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Lunedì 07 SETTEMBRE 2020
Vaccinazioni in farmacia. Nel mondo si fanno in 36 Paesi e in molti casi le fa il farmacista stesso

Crescono invece da 7 a 10 i Paesi dove il vaccino è somministrato in farmacia ma da un altro professionista sanitario. Le farmacie comunitarie offrono a quasi 1,8 miliardi di persone in tutto il mondo la possibilità di essere vaccinate e che sono 36 i Paesi che autorizzano la vaccinazione in farmacia contro gli agenti patogeni più diffusi, ai quali nei prossimi cinque anni si aggiungeranno altri 16 Paesi.

Una recente indagine realizzata dalla Federazione farmaceutica internazionale (Fip) ha fornito una panoramica dell’impatto della farmacia sulla copertura vaccinale. Il report, diffuso nelle scorse settimane, aggiorna la ricerca lanciata nel 2016. In particolare, dal report della Fip, è emerso che le farmacie comunitarie offrono a quasi 1,8 miliardi di persone in tutto il mondo la possibilità di essere vaccinate e che sono 36 i Paesi che autorizzano la vaccinazione in farmacia contro gli agenti patogeni più diffusi, ai quali nei prossimi cinque anni si aggiungeranno altri 16 Paesi.

L’indagine si basa su un censimento condotto tra dicembre e marzo 2020, al quale hanno risposto 106 organizzazioni rappresentative della professione di 99 Paesi.

Rispetto alla ricerca del 2016, gli Stati dove la vaccinazione in farmacia è delegata al farmacista stesso sono passati da 13 a 26, crescono invece da 7 a 10 quelli dove il vaccino è somministrato in farmacia, ma da un altro professionista sanitario (di solito medico e/o infermiere).

In totale, risulta che sono anche 36 i tipi di vaccino che le farmacie sono autorizzate a somministrare nei diversi Paesi. I più comuni sono quelli per l’influenza (94% delle risposte), l’epatite B (61%) e il tetano (58%), ma nell’elenco sono compresi anche i vaccini per il morbillo, malaria, le infezioni da pneumococco e il fuoco di Sant’Antonio.

Dall’indagine Fip emerge che il ruolo di farmacie e farmacisti rispetto ai vaccini non si esaurisce nella somministrazione degli stessi: nel 70% dei Paesi oggetto del sondaggio, i farmacisti svolgono un ruolo importante anche nell’educazione e nell’informazione della popolazione, sensibilizzandola alla necessità della profilassi vaccinale. Restano, tuttavia, una cinquantina gli Stati che negano alla farmacia del territorio la possibilità di vaccinare ed escludono a breve termine un’eventuale apertura.

Il 67% delle risposte riferisce, inoltre, che il farmacista non ha la possibilità di accedere a schede o cartelle del paziente che tengono traccia delle vaccinazioni effettuate, limite che indubbiamente non consente ai farmacisti di esprimere tutto il proprio potenziale.

La ricerca mette anche in evidenza che, nella maggior parte dei Paesi dove la vaccinazione in farmacia è consentita, il servizio è a carico degli assistiti, soltanto in dieci casi a pagare è il Servizio sanitario pubblico e in sei il costo è coperto direttamente dalle farmacie. Secondo una percentuale prevalente di risposte, infine, l’indisponibilità di risorse economiche adeguate rappresenta uno degli ostacoli principali alla vaccinazione in farmacia, assieme alle resistenze delle altre professioni sanitarie e delle amministrazioni locali.
 

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