativo, delle AFT e dei Dipartimenti per la medicina generale delle Aziende

In epoca pandemica il ”mattone” più organizzato del sistema sanitario, in Toscana come in altre Regioni, è stato (ed è) sicuramente l’ospedale. Per far fronte all’emergenza la Regione ha chiesto di modificare gli orari di attività che fino a quel momento garantivano una funzionalità dei servizi erano prevalentemente la mattina (oltre l’80%) per scendere drasticamente nel pomeriggio (circa 20%), ancor meno il sabato (6/7%) quasi nulla la domenica. La scelta di equilibrare 50% al mattino e 50% al pomeriggio, sabato incluso, ha consentito di diluire gli accessi e le prestazioni ed evitare assembramenti e attese. Questa esperienza ha insegnato che se si riuscisse ad applicare analogo paradigma alle strutture del territorio, è molto probabile che si riuscirebbe a far fronte al grande impegno che, per esempio, verrà richiesto per raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale antinfluenzale che le evidenze (prima che la circolare ministeriale 2020) richiedono.

Le prospettive di copertura vaccinale all’epoca della pandemia e le soluzioni possibili per rispondere da un lato alla necessità di aumento percentuale (fisso in Toscana al 56%) e dall’altro di rispondere al probabile aumento della domanda dovuto anche alla scelta dell’apertura alle fasce di età 6 mesi/6 anni con offerta attiva e gratuita per i 60/64enni, sono state al centro dell’incontro toscano sul tema, organizzato da Quotidiano Sanità nell’ambito del più ampio progetto di approfondimento tra le Regioni di sulla governance della vaccinazione antinfluenzale realizzato con il sostegno non condizionante di Sanofi Pasteur.
 
All’incontro hanno partecipato Carlo Tomassini - Direttore Generale diritti di cittadinanza e coesione sociale; Emanuela Balocchini - Direttore regionale prevenzione collettiva; Mauro Maccari - Direttore Organizzazione delle Cure e Percorsi di Cronicità; Claudio Marinai – Direttore Politiche del farmaco e dispositivi; Paolo Bonanni, Ordinario di Igiene Università di Firenze; Ida Aragona, Direttore Dip. Prevenzione Az. Usl Nord Ovest; Daniele Mannelli - Dir. Dipartimento Rete Sanitaria Territoriale, USL Centro; Anna Canaccini; Dir. Dipartimento Rete Sanitaria Territoriale, USL Sud-Est; Luigi Rossi, Presidente CARD Toscana ed Elisabetta Alti, Referente Vaccini della Fimmg Toscana.
 
Come accennato in apertura, l’ipotesi discussa e condivisa nel corso dell’incontro è quella di applicare la formula di “intensità di funzionamento” anche al territorio. In Toscana ci sono 45 ospedali a fronte di circa 500 presidi territoriali e circa 3400 ambulatori dei medici di medicina generale. Il problema, dunque, è “diluire” le vaccinazioni in queste stazioni e abilitare ciascuna stazione a farlo al meglio. Viene in aiuto di questa coraggiosa prospettiva il nuovo sistema informativo, l’anagrafe vaccinale, per la cui registrazione della vaccinazione rende sufficiente uno smartphone o un tablet.
In ogni caso, il primo requisito che tutti gli operatori sanitari dovranno avere è la proattività. Da settembre ogni cittadino eleggibile per la vaccinazione antinfluenzale che incontra un medico deve essere destinatario di proposta vaccinale. Sono state acquistate un milione 400 mila dosi e i setting vaccinali non dovranno essere un problema insormontabile anche perché, di questo sono tutti convinti, se ad ottobre avremo un nuova malaugurata ondata di Covid-19, in concomitanza con influenza e polmoniti, gli ospedali difficilmente reggeranno.
 
Le coperture vaccinali della passata stagione sono abbastanza deludenti, soprattutto per ultra sessantacinquenni e le categorie a rischio. Gli specialisti che seguono queste categorie non hanno dimostrato sufficiente sensibilità al tema e le percentuali oscillano tra il 50 e il 60%, con qualche segnale positivo per i sanitari che non superano tuttavia il 25/30%. Se dunque da un lato si punta anche a un sistema informativo aperto a tutti i medici che consentirà di monitorare non solo dal punto di vista quantitativo ma anche qualitativo, molto lavoro resta da fare sul fronte della “resistenza al cambiamento”, soprattutto da parte di alcuni Mmg, di affidarsi al medesimo sistema digitalizzato. Chiare tuttavia le intenzioni della Regione: “La strada è questa. Dal prossimo anno si chiude con la carta poiché sul tema vaccinale i pediatri di libera scelta sono molto più “engaged”. Parole d’ordine per tutti: Ruolo forte Mmg, Counseling, Chiamata attiva. Se però la Circolare ministeriale invita ad anticipare le vaccinazioni, l’augurio comune è che Aifa liberi i lotti in tempi più brevi, altrimenti prima della prima metà di novembre sarà impossibile cominciare.
 
Tutti hanno quindi condiviso l’esigenza di imprimere un’accelerazione alla campagna e un aumento delle coperture per la salute delle categorie a rischio e per la diagnosi differenziale rispetto al Covid-19 ma, è stato sottolineato, bisogna avere anche buoni strumenti, cioè vaccini appropriati per le età e condizioni dei destinatari. La Toscana ha acquistato più dosi ma secondo alcuni non ha comprato i vaccini giusti. Le evidenze indicano quadrivalente fino a 70 anni e poi adiuvato o vaccini ad alto dosaggio per gli over70. Di questi dovrebbero essercene almeno 500mila ma ne sono stati acquistati 200mila. Chi e come deciderà, pertanto, di vaccinare con un vaccino non appropriato?
 
L’argomento ha quindi suggerito l’ipotesi, per il prossimo anno, di introdurre nel Gruppo tecnico regionale anche i tre Direttori della Prevenzione.
Ma le sfide non finiscono qui. Sul fronte della distribuzione, soprattutto in una prospettiva di allargamento dei setting vaccinali, è necessario portare il vaccino dal medico e non viceversa. Anche le farmacie, che possono rientrare in un sistema di dpc, a giudizio dei partecipanti non hanno volumi frigoriferi tali da sostenere i Mmg di riferimento del proprio territorio. La sfida è anche logistica e su questo la Regione sta lavorando con Estar per incrementare le frequenze di consegna. Ultima sfida, infine, è quella raccolta dagli stessi medici di famiglia che ritengono sia necessario non indugiare oltre e procedere il prima possibile con l’individuazione degli over 60, lettere di invito ed email, pianificazione del triage pre-vaccinale (no bisogna correre il rischio di ricevere persone con febbre o tosse…) e per questi serve anche un ruolo forte, collaborativo, delle AFT e dei Dipartimenti per la medicina generale delle Aziende. Ipotizzare “Vaccination day”, aperture al sabato, ad ora di pranzo o la sera dopo le 18.00, Allungare il periodo vaccinale almeno fino a gennaio, sono alcune delle proposte avanzate insieme alla prospettiva, per alcune categorie di persone, di potersi vaccinare dal proprio specialista di riferimento: i diabetici nel centro di riferimento, le donne in gravidanza nei consultori a titolo esemplificativo. Aprendo così una vera stagione di collaborazione sul territorio di tutti i professionisti coinvolti.
 

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