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Lunedì 14 SETTEMBRE 2020
Nasce con patologia cardiaca e muore a 2 anni. La famiglia denuncia i medici: “Pacemaker al contrario”. L’ospedale smentisce

Il decesso risale a circa 2 anni fa, ma è tornato alla ribalta perché in questi giorni si svolgerà la prima tappa dell’iter giudiziario avviato su denuncia della famiglia, che accusa i medici del Bambino Gesù di negligenza. Ma l'ospedale pediatrico smentisce: “Non esiste alcun pacemaker 'messo al contrario’”, si è trattata di “una complicanza prevista in letteratura” che si sarebbe risolta con un intervento “già programmato. Ma il bambino purtroppo, in attesa di tornare a ricovero, ha contratto un virus e poi una polmonite che gli è risultata fatale”.

Era nato con una patologia cardiaca e sottoposto, nel 2016, a un intervento in Sicilia, a Taormina, presso il centro cardiologico pediatrico Mediterraneo dove operano, in distaccamento, medici dell'ospedale Bambino Gesù di Roma. Durante l’intervento sarebbe stato compiuto, secondo i famigliari del piccolo, un grave errore nell’impianto del pacemaker, messo, secondo quanto si legge in un’Ansa, “al contrario”. Questo errore avrebbe, in pochi mesi, trasformato il pacemaker in una sorta di cappio all'arteria del bambino, derivante dalla crescita del corpicino. Nel 2018 il bimbo arriva a Roma, sempre al Bambino Gesù, per correggere il problema. Viene deciso un secondo intervento, ma senza urgenza. Anzi, secondo i famigliari i cardiologi che visitano il bambino ritardano una serie di esami. A fine anno, però, le condizioni del bambino precipitano e il 3 gennaio del 2019 il bimbo muore. Una tragedia, secondo i genitori, che hanno sporto denuncia, che si sarebbe potuta evitare se solo i medici di Taormina prima e di Roma poi fossero stati più attenti e precisi.

Questa sarebbe la ricostruzione della famiglia del bimbo, ma l'ospedale pediatrico difende l'operato dei medici. L’ufficio stampa del Gesù ha infatti diramato una nota in cui si afferma che “la ricostruzione della vicenda” fatta dai famigliari “è lontana dalla realtà”. Anzitutto “non esiste nessun pacemaker ‘messo al contrario'. L'affermazione - secondo l'ospedale - non ha alcun senso dal punto di vista clinico e non trova riscontro negli accertamenti finora effettuati finanche dai consulenti della famiglia. Vi è stata invece una complicanza prevista in letteratura che si registra in pochissimi casi e risolvibile chirurgicamente”.
 
In pratica, ha precisato l’ufficio stampa dell’ospedale pediatrico, il corpicino del bimbo, crescendo, ha provocato lo spostamento del dispositivo, sviluppando un problema che richiedeva un secondo intervento chirurgico. Ma si sarebbe trattato di “una complicanza”, non di “negligenza” dei medici.

Viene quindi programmato il secondo intervento “ma il bambino purtroppo, in attesa di tornare a ricovero, ha contratto un virus e poi una polmonite che gli è risultata fatale”. Sarebbe stata dunque la polmonite ad uccidere il bimbo, la cui morte non sarebbe riconducibile, secondo l’ospedale pediatrico, all’operato dei medici.

L'ospedale si dice quindi “vicino alla famiglia e fiducioso del lavoro della magistratura”.

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